Risarcimenti per buche e dossi stradali in Italia: nuove norme facilitano le richieste dei cittadini
Cambiamenti normativi in Italia semplificano le richieste di risarcimento per danni causati da buche e dossi, alleggerendo l’onere della prova per i cittadini danneggiati e introducendo nuove tabelle di calcolo.

L'articolo illustra le recenti novità giurisprudenziali e normative in Italia che semplificano l'ottenimento del risarcimento da parte dei cittadini per danni causati da buche e dossi stradali, evidenziando le procedure da seguire e le criticità ancora presenti. - Unita.tv
Negli ultimi tempi in Italia, le richieste di risarcimento per incidenti causati da buche o dossi sulle strade hanno conosciuto un cambiamento rilevante. Nuove sentenze della Corte di Cassazione e normative aggiornate hanno modificato le regole su come i cittadini possono chiedere un indennizzo ai Comuni quando si trovano a subire danni per strade malmesse. Queste novità hanno creato un quadro più chiaro e meno impegnativo per chi ha subito danni, aprendo la strada a un nuovo modo di affrontare queste situazioni. Vediamo come funziona oggi il sistema dei risarcimenti, cosa è cambiato e quali passi bisogna seguire per ottenere un rimborso.
Responsabilità dell’ente per la manutenzione delle strade secondo il codice civile
L’articolo 2051 del codice civile stabilisce che chi gestisce una strada ha il dovere di mantenerla in condizioni di sicurezza. Questo vuol dire che il Comune o altri enti responsabili devono intervenire per riparare buche o dossi pericolosi, prevenendo danni agli utenti. Storicamente però, chi ha subito incidenti causati da queste condizioni problematiche doveva dimostrare che l’ente fosse al corrente del problema e non avesse agito per correggerlo. Questa prova era spesso difficile da portare, rendendo complicato ottenere un risarcimento.
In pratica, il giudice chiedeva al danneggiato prove precise riguardo la cattiva manutenzione e la mancata presa d’atto da parte del Comune. Spesso si traduceva in una lunga battaglia legale, con esiti incerti. Il centro della questione rimaneva la responsabilità di chi custodiva la strada, ma il sistema richiedeva un impegno notevole da parte del cittadino danneggiato.
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Sentenze recenti che semplificano l’accesso al risarcimento
Nel 2024 la Corte di Cassazione ha emesso alcune sentenze che hanno cambiato le regole del gioco. In particolare, è stato stabilito che chi ha subito il danno deve solo dimostrare l’effettiva presenza del danno causato da una buca o un dosso, senza dover provare che il Comune fosse a conoscenza della situazione pericolosa. Questa inversione dell’onere della prova agevola molto chi reclama il risarcimento, togliendo uno degli ostacoli principali.
Sempre nel 2025 è stata introdotta la Tabella Unica Nazionale, che disciplina il risarcimento dei danni biologici. Entrata in vigore il 5 marzo, questa tabella serve a calcolare in modo uniforme le indennità da riconoscere alle vittime di incidenti, inclusi quelli stradali. Questa tabella si applica però solo agli incidenti avvenuti dopo quella data. Resta da chiarire come possa influire sulle richieste per episodi precedenti, soprattutto in ambito di responsabilità civile sanitaria, dove potrebbero esserci interpretazioni diverse che permettono una retroattività.
Passaggi fondamentali per richiedere un risarcimento
Chi subisce un incidente causato da una buca o da un dosso deve attivare una serie di azioni precise per non perdere la possibilità di ottenere un risarcimento. Primo passo: chiamare subito le forze dell’ordine per far arrivare sul posto una pattuglia o i carabinieri. La loro relazione diventa un documento ufficiale fondamentale per certificare le condizioni della strada e l’accaduto.
Dopo aver raccolto questa prova, si deve inviare una lettera di messa in mora all’ente che gestisce la strada. Va indicato con chiarezza cosa è successo, quali danni si sono subito e, se possibile, i nomi di testimoni che hanno assistito all’incidente. Se ci sono ferite, è imprescindibile rivolgersi al pronto soccorso e farsi rilasciare certificati medici dettagliati, perché saranno imprescindibili per dimostrare il nesso tra incidente e lesioni.
Questi passaggi costituiscono la base di qualunque ricorso per risarcimento, senza i quali la procedura rischia di arenarsi. La tempestività nel documentare tutto è essenziale.
Documentazione e testimonianze: la chiave per il successo
Raccogliere prove solide e testimonianze affidabili può fare la differenza in sede di valutazione della richiesta di risarcimento.
Come si calcola il risarcimento per danni biologici e materiali
La Tabella Unica Nazionale definisce il valore del punto di invalidità permanente a 939,78 euro, con l’aggiunta di 39,37 euro per ogni giorno in cui la vittima è inabile a svolgere le normali attività. Questi valori vengono aggiornati annualmente, seguendo l’inflazione.
Nel caso di incidenti stradali, il risarcimento può comprendere non solo le lesioni personali, calcolate con questa tabella, ma anche i danneggiamenti al veicolo. Per la parte biologica, il grado di invalidità assegnato a seguito di accertamenti medici determina la cifra corrisposta. Ad esempio, un permanere inabilità del 10% significherà 9.397,8 euro più eventuali giornate di inabilità assoluta.
L’età del danneggiato e la gravità del danno influenzano il calcolo, così come le perdite economiche subite durante il periodo di convalescenza. Il sistema punta a garantire un risarcimento proporzionato e misurabile.
Critiche e difficoltà ancora in campo nei risarcimenti
Nonostante le semplificazioni introdotte, restano punti critici nel sistema. Alcuni utenti lamentano ancora procedure burocratiche lente e poco chiare, con tempi spesso troppo lunghi per vedere un rimborso concreto. Altri sottolineano la mancanza di uniformità nell’applicazione delle regole tra diversi Comuni.
C’è anche chi mette in dubbio la reale efficacia delle nuove norme, specie per quello che riguarda l’applicazione retroattiva in materia di responsabilità civile sanitaria, che potrebbe aprire spiragli legali complessi e controversi. Le amministrazioni locali, dal canto loro, mostrano preoccupazione per i potenziali costi che queste richieste potrebbero generare, temendo un impatto sul bilancio pubblico.
Finora, mancano dati certi sul numero di risarcimenti richiesti e concessi dopo l’entrata in vigore delle nuove disposizioni, quindi il quadro resta parziale.
Reazioni da parte di avvocati, associazioni e enti locali
Le associazioni dei consumatori hanno accolto con interesse le nuove sentenze e indicazioni, consigliando alla popolazione di documentare rapidamente gli incidenti e di seguire con attenzione le procedure. Ivana Russo, avvocato dell’Unione Nazionale Consumatori, ha ricordato l’importanza di affidarsi il prima possibile a professionisti per non perdere diritti.
Diverse amministrazioni comunali hanno espresso riserve, segnalando il rischio di un aumento delle richieste risarcitorie e dell’impatto economico sul bilancio locale. Alcuni abitanti vedono però queste novità come un incentivo a migliorare la manutenzione stradale, al fine di evitare costi e liti.
La complessità di equilibrare tutela dei cittadini e sostenibilità economica resta un tema aperto. Resta da vedere come si evolverà il confronto nei prossimi mesi.