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26 focolai di dermatite nodulare contagiosa confermati in Sardegna, cresce l’allerta tra gli allevatori

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Dermatite nodulare contagiosa, 26 focolai confermati in Sardegna: allarme tra gli allevatori - Unita.tv
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La dermatite nodulare contagiosa , una malattia virale che colpisce i bovini, ha fatto registrare una rapida diffusione in Sardegna. Il contagio ha raggiunto 26 focolai accertati solo nelle ultime settimane, sottolineando l’urgenza degli interventi sanitari e il coinvolgimento diretto degli allevatori. Questo virus, che non si trasmette agli esseri umani, però compromette pesantemente la produzione di latte e la qualità delle carni, con gravi conseguenze economiche nelle aziende zootecniche. Un monitoraggio attento e l’avvio delle vaccinazioni sono ora la priorità per contenere il diffondersi dell’infezione sull’isola e in Italia.

Diffusione rapida della Lsd in Sardegna: numeri e territori colpiti

Gli ultimi dati confermano 26 focolai di dermatite nodulare contagiosa nella regione Sardegna. La malattia ha colpito allevamenti bovini sparsi in diverse province, con un’escalation che ha allertato le autorità sanitarie. Il primo caso nazionale, segnalato il 21 giugno in provincia di Nuoro, ha segnato l’inizio di una catena di contaminazioni. La malattia è stata rilevata anche in Lombardia, nello specifico in un allevamento della provincia di Mantova, dove è stata rapidamente contenuta mediante l’abbattimento degli animali infetti.

L’azione immediata degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, in particolare quello della Sardegna e di Teramo, ha permesso di attuare un’attenta sorveglianza epidemiologica. Questi enti hanno monitorato costantemente i focolai, supportando le autorità regionali e nazionali. La tempestività dell’intervento si è rivelata cruciale per evitare ulteriori espansioni, anche se la situazione rimane critica rispetto al mese precedente.

Origini della dermatite nodulare contagiosa e diffusione globale

La dermatite nodulare contagiosa è una malattia virale riconosciuta per la prima volta in Zambia negli anni ’20. Nel corso dei decenni si è diffusa in modo endemico in vaste aree dell’Africa. Più recentemente, il virus ha attraversato i confini continentali, raggiungendo il Medio Oriente, parti dell’Asia e l’Europa orientale.

L’avanzamento della malattia verso l’Europa occidentale rappresenta un cambiamento significativo nello scenario epidemiologico. Fino a poco tempo fa, l’Italia godeva dello status di Paese libero dalla Lsd. Il focolaio in Sardegna, seguito da quello in Lombardia, ha cancellato questa condizione, imponendo nuove misure di controllo e prevenzione. Questo fenomeno evidenzia l’importanza della collaborazione internazionale e delle strategie di sorveglianza continue per contenere malattie animali emergenti, spesso influenzate dai cambiamenti climatici e dal commercio globale di animali.

Strategie di contenimento e ruolo degli allevatori nella battaglia contro la Lsd

Il coordinamento tra istituzioni sanitarie, enti di controllo e allevatori è fondamentale per fermare la diffusione della Lsd. La direttrice generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, Simonetta Cherchi, ha sottolineato che “la priorità immediata è contenere la malattia.” Viene definita una strategia comune, che coinvolge il Ministero della Salute, le autorità regionali e il Centro di Referenza Nazionale per l’Epidemiologia Veterinaria.

Nei prossimi giorni, inizierà una campagna di vaccinazione rivolta ai bovini presenti nelle aree a rischio. La vaccinazione precoce è vista come il mezzo più efficace per limitare la circolazione del virus e ridurre i danni alle produzioni. Il coinvolgimento diretto degli allevatori, che devono segnalare tempestivamente eventuali sintomi e rispettare le disposizioni sanitarie, avrà un impatto decisivo. “Senza questa collaborazione la diffusione diventerebbe difficile da gestire, aggravando le conseguenze economiche.”

Impatti economici e sanitari della Lsd sulla zootecnia locale

La dermatite nodulare contagiosa non rappresenta un rischio diretto per la salute umana, ma presenta un pesante fardello per le attività zootecniche. La malattia riduce la produzione di latte, provoca aborti e peggiora la qualità delle carni e delle pelli. Le aziende colpite affrontano danni economici rilevanti che, in alcuni casi, pesano anche sulla tenuta dell’intera filiera locale.

Le istituzioni sanitarie adottano misure precise in linea con le normative europee per contenere gli effetti dell’epidemia. Mantenere gli allevamenti sani significa, oltre al recupero economico, garantire la continuità della produzione alimentare regionale. La rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, grazie a competenze, strumentazioni e strutture, assicura un monitoraggio costante e un supporto scientifico determinante per contrastare la diffusione del virus.

L’efficacia della risposta dipenderà sia dall’accuratezza dei protocolli sanitari sia dalla responsabilità degli allevatori. Solo un intervento deciso e condiviso permetterà di contenere la diffusione di questa malattia e mantenere sotto controllo l’impatto sanitario ed economico sulle imprese pastorali dell’isola e oltre.

Ultimo aggiornamento il 18 Luglio 2025 da Luca Moretti

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Luca Moretti

Luca Moretti è un blogger e analista indipendente con un forte focus su politica e cronaca. Con uno stile incisivo e documentato, approfondisce temi di attualità nazionale e internazionale, offrendo ai lettori chiavi di lettura chiare e puntuali. Il suo lavoro è guidato da una costante ricerca della verità e da un impegno verso l’informazione libera e consapevole.

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