Negli ultimi anni Roma ha visto il suo clima trasformarsi in modo netto. Le temperature medie sono salite, mentre eventi meteorologici sempre più estremi si fanno strada. Il progressivo riscaldamento, insieme a piogge intense e distribuite in modo diverso, sta cambiando il volto della città, mettendo a dura prova la vita di tutti i giorni e la salute pubblica. I dati parlano chiaro: il clima della Capitale si sta avvicinando sempre più a quello delle città del Mediterraneo meridionale, segnando una svolta che non si può più ignorare.
Temperature in crescita: un trend che non si ferma
Guardando ai dati degli ultimi sessant’anni, la crescita delle temperature a Roma è evidente. Dal 1960 a oggi, la temperatura media annuale è salita di 3,65°C, con un’accelerazione soprattutto nell’ultimo decennio. Nel 2020 si è registrata una temperatura anomala di +1,16°C rispetto alla media 1981-2010. Nel 2024, invece, Roma ha vissuto l’anno più caldo mai registrato, con un aumento medio di circa 2,5°C rispetto alla norma.
Le stazioni meteo di Roma Collegio Romano e Roma Urbe confermano questi dati. Già a gennaio la temperatura media si attesta intorno a 7,4°C, mentre ad agosto raggiunge i 24,5°C. Le stagioni si spostano: le estati iniziano prima e durano più a lungo, con maggio e settembre che ormai mostrano temperature molto più alte rispetto a qualche tempo fa. Questo non è solo un dettaglio sul termometro, ma un cambiamento che impatta tutto il sistema climatico locale.
L’aumento del caldo non arriva da solo: nelle città come Roma si aggiunge l’effetto “isola di calore”. In alcune zone il microclima diventa quasi tropicale, con temperature che restano alte anche di notte. Questo peggiora la qualità dell’aria e rende più difficile vivere bene, complicando la gestione della salute pubblica.
Ondate di calore e piogge forti: Roma alle prese con eventi estremi
Un altro segnale preoccupante sono le ondate di calore, che si fanno sempre più intense, lunghe e frequenti. Le “notti calde” — quando la temperatura non scende sotto i 20°C — sono ormai una costante, rendendo difficile riposare. I giorni con caldo intenso, con picchi termici elevati, aumentano di numero.
Nel 2025 la situazione è stata drammatica: l’estate ha battuto record di caldo e ha avuto un impatto pesante sulla salute. In Europa sono stati stimati oltre 2.300 morti legate alle ondate di calore, molte collegate proprio al riscaldamento urbano. Le persone più vulnerabili sono quelle che pagano il prezzo più alto, mettendo sotto stress il sistema sanitario.
Ma non è solo il caldo a cambiare. Anche le piogge seguono un nuovo corso. A Roma, la quantità di precipitazioni annue è calata di circa il 13% nell’ultimo decennio, ma si fanno sempre più frequenti e violenti gli episodi concentrati in brevi periodi. Il 24 ottobre 2024 è un esempio lampante: forti piogge hanno causato allagamenti in diverse zone della città. Questi eventi stanno diventando la norma, mettendo a dura prova le reti di raccolta e drenaggio.
Non cambia solo quanta acqua cade, ma anche quando e come cade: alternano periodi lunghi di siccità a rovesci intensi e improvvisi.
Roma risponde: strategie e adattamenti per il futuro
Davanti a questi cambiamenti, Roma ha cominciato a muoversi per limitare i danni e ridurre i rischi. A gennaio 2024 è stata presentata la prima Strategia di Adattamento Climatico italiana, elaborata con il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici . Un documento che indica le priorità per la città.
Il piano prevede interventi su più fronti: migliorare la gestione delle ondate di calore, rafforzare i sistemi di drenaggio per evitare gli allagamenti, aumentare gli spazi verdi per contrastare l’effetto isola di calore e abbattere l’impatto ambientale. Tutto questo si basa su dati scientifici, con l’obiettivo di rendere Roma più resistente agli eventi estremi che ormai sono all’ordine del giorno.
Le previsioni dicono che senza una riduzione drastica delle emissioni globali di gas serra, le temperature continueranno a salire e gli eventi estremi diventeranno più frequenti. Roma dovrà quindi abituarsi a un clima che somiglia sempre più a quello delle città del Sud del Mediterraneo. Questo significa ripensare gli spazi urbani, il verde pubblico, la mobilità e anche le abitudini di chi vive in città.
La sfida è doppia: da una parte garantire la qualità della vita e la salute dei cittadini; dall’altra gestire un nuovo equilibrio ambientale segnato da eventi climatici sempre più fuori controllo. La trasformazione climatica di Roma non è un’ipotesi, ma una realtà che i dati e la vita quotidiana confermano. Per affrontarla serve un impegno concreto e costante, anche nelle politiche urbane e sociali.
Ultimo aggiornamento il 2 Settembre 2025 da Elisa Romano