Il pomeriggio del 18 luglio 2025 ha riservato una sorpresa per la polizia fluviale impegnata nei controlli sul lago Albano. Una zona solitamente frequentata per relax e sport acquatici è stata teatro di un intervento delicato dopo il ritrovamento di ordigni risalenti alla seconda guerra mondiale. Questo episodio evidenzia come a decenni di distanza, i residui di conflitti passati possano emergere ancora improvvisi, richiedendo massima attenzione da parte delle forze dell’ordine.
Scoperta degli ordigni incendiari durante Operazione Laghi Sicuri
Erano circa le 16:10 di venerdì 18 luglio quando una pattuglia della polizia fluviale, in servizio nell’ambito dell’operazione “Laghi Sicuri” coordinata dalla questura di Roma, ha individuato sulla riva del lago Albano cinque granate incendiarie. La scoperta è avvenuta sull’arenile, in un tratto frequentato nel periodo estivo da numerose persone.
Questi ordigni, capaci di sviluppare temperature superiori ai 2200 gradi, erano residui bellici abbandonati nei decenni successivi al secondo conflitto mondiale ma ancora attivi e pericolosi. Gli agenti hanno riconosciuto immediatamente il pericolo e hanno segnalato la situazione al comando centrale per attivare le procedure di sicurezza previste in casi simili.
Il ritrovamento, non previsto e inaspettato, ha richiesto un intervento rapido per escludere ogni possibilità di incidente nelle ore di maggiore affluenza sulle rive del lago.
Intervento delle squadre di artificieri e gestione dell’emergenza
Subito dopo la segnalazione, le autorità hanno evacuato l’area interessata per impedire accessi e garantire la sicurezza dei cittadini e degli operatori impegnati nelle operazioni. Le squadre di artificieri sono arrivate in breve tempo, provviste di attrezzature specializzate per neutralizzare ordigni di quel tipo.
Gli artificieri hanno effettuato accurate verifiche e rimozioni controllate degli ordigni incendiari, riducendo ogni rischio di detonazione involontaria o incendi. L’operazione si è conclusa intorno alle 18:00, senza che venissero segnalate ferite o danni.
L’attività ha richiesto precisione e coordinamento fra polizia fluviale, agenti di supporto e tecnici specializzati, dimostrando l’efficacia delle procedure adottate per fronteggiare emergenze causate da residuati bellici su terreni pubblici o aree naturalistiche frequentate.
Implicazioni della presenza di ordigni bellici sul territorio attuale
La presenza di ordigni riconducibili alla seconda guerra mondiale sui fondali o sulle rive di laghi noti per attività ricreative mette in evidenza i rischi ancora latenti in alcune aree del nostro Paese. Molte zone, pur essendo sicure, possono nascondere manufatti pericolosi sepolti o affiorati a seguito di eventi naturali o lavori sull’ambiente.
Il caso del lago Albano fa riflettere sull’importanza di operazioni di controllo periodiche come “Laghi Sicuri”, che coinvolgono la polizia, vigili del fuoco e squadre specializzate, nell’obiettivo di tutelare cittadini e territori.
Oltre al rischio diretto per la sicurezza delle persone, si profilano costi e impegni organizzativi significativi per garantire bonifiche continue delle aree sensibili. Il rinvenimento di queste granate, ancora in grado di generare danni seri, sottolinea la necessità di normare e rafforzare le attività dedicate alla gestione dei residuati bellici nel nostro Paese.
Il lago Albano ha potuto tornare ad accogliere visitatori in sicurezza poche ore dopo l’intervento, ma il caso ricorda quanto i segni del passato possano emergere in modo inatteso e richiedere risposta immediata da parte delle autorità.
Ultimo aggiornamento il 19 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi