Risarcimenti per tromba d’aria e grandinata di luglio 2023, a melzo domande in calo dopo i danni iniziali
Dopo la tromba d’aria e la grandinata a Melzo, solo 200 famiglie hanno completato le richieste di rimborso, sollevando polemiche sulla comunicazione e l’accesso ai contributi regionali.

Dopo la tromba d’aria e la grandinata del 21 luglio 2023 a Melzo, circa 200 famiglie hanno richiesto contributi per i danni subiti, ma molte altre non hanno completato la procedura regionale. Il Comune verifica le domande, mentre cresce la polemica sulla comunicazione e l’accesso ai rimborsi. - Unita.tv
Dopo la tromba d’aria e la grandinata che colpirono melzo il 21 luglio 2023, si è aperta la fase di rendicontazione per i danni subiti. Una prima stima vede circa 200 famiglie pronte per ricevere contributi economici ma molte altre sembrano essersi fermate per strada. Il Comune ha ora l’incarico di verificare la validità delle richieste arrivate alla Regione, mentre cresce la polemica sulla comunicazione e sulle modalità di accesso ai rimborsi. Vediamo cosa è successo dalla tempesta agli sviluppi attuali.
L’impatto della tromba d’aria e della grandinata su melzo e l’avvio della raccolta danni
Il pomeriggio del 21 luglio 2023 rimarrà nella memoria dei residenti di melzo e del circondario. Una tromba d’aria improvvisa si è abbattuta sulla zona, seguita da una grandinata violenta. I danni si sono distribuiti su case, auto, alberi e strutture pubbliche. Tetti scoperchiati, finestre distrutte e veicoli scheggiati hanno segnato il paesaggio urbano in modo evidente. Nei giorni successivi, i cittadini sono stati chiamati a segnalare i danni subiti compilando schede apposite da consegnare direttamente al Comune. Solo pochi giorni dopo, infatti, già il 27 luglio, erano arrivate circa tremila segnalazioni.
Per le famiglie colpite, la priorità era catturare la portata dei danni per accedere poi agli aiuti promessi. La grande quantità di pratiche consegnate rifletteva la gravità dell’evento meteorologico e la voglia della comunità di trovare risposte rapide. A quel punto però la partita si è complicata, perché la Regione ha poi pubblicato bandi specifici con modalità diverse per chiedere i contributi economici. La piattaforma per la presentazione online è stata gestita a un livello superiore, richiedendo un altro passaggio burocratico da parte dei cittadini.
Il passaggio dalla segnalazione comunale alla richiesta regionale, cause dell’afflusso ridotto
Dopo l’emergenza, la Regione ha definito i criteri e i limiti per il risarcimento. Sono stati fissati tetti massimi, con contributi fino a cinquemila euro per abitazione principale. Il problema è stato il salto fra la prima raccolta danni realizzata al Comune e le nuove istanze da presentare sulla piattaforma regionale. Non tutti hanno saputo che bisognava ricompilare la documentazione e inoltrarla nuovamente, come richiesto dal bando regionale uscito in ottobre 2023.
Secondo i dati disponibili, delle tremila schede iniziali che indicavano danni subìti, solo circa duecento famiglie hanno completato la procedura e presentato domanda nei tempi. Questo dato spiega l’attuale differenza marcata tra i cittadini coinvolti e quelli concretamente entrati nella procedura di risarcimento. Alcuni ritengono la comunicazione insufficiente o poco chiara. Il Comune ha fornito le indicazioni essenziali e pubblicato gli avvisi sul proprio sito, ma la risposta resta piuttosto contenuta.
Le critiche del pd e la replica del sindaco sulle modalità di comunicazione e gestione della crisi
Il gruppo del pd di melzo ha diffuso un comunicato che attacca la gestione dell’emergenza e delle procedure connesse. Il pd ricorda che a luglio il Comune raccolse frammentariamente tremila segnalazioni di danni, cifra rappresentativa della situazione complessiva. Poi sottolinea come solo duecento di queste siano state trasformate in richieste di rimborso effettive, collegate al bando regionale. Si sottolinea la scarsa informazione arrivata ai cittadini, che in molti casi non hanno conosciuto il bando o non hanno ricevuto assistenza per completare le procedure. Questa mancanza, secondo il pd, ha penalizzato numerose famiglie in difficoltà.
Tatiana Tritone, segretaria del pd locale, ha messo in rilievo la necessità di un supporto più concreto. In una situazione così delicata, poter contare su indicazioni chiare e accompagnamento sarebbe stato fondamentale. La critica verte soprattutto sulla gestione della comunicazione, giudicata fredda e poco accessibile a chi stava affrontando la riparazione di danni ingenti.
La risposta del sindaco Antonio Fusè non ha tardato ad arrivare. Fusè ha sottolineato che ogni comunicazione è stata pubblicata puntualmente sul sito del Comune. Ha difeso le modalità adottate, evidenziando come melzo sia stata una delle città più colpite e che le richieste giunte sono state numerose e urgenti. Il sindaco ha ricordato che la Regione ha gestito direttamente il bando e che il Comune non poteva intercettare o assistere ogni singolo cittadino danneggiato durante la procedura online.
Il ruolo del Comune come ente attuatore e le verifiche per i rimborsi alle famiglie coinvolte
La piattaforma regionale ha aperto la fase di raccolta delle domande a fine 2023, poi il compito è passato al Comune di melzo. Il Comune infatti fa da ente attuatore, ossia deve controllare la veridicità delle richieste per evitare irregolarità. Il controllo si basa su un campione delle domande per un’analisi accurata di congruità con i danni reali denunciati. Solo dopo questa verifica, si inizia la corresponsione dei rimborsi, che comunque non supereranno i cinquemila euro per famiglia.
La verifica si configura come un passaggio delicato, essenziale per evitare abusi e situazioni non documentate. Il Comune ha comunemente poche risorse, ma in un contesto di emergenza come quello vissuto, il lavoro si fa più lungo e complesso. Anche per questo la procedura ha richiesto tempi più lunghi del previsto. Le famiglie coinvolte attendono risposte concrete, ma ogni pratica richiede un controllo meticoloso.
In città si è creata una situazione di attesa, con molte famiglie che avevano compilato la prima segnalazione a luglio ma che non hanno completato la domanda o hanno perso l’opportunità di accedere ai contributi. Ora sarà cruciale l’attività del Comune per velocizzare le pratiche e comunicare chiaramente le procedure ancora aperte. E’ la fase in cui i cittadini si aspettano più trasparenza e assistenza per non rimanere esclusi dai risarcimenti, a fronte di un evento che ha lasciato segni profondi sull’ambiente e sulle case di melzo.