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A Mater Olbia il primo impianto italiano di neurostimolatore midollare ad alta frequenza con intelligenza artificiale

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Neurostimolatore midollare ad alta frequenza con IA, prima installazione italiana a Mater Olbia. - Unita.tv
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Al Mater Olbia, ospedale privato in Sardegna, è stato eseguito il primo impianto in Italia di un neurostimolatore midollare ad alta frequenza dotato di intelligenza artificiale. Questo dispositivo, ultima novità della linea Nevro, serve a tenere sotto controllo il dolore cronico con sistemi digitali innovativi che permettono una gestione più precisa e su misura. Il risultato è un miglioramento significativo nella qualità di vita dei pazienti. Il successo arriva dopo una fase di sperimentazione in tre strutture pubbliche che hanno aperto la strada a questa tecnologia.

Nevro HFXiQ, il dispositivo che cambia il modo di trattare il dolore

Il neurostimolatore Nevro HFXiQ è pensato per trattare il dolore cronico stimolando il midollo spinale a frequenze elevate. La vera novità sta nell’intelligenza artificiale integrata, che regola in automatico la stimolazione seguendo i dati forniti direttamente dal paziente. Questo riduce di molto la necessità di continue visite in ospedale per le regolazioni. Il sistema si controlla con un telecomando evoluto, simile a uno smartphone, che consente di intervenire in tempo reale e anche a distanza. Al momento è l’unico dispositivo di questo tipo in Italia e mette il paziente al centro della gestione della propria cura.

La stimolazione ad alta frequenza agisce modulando i segnali nervosi, alleviando il dolore senza causare le fastidiose sensazioni tipiche delle tecniche più vecchie. Grazie all’intelligenza artificiale, la terapia si adatta meglio alle esigenze di ciascuno, analizzando il feedback in tempo reale e apportando modifiche immediate. In pratica, il dispositivo cresce insieme al paziente, offrendo un supporto più dinamico, sicuro e meno invasivo.

Dalla sperimentazione al primo intervento al Mater Olbia

Prima dell’impianto ufficiale al Mater Olbia, il dispositivo HFXiQ è stato testato in tre importanti ospedali italiani: Verona, Ravenna e Napoli. Qui sono stati condotti studi che hanno confermato l’efficacia e la sicurezza del sistema basato sull’intelligenza artificiale per il trattamento del dolore cronico. Solo dopo questi test è arrivato il via libera per un utilizzo più ampio.

Il Mater Olbia è così diventato il primo centro in Italia a effettuare questo intervento fuori dalla fase sperimentale. Paolo Cossu, responsabile del reparto di anestesia, terapia intensiva e dolore, ha spiegato come il dispositivo rivoluzioni la cura, riducendo le visite ambulatoriali e i disagi grazie alla possibilità di regolare il sistema da remoto. Una novità che alleggerisce molto l’impatto sulla vita quotidiana del paziente, con una gestione più semplice e precisa, fino a poco tempo fa impensabile.

Il futuro della terapia del dolore passa dal dialogo tra paziente e tecnologia

Il vero punto di forza di questa tecnologia è la comunicazione continua tra paziente e neurostimolatore. Con il telecomando, il paziente può segnalare in autonomia e subito variazioni o necessità legate al dolore. L’intelligenza artificiale elabora questi dati e adatta la stimolazione alle condizioni reali. Così si evitano trattamenti standardizzati e rigidi, lasciando spazio a cure tarate non solo sulla diagnosi, ma sulle esigenze quotidiane di chi soffre.

Il controllo remoto rappresenta un passo avanti per chi convive con il dolore cronico e che prima doveva affrontare visite frequenti, spesso impegnative e stressanti. Ora si può intervenire direttamente da casa, con la precisione di un medico virtuale sempre a disposizione, capace di anticipare e contrastare il dolore. La combinazione tra stimolazione ad alta frequenza e intelligenza artificiale apre una strada nuova e più efficace per la cura del dolore cronico, coinvolgendo più pazienti in modo più sostenibile e meno invasivo.

L’auspicio è che presto questa tecnologia arrivi in altri centri italiani, diventando una vera alternativa per chi soffre di dolore persistente. Il passo compiuto al Mater Olbia segna l’inizio di un approccio più tecnologico e vicino alle necessità reali dei pazienti.

Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Matteo Bernardi

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Matteo Bernardi

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