Tra pochi mesi Roma vivrà il Giubileo 2025, evento che richiama milioni di fedeli e turisti. Ma i cantieri previsti per preparare la città non rispettano le scadenze, creando disagi ai romani. Il problema principale riguarda il mancato rispetto dei tempi da parte della Pubblica Amministrazione , che però non subisce sanzioni. Questo articolo racconta lo stato dei lavori, le complicazioni per la città e il rapporto asimmetrico tra cittadini e istituzioni.
Ritardi e cantieri incompleti ad appena sei mesi dall’inizio del Giubileo
Con il Giubileo alle porte, l’attenzione si concentra sui 323 cantieri sparsi per Roma, dedicati a interventi di varia natura, dalla viabilità ai restauri. Secondo i dati più recenti dell’Osservatorio sui cantieri, solo 149 opere risultano concluse o parzialmente terminate. Il resto dei lavori, cioè quasi il 54%, è ancora in corso o addirittura non iniziato. Molti di questi cantieri si trovano lungo strade e vie principali, con impatti evidenti per traffico e viabilità, a causa di teloni e reti di cantiere.
Tra gli interventi più in ritardo c’è quello delle Vele di Calatrava a Tor Vergata, un luogo chiave che ospiterà una giornata dedicata ai giovani nell’estate del 2025, con ospiti attesi oltre un milione e mezzo. Il restauro delle strutture principali è finito e il nuovo ponte sull’autostrada è stato inaugurato, ma le opere di accesso pedonale e carrabile sono incomplete. Il cantiere segna un ritardo di almeno tre mesi, con il rischio che le opere non siano pronte per l’evento.
Oltre ai cantieri in attività, altre 61 opere risultano “di prossimo avvio” ma senza date certe. Questo crea incertezza sulla possibilità di completare tutto entro la fine dell’Anno Santo. Anche i fondi del PNRR, che in teoria dovrebbero sostenere progetti di valorizzazione urbana e turismo, avanzano lentamente e con tempistiche troppo lunghe rispetto al calendario giubilare.
Gli interventi del Comune Di Roma: numeri che evidenziano una situazione critica
Il sito ufficiale del Comune di Roma mostra un quadro ancora più preoccupante rispetto ai dati dell’Osservatorio. Di 275 interventi affidati direttamente a Roma Capitale, solo 15 opere risultano concluse. Nel dettaglio, molte opere hanno come data di fine lavori il 2026, anche nel secondo o terzo trimestre. Questo significa che molte infrastrutture saranno consegnate dopo la fine del Giubileo, previsto per il 6 gennaio 2026.
Il rischio di lasciare cantieri aperti anche durante o dopo l’evento porta a ipotizzare scenari difficili per cittadini e visitatori. Le strade potrebbero restare interrotte o limitate a lungo, con fastidi nel traffico e nell’accessibilità ai luoghi pubblici fondamentali per le celebrazioni e il turismo. La lentezza nei tempi fa emergere una spaccatura tra le esigenze della città e la capacità di portare a termine i lavori nei tempi richiesti.
Le disuguaglianze tra cittadini e pubblica amministrazione nella gestione dei tempi e delle sanzioni
Un confronto tra cittadini e Pubblica Amministrazione mette in luce un problema strutturale. Cittadini e imprese pagano sanzioni, interessi e pene se non rispettano scadenze fiscali o contrattuali. Per i ritardi nelle opere pubbliche, invece, la PA raramente viene penalizzata o tenuta a risarcire. Ecco perché si parla di asimmetria nel rapporto con lo Stato. La reazione pubblica è spesso un misto di assuefazione e rassegnazione, di fronte a un modo di operare che sembra accettare ritardi senza conseguenze.
L’attesa per un’opera pubblica che arriva in ritardo si rappresenta con la metafora: dire a un pellegrino che la sua indulgenza plenaria vale anche l’anno dopo la fine del Giubileo, se si ricorda e può tornare. Una contraddizione nel cuore di un evento che richiede puntualità, soprattutto per la città che ospita milioni di visitatori.
Un altro paragone riguarda il pagamento delle tasse: se un cittadino ritardasse di anni senza pagare, le autorità non resterebbero passive. Invece per la PA un ritardo consolidato e quasi sistematico viene tollerato, senza penalità né responsabilità pubbliche. Un divario che getta una luce sulle difficoltà della pubblica amministrazione, ma anche sulle condizioni in cui vivono i cittadini romani.
Quest’Anno Santo non sarà soltanto un evento religioso e culturale, ma lascia emergere la fragilità della capacità organizzativa che serve per affrontare eventi di dimensioni internazionali e preparare la città ad accoglierli. Mentre i lavori faticano a tenere il passo, la tensione sociale cresce e si vedono differenti soluzioni rimandate nel tempo. L’intera comunità osserva come queste contraddizioni influenzeranno il futuro della capitale.
Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Luca Moretti