Cinquant’anni dopo l’uscita di “Lo Squalo” diretto da Steven Spielberg, un’associazione sportiva dilettantistica di Calasetta, in Sardegna, ha organizzato un evento di nuoto nelle acque di Sharm El Sheikh, nel Mar Rosso. L’obiettivo è stato ribadire quanto siano ingiustificate le paure verso questi predatori marini, spesso esagerate dalla cultura pop e dai media. Acquaforma, che riunisce nuotatori di vari livelli, ha scelto di sfidare ansie e miti, proponendo una settimana intensa di immersioni e nuotate tra il 30 novembre e il 7 dicembre 2024.
Iniziativa sportiva e simbolica per combattere le paure degli squali
L’associazione Acquaforma è nata per coinvolgere appassionati di nuoto, unendo esperienze e livelli diversi in un contesto di sport e rispetto per il mare. Quest’anno, ha deciso di portare il suo messaggio di serenità direttamente in una delle zone più frequentate della barriera corallina del Mar Rosso, Sharm El Sheikh, in Egitto. L’happening dal 30 novembre al 7 dicembre include immersioni e nuotate nelle acque che ospitano squali, con lo scopo dichiarato di mettere alla prova vecchi pregiudizi e di mostrare come queste creature marine non rappresentino una minaccia reale per l’uomo.
L’evento ha avuto anche una valenza educativa, con incontri e momenti di confronto sui dati scientifici riguardanti gli attacchi degli squali nel mondo. In questa occasione si è voluto evidenziare quanto siano rari e inattesi questi episodi rispetto alle dinamiche della vita marina. Questo aspetto non solo aiuta a contrastare paure ingiustificate, ma sostiene anche l’importanza della conservazione di un importante anello della catena alimentare del mare.
Dati internazionali dimostrano la diminuzione degli attacchi non provocati
Acquaforma ha citato il rapporto dell’International Shark Attack File, database mondiale che tiene traccia degli attacchi degli squali. Secondo i dati raccolti, dal 1° gennaio 2024 sono stati registrati 8 attacchi mortali in tutto il mondo, con altri episodi che hanno causato ferite o lesioni ai bagnanti. Mentre questi numeri possono apparire preoccupanti, il confronto con il passato rivela una tendenza opposta: gli attacchi non provocati sono in netto calo. Nel 2024 si sono verificati 47 attacchi non riconducibili all’intervento umano, a fronte di una media decennale che supera i 70 casi annuali.
Queste cifre indicano che la percezione di pericolo legata agli squali non corrisponde ai fatti effettivi. Gli episodi sono incidenti rari rispetto al volume di persone che si immergono o nuotano ogni anno negli oceani di tutto il mondo. Il report sottolinea, inoltre, che molte di queste aggressioni si verificano in ecosistemi dove la presenza umana sta cambiando rapidamente, a causa di fattori ambientali e antropici.
Confronto con altri animali più pericolosi per l’uomo
Nel corso dell’evento, Giovanni Giacobbe, fondatore di Acquaforma, ha ribadito che gli squali occupano una posizione molto bassa nella classifica degli animali che causano vittime umane. Secondo i dati citati, insetti come zanzare risultano responsabili di decine di migliaia di morti annuali a causa di malattie come la malaria. I serpenti seguono con oltre 50 mila decessi all’anno, mentre i cani ne provocano circa 25 mila. Altri animali, come coccodrilli e ippopotami, uccidono rispettivamente circa mille e 500 persone ogni anno.
Gli squali si trovano solo al quindicesimo posto in questa lista, dopo predatori più famosi come lupi e leoni. Questo confronto serve per temperare le paure esagerate, richiamando l’attenzione sulle reali minacce quotidiane per i bagnanti e per chi frequenta gli ambienti naturali. L’evento di Acquaforma vuole quindi far riflettere sul fatto che la paura degli squali è spesso fuori misura rispetto ai rischi reali.
Il messaggio dell’associazione contro la distorsione cinematografica della realtà
Giacobbe ha sottolineato che, pur riconoscendo il valore artistico e culturale del film “Lo Squalo”, l’opera di Spielberg non rispecchia la realtà degli attacchi degli squali. Le aggressioni recenti rappresentano eventi tragici ma isolati, che vanno letti nel contesto di un ecosistema marino in trasformazione, influenzato da diversi fattori come il cambiamento climatico e l’attività umana.
Il fondatore di Acquaforma ha richiamato l’attenzione su una realtà spesso dimenticata: in mare e in piscina, il rischio più grande resta l’annegamento o gli incidenti legati a malori improvvisi. Ogni anno si registrano tra 350 e 400 decessi per queste cause, un numero che supera di gran lunga le morti causate da squali. Questo dato mette in luce come la pericolosità degli squali per l’uomo sia notevolmente sovrastimata.
L’iniziativa di Calasetta invita quindi a guardare all’oceano con consapevolezza, senza lasciare spazio a paure irrazionali o a miti alimentati da film e false credenze. L’occasione nell’autunno 2024 sotto il sole del Mar Rosso ha rappresentato un momento di confronto importante, in cui sport, natura e informazione si sono incrociati per ridefinire il rapporto tra uomo e mare.
Ultimo aggiornamento il 6 Agosto 2025 da Giulia Rinaldi