
A Rozzano, una nuova sparatoria ha riacceso il dibattito sulla sicurezza, con richieste di maggior presenza delle forze dell’ordine e divisioni politiche sulle misure da adottare, mentre i cittadini vivono un crescente clima di paura. - Unita.tv
Un nuovo episodio di violenza a Rozzano ha riportato l’attenzione sul problema sicurezza in città. Tra sparatorie e chiusure di attività commerciali, la comunità vive un clima di forte allarme. Le forze politiche locali si dividono sulle misure da adottare, mentre i residenti affrontano una quotidianità segnata dalla paura.
L’episodio della sparatoria e il rapido intervento delle forze dell’ordine
Nel centro di Rozzano si è verificata una sparatoria che ha allarmato la popolazione. I Carabinieri sono intervenuti tempestivamente e, grazie a indagini serrate durate poche ore, hanno fermato l’autore del gesto. L’efficacia delle operazioni dimostra l’impegno delle forze dell’ordine, ma allo stesso tempo evidenzia una situazione di tensione che si ripete nella zona. Questo episodio si inserisce in un quadro già preoccupante, caratterizzato da frequenti atti violenti che minano la sicurezza dei cittadini. La rapidità dell’intervento non ha evitato però che la paura crescesse nelle strade, con molti abitanti che chiedono misure più incisive per garantire serenità. L’episodio ha innescato una nuova discussione sulla necessità di rafforzare la presenza delle forze dell’ordine sul territorio, in particolare richiamando l’attenzione sul Sud Milano, zona interessata da vari problemi legati alla criminalità.
La richiesta di nuove presenze di carabinieri e polizia nel sud milano
Domenico Anselmo, consigliere comunale della Lega, ha reagito agli eventi chiedendo l’istituzione di una compagnia dei carabinieri a Rozzano e un commissariato di polizia per il Sud Milano. Le parole di Anselmo mettono in luce un malessere diffuso e un bisogno di interventi concreti: «basta silenzio e ipocrisia: il problema rozzano c’è e va affrontato ora». Oltre a richiedere un rafforzamento delle forze dell’ordine, il consigliere invoca un ampliamento della cosiddetta “zona rossa”, un provvedimento pensato per arginare fenomeni come lo spaccio e la violenza, ma che nei fatti non sembra ancora sufficiente. Anselmo ha sottolineato come due sparatorie in una settimana abbiano posto in luce le difficoltà di controllo del territorio. Ha anche denunciato la chiusura di un’attività commerciale, decisa dal prefetto dopo che due clienti sono stati arrestati per spaccio: questa misura, secondo lui, colpisce ingiustamente chi lavora onestamente. Il consigliere chiama in causa chi in passato ha difeso l’immagine di Rozzano, ricordando che oggi la città vive una condizione in cui la paura ha preso il posto della sicurezza. Lo scenario descritto parla di un centro cittadino invaso da scontri tra gruppi criminali, dove varie etnie si contendono strade e piazze in una guerra silenziosa ma perdurante.
La risposta del centrosinistra: la zona rossa non è la risposta
L’opposizione di centrosinistra replica alle richieste della Lega con una critica alla “zona rossa” e alle misure adottate finora. Leo Missi, capogruppo del centrosinistra, sostiene che la situazione sia stata ampiamente segnalata come critica e che la “zona rossa” non abbia dato risultati concreti. Per Missi, Rozzano rappresenta una “bomba a orologeria” sul fronte sicurezza. Rivolge al sindaco Mattia Ferretti la proposta di istituire un tavolo permanente dedicato alla sicurezza. Un confronto tra forze dell’ordine, maggioranza e opposizione dovrebbe servire a monitorare e gestire la situazione insieme, evitando divisioni politiche e concentrandosi sulle soluzioni pratiche. Missi sottolinea la responsabilità che accompagna la gestione della città e si dichiara disponibile a collaborare: «io ci sono, noi ci siamo, nell’interesse esclusivo della città». Questo appello a lavorare subito insieme indica la volontà di superare i contrasti per affrontare l’emergenza con un approccio condiviso e operativo.
Il contesto attuale a rozzano tra zona rossa e clima di paura
Rozzano è stata inserita nella “zona rossa” dal primo aprile, un provvedimento nato per arginare il degrado e la criminalità in particolare nel quartiere Aler. Nonostante questo, i fatti di cronaca non si sono affievoliti. Le due sparatorie recenti hanno confermato l’aggravarsi delle tensioni, mentre l’assassinio di Manuel Mastrapasqua ha spinto il governo a inserire Rozzano nel decreto Caivano bis, un provvedimento che prevede interventi specifici ma i cui effetti si vedranno solo nel tempo. Nel frattempo, la vita quotidiana in città resta segnata da un senso di insicurezza. Di notte la paura cresce nei quartieri, dove molti abitanti preferiscono limitare gli spostamenti. L’attenzione rimane puntata sui prossimi mesi e sulle azioni che verranno adottate per riportare ordine e tranquillità. La situazione resta in evoluzione, con molte aspettative sulle strategie di contrasto alla criminalità e sulla capacità delle istituzioni di rispondere alle esigenze della popolazione.