Il Comune di Roma ha acquistato 121 tram Urbos moderni e capaci, con l’obiettivo di rinnovare il sistema di trasporto pubblico e offrire alla Capitale un mezzo all’altezza di altre grandi città europee. Di questi mezzi, però, molti rischiano di rimanere fermi per un problema inatteso: le sottostazioni elettriche non riescono a fornire energia sufficiente per farli circolare. Il nodo riguarda infrastrutture obsolete che frenano l’aggiornamento della rete urbana, con effetti diretti sulla mobilità e sulla gestione del trasporto pubblico.
Acquisto Dei Tram Urbos: la promessa di una mobilità più moderna
Gli Urbos, prodotti dalla spagnola CAF, rappresentano una scelta tecnologica avanzata per il trasporto su rotaia romano. Si tratta di convogli più silenziosi, capaci di sostenere un numero elevato di passeggeri e progettati per garantire un viaggio confortevole e a basso impatto ambientale. Sono vetture moderne, a basso consumo energetico per quanto possibile, pensate per supportare lo sviluppo di una mobilità più sostenibile.
Il piano prevedeva di rimpiazzare i vecchi tram con questi nuovi modelli, per assicurare una rete capace di rispondere alla domanda crescente di trasporto pubblico nella città. L’arrivo dei tram Urbos avrebbe dovuto segnare una svolta nella qualità del servizio, limitando i ritardi e migliorando l’esperienza quotidiana dei romani durante gli spostamenti.
Sottostazioni elettriche obsolete: un problema che paralizza la rete tranviaria
Il meccanismo che regola il funzionamento dei tram dipende fortemente dalle sottostazioni elettriche distribuite nella città. Questi impianti trasformano, distribuiscono e regolano l’energia che serve per far muovere i tram lungo i binari. Nel caso di Roma, diverse di queste sottostazioni si sono rivelate troppo vecchie o sottodimensionate per supportare i nuovi convogli.
L’esperienza sulla linea 8, riattivata dopo mesi di chiusura, ha mostrato i limiti dell’infrastruttura. I tram Urbos si sono dovuti fermare spesso a causa di carenze nell’alimentazione elettrica, non per guasti tecnici dei mezzi stessi. Il risultato è stato un blocco improvviso che mette in crisi la continuità del servizio e mette in evidenza un problema che riguarda la capacità delle sottostazioni.
Misure Urgenti Del Comune per sbloccare la situazione
Per contrastare il ritardo nei lavori di ammodernamento delle sottostazioni, il commissario speciale per il Giubileo, Roberto Gualtieri, ha emanato una nuova ordinanza – la quarantesima del 2025 – con lo scopo di accelerare il potenziamento della sottostazione di San Paolo. Questa decisione elimina i tempi lunghi imposti dalle gare pubbliche tradizionali, adottando una procedura negoziata senza bando che dovrebbe ridurre le attese burocratiche di almeno sei o sette mesi.
L’intervento su San Paolo è prioritario, ma anche le altre sottostazioni necessitano di aggiornamenti urgenti. I cantieri sono rallentati per vari motivi, tra cui ritardi nella produzione delle apparecchiature e difficoltà nelle simulazioni tecniche affidate all’Università La Sapienza. Queste complicazioni stanno dilatando i tempi di consegna delle migliorie necessarie, aumentando il rischio di una paralisi più estesa dell’intera rete tranviaria.
La sfida tecnica: tram più potenti richiedono infrastrutture adeguate
I tram Urbos, rispetto ai vecchi modelli, richiedono più energia per via del loro peso superiore e delle apparecchiature di bordo avanzate. La rete deve sostenere un carico elettrico maggiore, e il materiale rotabile impone anche sollecitazioni più rilevanti sulle rotaie. Nel documento ufficiale dell’ordinanza è stata sottolineata la necessità che “l’armamento garantisca condizioni adeguate al maggior carico dinamico”, che significa che l’intera rete e le sottostazioni devono reggere queste nuove condizioni.
Se l’energia non supporta questi cambiamenti, i nuovi tram resteranno spenti, inutilizzati, con un evidente spreco di risorse pubbliche e il rischio di compromettere anche i finanziamenti europei destinati a migliorare il trasporto. Questa condizione crea un paradosso: Roma si è dotata di mezzi moderni, ma non ha preparato l’infrastruttura indispensabile per farli funzionare.
Strategie per recuperare terreno e rilanciare il progetto tram
Per evitare che i tram rimangano fermi a lungo, il Comune ha deciso di estendere la procedura accelerata a tutte le sottostazioni in difficoltà. L’obiettivo è superare i blocchi amministrativi e i ritardi tecnici con tempi più rapidi, approvati dall’assessorato alla Mobilità.
L’attenzione è puntata su un rapido completamento degli interventi, per evitare disagi maggiori ai cittadini e rispettare le scadenze imposte dai finanziamenti europei. I lavori dovranno includere l’adeguamento degli impianti elettrici per garantire continuità e sicurezza della rete tranviaria. Questi passi sono considerati fondamentali per dare corso al rinnovamento del trasporto pubblico romano e permettere l’entrata in funzione dei tram acquistati.
Il destino del trasporto su rotaia a Roma dipenderà in gran parte dalla capacità di completare in tempi brevi il potenziamento delle sottostazioni, in modo tale da mettere finalmente in moto le vetture tanto attese dagli abitanti della Capitale.
Ultimo aggiornamento il 19 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi