Nel cimitero monumentale del Verano a Roma, le tombe dell’ala israelitica sono state restaurate dopo anni di incuria, vandalismi e danni provocati dal crollo di grandi alberi. I marmi ora mostrano di nuovo i nomi delle famiglie più note della comunità ebraica romana, con simboli come stelle di David e Menorah visibili tra i sentieri. L’intervento, frutto di un investimento pubblico, ha ricomposto in modo accurato le lapidi e riaperto un pezzo di storia cittadina spesso trascurato.
I danni provocati dai vandalismi e dal cedimento degli alberi sulle tombe israelitiche
Tra il 2017 e il 2021 l’ala israelitica del Verano ha subito gravi danneggiamenti. Prima, atti vandalici hanno reso irriconoscibili molte pietre tombali. Poi, nel 2019 e ancora in seguito, la caduta di alberi imponenti come pini e cipressi ha travolto circa novanta tombe, distruggendo lastre di marmo e talvolta invadendo loculi con tronchi pesanti. In alcuni casi i crolli hanno sventrato le strutture lasciando alla vista ossa e resti custoditi da decenni. Il quadro dei danni si è presentato come una ferita aperta su un’area che custodisce memorie dal 1890 e raccoglie gran parte delle famiglie ebraiche di Roma.
Il restauro milionario e la collaborazione tra istituzioni e comunità
Per far fronte a questa situazione è intervenuto il dipartimento Ambiente del Comune di Roma insieme ad Ama, dedicando un milione di euro al restauro. Questa somma è stata impiegata per ricomporre le lastre di marmo, ripristinare i vialetti e riqualificare l’intera zona. Secondo l’assessora Sabrina Alfonsi si è trattato di un lavoro che ha coinvolto diversi attori pubblici e la comunità, con l’obiettivo di riportare decoro e rispetto in un luogo di valore storico e simbolico. Il presidente di Ama Bruno Manzi ha sottolineato l’attenzione posta sulla sicurezza e sulla dignità del sito.
Leggi anche:
A partire dagli archivi storici della Comunità ebraica, si è ricostruita la mappa esatta dei loculi e dei cognomi custoditi nelle edicole lungo i costoni del cimitero, permettendo una ricomposizione filologica delle lapidi. Il segretario Emanuele Di Porto ha evidenziato la complessità di questa fase, necessaria per riconsegnare un’area che soprattutto per alcune famiglie rappresenta memoria e pietà. Il rabbino capo Riccardo Di Segni ha espresso soddisfazione per l’opera, rimarcando il valore del restauro come restituzione alla città di un luogo da preservare. Anche Victor Fadlun, presidente della Comunità, ha decisamente apprezzato il rispetto dei tempi promessi dal sindaco Gualtieri.
Il valore storico e culturale del settore israeltico nel cimitero del verano
Il tratto israelitico del Verano non è solo un’area di sepoltura ma un patrimonio di romanità. I viali curvati e le pietre levigate confermano il lavoro di architetti come Vincenzo Fasolo, noto per le sue opere pubbliche tra cui scuole e caserme. Di notte e di giorno, chi percorre i sentieri incontra le targhe con nomi che raccontano la vita e gli intrecci della Comunità ebraica di Roma fino agli anni ’70. Le tombe di famiglie come Sed, Spizzichino, Di Veroli, Ginzburg, e tanti altri testimoniano legami profondi con la città.
Elementi simbolici e identità ebraica
Questa parte del Verano ha conservato tracce di figure pubbliche e private, in un equilibrio tra storia cittadina e storia ebraica, fatta di volti e nomi affacciati su simboli religiosi diffusi anche in altre comunità del mondo. Elementi come le Menorah o la parola shalom, appaiono scolpiti accanto a date e loculi, segnalando un’identità forte e radicata nella capitale.
Le visite guidate e la memoria attiva nel cimitero del verano
Dal 17 maggio al 15 giugno Ama ha organizzato visite guidate con storici dell’arte per raccontare la storia di questa parte del Verano. I furti di memoria e la distruzione degli anni scorsi hanno aumentato l’interesse per un luogo vivo che è al contempo museo all’aperto e spazio di raccoglimento. Durante le passeggiate si ascoltano storie di personaggi noti, come Ernesto Nathan, il sindaco di Roma dal 1907 al 1913, la cui tomba è alla portata di chiunque voglia attraversare i vialetti della comunità.
Il rabbino Di Segni ricorda anche colleghi perseguitati, evocando la corrispondenza clandestina e le figure che si sono nascoste dietro pseudonimi durante il fascismo. Questi aneddoti rivelano che il cimitero è molto più che una somma di pietre: diventa un passaggio attraverso eventi, lutti e resistenti spiriti della città. Ogni lapide racconta un’esperienza e nel suo insieme rappresenta parte della storia condivisa di Roma e delle sue minoranze.
Con questo recupero, il cimitero del Verano riporta alla luce un pezzo di città spesso dimenticato, confermando che persino i luoghi di riposo hanno una voce viva e tante storie da custodire.