Rinviati a giudizio i responsabili del cantiere in via fauchè 9 per abuso edilizio a milano
Il tribunale di Milano manda a processo Marco Colombo, Gaetano Risi e Luigi D’Ambrosio per abuso edilizio nel cantiere di via Fauchè 9, bloccato dal Tar per irregolarità urbanistiche.

Il tribunale di Milano ha disposto il processo per abuso edilizio contro tre responsabili del cantiere in via Fauchè 9, dove i lavori, avviati come ristrutturazione ma configurati come nuova costruzione, sono stati bloccati dal Tar per violazioni urbanistiche. - Unita.tv
L’inchiesta sulla costruzione di un palazzo in via Fauchè 9 a Milano si arricchisce di un nuovo capitolo giudiziario. Il tribunale ha deciso di mandare a processo i tre indagati coinvolti per presunto abuso edilizio. Il caso riguarda la modifica delle altezze nei cortili, con un cantiere avviato nel 2022 e bloccato dal Tar l’anno scorso, a causa di problemi urbanistici e amministrativi. Qui i protagonisti e le motivazioni dell’avviso di giudizio, con dettagli sulle procedure che hanno coinvolto tecnici, amministrazioni e residenti.
Il rinvio a giudizio per i responsabili del cantiere
Il 14 luglio 2025 inizierà il processo contro Marco Colombo, direttore dei lavori e progettista, Gaetano Risi, costruttore, e Luigi D’Ambrosio, proprietario del 50% delle quote della società immobiliare Fauchè 9 srl. La Procura di Milano li accusa di aver superato i limiti di altezza previsti dal Piano di governo del territorio del Comune, in particolare nelle aree cortilizie del complesso. In più, il cantiere sarebbe stato avviato grazie a una Segnalazione certificata di inizio attività per ristrutturazione, anziché come nuova costruzione, violando così normative specifiche.
Il tribunale ha rigettato la richiesta della difesa che puntava a far cadere l’accusa invocando un affidamento incolpevole nei titoli edilizi rilasciati dal Comune. La giudice Antonella Bertoja ha spiegato che la buona fede non basta, perché chi agisce deve adottare ogni misura possibile per rispettare le regole sulla materia edilizia. Nemmeno la presenza di tecnici pubblici o privati a seguire i lavori esclude responsabilità.
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Il blocco del cantiere deciso dal tar della lombardia
Nel agosto 2024 il Tar della Lombardia aveva fermato i lavori del cantiere in via Fauchè 9. Il provvedimento accoglieva il ricorso presentato dal condominio composto da 200 appartamenti in via Fauchè 9-11 e via Castelvetro 16-18-20, che si è anche costituito parte civile nel processo. Secondo il tribunale amministrativo, il nuovo edificio presentava caratteristiche strutturali e funzionali tali da generare un “rinnovato carico urbanistico” differente rispetto alla costruzione precedente. Questo elemento ha motivato la decisione della sospensione, perché il progetto non rispettava i limiti fissati dal piano urbanistico comunale.
Conseguenze del blocco
Questa interruzione ha avuto un ruolo fondamentale nel far emergere l’inadeguatezza delle autorizzazioni richieste e ottenute inizialmente. La questione su quali titoli edilizi fossero adatti per l’intervento e su come fossero stati rilasciati ha alimentato l’inchiesta della Procura e la decisione di rinvio a giudizio.
Le richieste della difesa e la risposta del tribunale
Gli avvocati difensori avevano sostenuto che i loro assistiti avevano agito in buona fede, senza dolo o colpa, basandosi su autorizzazioni ufficiali emesse da Palazzo Marino. Secondo la difesa era corretto il meccanismo amministrativo che aveva convalidato la Scia presentata, e quindi non si potevano configurare responsabilità penali per abuso.
Il tribunale ha però ribadito che i soggetti coinvolti negli interventi edilizi devono controllare e adottare tutte le precauzioni necessarie per attuare opere a norma di legge. La semplice presenza di nulla osta o verifiche da parte di tecnici non solleva dalla responsabilità chi dirige i lavori e chi assume la titolarità delle opere. Per questo motivo la richiesta di proscioglimento è stata rigettata e si procederà con il giudizio vero e proprio.
Cronologia e caratteristiche del cantiere contestato
Il cantiere in via Fauchè 9 era partito nell’ottobre 2022 e aveva subito attirato l’attenzione per la natura e le dimensioni dell’edificio in costruzione. Le contestazioni principali riguardano soprattutto la modifica delle altezze all’interno dei cortili, aspetto che avrebbe impattato sulle condizioni urbanistiche del quartiere.
Errori nella classificazione del cantiere
L’attività edilizia portata avanti spacciandosi per una ristrutturazione, anziché una nuova costruzione, ha fatto saltare le regole sul tipo di autorizzazioni richieste. Questo errore ha innescato la disputa legale con i condomini, che si sono opposti ufficialmente, chiedendo l’intervento del Tar e della Procura.
I tecnici e i titolari del progetto hanno più volte difeso la legittimità dell’esecuzione, ma il blocco amministrativo e il rinvio a giudizio mostrano quanto complesso sia stato l’iter. Il caso continua a tenere alta l’attenzione sul controllo degli interventi in città e sui limiti fissati dal comune di Milano.