Il 19 luglio 2025 si è svolta la commemorazione del 33° anniversario della strage di via D’Amelio, in cui il giudice Paolo Borsellino e i suoi agenti di scorta persero la vita. La Polizia di Stato ha ricordato l’evento con una cerimonia alla quale hanno partecipato autorità civili e militari, familiari delle vittime e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Il ricordo si è intrecciato con omaggi ai caduti e la proiezione di un docufilm dedicato a uno degli agenti uccisi.
La cerimonia di commemorazione alla caserma “Pietro Lungaro” con ministri e familiari
La mattina di sabato 19 luglio 2025 si è aperta con un momento ufficiale presso l’Ufficio scorte della Polizia, all’interno della caserma “Pietro Lungaro” a Palermo. Qui il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha deposto una corona d’alloro sulla lapide dedicata alle vittime della strage di via D’Amelio. Con lui era presente il capo della Polizia, prefetto Vittorio Pisani, accompagnato da altre autorità civili e militari. A partecipare anche i familiari di Paolo Borsellino e degli agenti Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli, uccisi durante l’attentato terroristico del 1992.
L’atmosfera del luogo, segnato dalla tragedia di oltre trent’anni fa, ha mantenuto un senso di riflessione profonda e rispetto per il sacrificio di chi ha perso la vita impegnandosi contro la mafia e per la legalità. L’incontro tra istituzioni e parenti ha evidenziato l’importanza di non scordare quel giorno e il valore della memoria storica nel contesto della lotta alla criminalità organizzata.
Santa messa e proiezione del docufilm ‘I Ragazzi Delle Scorte: Fabio’
Dopo la deposizione della corona, la cerimonia è proseguita con una messa di suffragio nella cappella interna della caserma, celebrata da don Massimiliano Purpura, cappellano della Polizia di Stato. La funzione religiosa ha avuto il ruolo di onorare la memoria dei caduti, richiamando la solidarietà tra chi ha vissuto da vicino la tragedia e chi, come le nuove generazioni di poliziotti, ne porta ancora il ricordo nel cuore.
Al termine della celebrazione, nella sala Corona si è tenuta la proiezione di un docufilm intitolato “I ragazzi delle Scorte: Fabio”. Il corto ripercorre l’esistenza di Fabio Li Muli, il più giovane agente di scorta ucciso nella strage, attraverso le testimonianze di due sorelle, Tiziana e Sabrina, e della fidanzata Victoria Elena de Lisi. Racconta il suo impegno e la sua convinzione nella legalità, ma anche la volontà di non cercare eroismi, piuttosto di essere ricordato come un giovane uomo dalla coscienza pulita e dall’impegno quotidiano.
Il racconto visivo ha aggiunto un tocco umano al ricordo della mattina, evidenziando come quei volti e nomi rappresentino storie vere, legate a vite interrotte prematuramente e a ideali da mantenere vivi nelle scelte di chi protegge la comunità.
Il ricordo di Emanuela Loi: una lettera d’orgoglio e senso del dovere
Tra i momenti più toccanti della cerimonia, la partecipazione di Emanuela Loi, nipote omonima dell’agente Emanuela Loi morta durante la strage. Pur non avendo mai conosciuto personalmente la zia, ha voluto onorarne la memoria tramite una lettera aperta letta durante l’evento, nella quale ha espresso un sentimento di orgoglio per il coraggio dimostrato.
La giovane poliziotta in servizio presso la questura di Cagliari ha ricordato come il sacrificio di sua zia le abbia insegnato che la dedizione al dovere non è solo un obbligo, ma una lotta necessaria per difendere la giustizia. Nel testo ha evidenziato come questa eredità morale la spinga a portare avanti un impegno a favore della collettività, rafforzando il significato profondo di servizio pubblico e rispetto delle leggi.
Il messaggio ha sottolineato come certi gesti di coraggio continuino a influenzare nuove generazioni di agenti, mantenendo vivo il ricordo di chi ha perso la vita per proteggere i valori democratici.
Un momento di memoria storica per Palermo e la lotta alla mafia
La giornata del 19 luglio è stata un appuntamento di rilievo per Palermo, città segnata profondamente da quella ferita aperta trentatré anni fa. Il ricordo della strage di via D’Amelio continua a rappresentare una tappa fondamentale per misurare il prezzo pagato nella lotta contro la criminalità organizzata.
La presenza del ministro dell’Interno e del capo della Polizia alla cerimonia testimonia come la memoria pubblica venga tutelata anche da chi guida le forze di sicurezza. Un gesto che rinforza il legame tra istituzioni e cittadini e mantiene sotto attenzione l’impegno contro ogni forma di violenza mafiosa.
Questa giornata ricorda non solo una tragedia ma conferma la volontà di non abbassare la guardia, alimentando un senso di responsabilità collettiva che attraversa la storia recente dell’Italia.
Ultimo aggiornamento il 19 Luglio 2025 da Andrea Ricci