
Roma Capitale ha approvato un piano sociale triennale per rafforzare i servizi contro povertà e marginalità, basato su ascolto territoriale e inclusione, con progetti mirati e potenziamento degli assistenti sociali. - Unita.tv
Roma capitale ha approvato un nuovo piano sociale triennale per rilanciare i servizi dedicati alle fragilità, povertà e marginalità cittadina. L’obiettivo dell’amministrazione è consolidare una rete di interventi più vicina ai territori, inserendo cittadini, associazioni e municipi in un percorso condiviso che punta alla prossimità e all’inclusione sociale. Il progetto si sviluppa dopo un lungo processo di ascolto negli ultimi diciotto mesi, mirato a definire azioni concrete per sostenere chi ha subito maggiormente le conseguenze della pandemia.
Il percorso di ascolto e partecipazione nei quartieri di roma
Il piano sociale nasce da un vasto confronto avviato nel 2023, quando l’amministrazione comunale ha promosso tavoli d’ascolto in tutte le zone della città. Questi incontri hanno coinvolto abitanti, terzo settore, rappresentanti sindacali e associazioni locali. L’iniziativa ha voluto mettere al centro la realtà dei territori, raccogliendo esigenze e criticità emerse nella fase post-pandemica, in cui molte persone si sono trovate a vivere condizioni di fragilità mai registrate prima.
Brainstorming e confronto municipale
Nel corso di un anno e mezzo sono stati organizzati circa quindici incontri in ogni municipio, momenti di confronto informale condotti con modalità brainstorming per stimolare idee e proposte libere. Questa fase ha permesso di fotografare le nuove forme di povertà e marginalità, con particolare attenzione a dipendenze, disagio abitativo e povertà alimentare. Un aspetto centrale è stato proprio valorizzare il coinvolgimento diretto di chi vive sulla propria pelle queste difficoltà, in modo da costruire un piano su misura, calibrato rispetto ai bisogni reali.
La struttura del piano sociale e i suoi obiettivi principali
Il risultato del lavoro è un piano articolato attraverso quindici progetti municipali, pensati come una sorta di matrioska che racchiude le specificità di ciascun territorio, ma con un’identità comune per tutta la città. L’obiettivo dichiarato è uniformare e rendere più accessibili i servizi sociali in ogni quartiere, riducendo differenze e lacune esistenti tra le zone centrali e periferiche.
Nel documento definitivo spiccano alcuni ambiti d’intervento prioritari: il contrasto alle dipendenze, il supporto alle persone in condizione di povertà alimentare, la gestione di servizi per gli anziani e il miglioramento del welfare abitativo. Viene previsto un intervento anche nei cosiddetti “non luoghi”, come il Centro permanente per i rimpatri di Ponte Galeria, dove si tenta di rispondere a fragilità che spesso restano invisibili.
Rete territoriale e inclusione
L’idea alla base è quella di creare un welfare territoriale che funzioni da rete continua, collegando enti pubblici, associazioni e comunità locali. Questo modello vuole avvicinare i servizi al cittadino, evitando che ci si perda in burocrazia o si rinunci a chiedere aiuto per distanze troppo grandi o barriere organizzative.
Risorse umane e strategie per potenziare il welfare cittadino
Un elemento concreto sottolineato nella presentazione riguarda il potenziamento del numero degli assistenti sociali. In Italia, il rapporto indicato dalla normativa è di un assistente per 5000 abitanti. A Roma si punta a raggiungere un operatore ogni 4000 abitanti, un traguardo che migliorerebbe significativamente la copertura e la capacità di risposta del sistema.
Il sindaco Roberto Gualtieri ha spiegato come il piano non voglia essere solo un elenco di iniziative, ma uno strumento per definire e raggiungere obiettivi precisi attraverso “co-programmazione” e “co-progettazione”, coinvolgendo direttamente le realtà cittadine. Questo approccio punta a far sì che le politiche sociali sostengano l’intera città, diventando la base per il buon funzionamento anche di altre aree politiche.
Contributi e visione dell’assessora
Il contributo dell’assessora Barbara Funari ha ribadito che il piano sociale è pensato per incidere concretamente sulla quotidianità delle persone, prevenendo tensioni sociali e promuovendo forme di convivenza civile. La vicinanza alle problematiche locali resta quindi il motore di un progetto che si presenta come la risposta più attuale alle esigenze di Roma nel 2025.