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Sacerdote arrestato a brescia per possesso di materiale pedopornografico, la diocesi sospende don jordan coraglia

La polizia postale di Roma ha arrestato don Jordan Coraglia, parroco a Castelcovati, per detenzione di materiale pedopornografico. La diocesi di Brescia lo ha sospeso immediatamente dopo l’accaduto.

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Don Jordan Coraglia, parroco di Castelcovati, è stato arrestato per detenzione di materiale pedopornografico dopo un’indagine della polizia postale. La diocesi di Brescia lo ha sospeso, mentre proseguono le indagini. - Unita.tv

La polizia postale di Roma ha avviato un’indagine che ha portato all’arresto domiciliare di don Jordan Coraglia, parroco a Castelcovati, piccolo comune nella bassa bresciana. Il sacerdote, noto per aver fondato la nazionale sacerdoti di calcio e per aver incontrato papa Francesco nel 2019, è accusato di detenzione di materiale pedopornografico. Le forze dell’ordine hanno trovato nel suo telefono migliaia di file illegali collegati a canali Telegram. La diocesi di Brescia ha sospeso immediatamente il prete, che ha una lunga esperienza in oratori del territorio. Il caso arriva pochi giorni dopo un altro scandalo che ha coinvolto un altro parroco bresciano.

Indagine e arresto: come la polizia postale ha scoperto il caso

L’indagine che ha portato all’arresto di don Jordan Coraglia si è sviluppata grazie alle attività della polizia postale di Roma, impegnata a monitorare la rete e i canali di messaggistica come Telegram. Durante queste verifiche, gli investigatori hanno individuato la presenza di contenuti pedopornografici riconducibili a un account attribuito al sacerdote bresciano. Nel telefono di don Jordan sono stati trovati circa 1500 file, tra foto e video, rappresentativi di materiale illegale su minori.

Nel corso dell’interrogatorio di convalida, il sacerdote ha ammesso di aver scambiato quel materiale all’interno di canali online pedopornografici. L’inchiesta ha preso le mosse da controlli generali su reti virtuali, senza partenza da denunce specifiche. Questo caso rivela come la sorveglianza della polizia postale possa portare alla luce situazioni gravi anche senza segnalazioni dirette.

La reazione della diocesi di brescia e la sospensione di don jordan

A seguito dell’arresto, la diocesi di Brescia ha agito rapidamente. Il vescovo Pierantonio Tremolada ha sospeso don Jordan Coraglia dal suo ruolo pastorale. La diocesi ha diffuso una nota in cui conferma la delicatezza della posizione del sacerdote, rimarcando che le autorità competenti devono svolgere ogni approfondimento necessario.

Don Jordan aveva una lunga carriera nelle parrocchie e negli oratori del territorio bresciano, partecipando attivamente alla vita della comunità. La diocesi ha sottolineato che al momento non risultano coinvolgimenti di minori della sua zona, né condotte inappropriate nei confronti di chi era affidato alle sue cure spirituali. Questo chiarimento sembra voler rassicurare la comunità locale sull’assenza di violazioni dirette all’interno della parrocchia.

Contesto e altri casi simili nella provincia di brescia

Il caso di don Jordan arriva in un periodo segnato da un altro scandalo nella stessa provincia. Ad aprile scorso, anche don Ciro Pamigada, parroco di San Paolo, era stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale su minore, questa volta dopo una denuncia diretta della presunta vittima. Anche lui si trova agli arresti domiciliari.

Questi episodi riflettono un momento difficile per la Chiesa nella zona, che si trova a gestire accuse e tensioni legate a fatti molto gravi. Le autorità ecclesiastiche e civili sono chiamate a intervenire con decisione per garantire chiarezza e tutela delle persone coinvolte, soprattutto i minori.

I dettagli del profilo di don jordan e le attività pubbliche

Don Jordan Coraglia, cinquantenne, era noto per la sua attività sportiva e sociale, soprattutto per aver fondato la nazionale sacerdoti di calcio. Nel 2019, la nazionale è arrivata a Roma per un incontro con papa Francesco, evento che attirò l’attenzione anche dei media nazionali. Questo legame con la comunità e il mondo sportivo rende ancora più delicata la vicenda.

Il sacerdote gestiva le sue attività su canali digitali, tramite i quali è emersa l’attività illecita. La scoperta dei file pedopornografici all’interno del suo cellulare recorda l’importanza del controllo sulle piattaforme virtuali, spesso usate per scambi illegali. La diocesi ha preso le distanze dall’episodio, evidenziando l’assenza di segnalazioni o sospetti diretti su don Jordan nella gestione pastorale.

Ancora simile resta il nodo di come la rete venga utilizzata per la diffusione di questi contenuti, e quanto sia difficile il lavoro degli inquirenti per identificare i responsabili. Don Jordan Coraglia è ora agli arresti domiciliari e proseguirà il procedimento giudiziario, mentre la comunità di Castelcovati attende ulteriori sviluppi.

Le autorità hanno sottolineato che nessun minore della comunità locale risulterebbe coinvolto. La vicenda scuote però il tessuto sociale del paese e dell’area bresciana, spingendo a maggiore attenzione sulle modalità di controllo della rete e sugli strumenti di prevenzione.