La corte di appello di genova ha deciso di rinviare al 13 giugno la discussione sulla richiesta di revisione della condanna all’ergastolo di mario vanni, imputato per quattro delitti legati al caso del mostro di firenze. La decisione arriva perché il pubblico ministero non aveva ancora terminato di esaminare l’ingente mole di documenti trasmessi dalla procura toscana. Questo spostamento fissa nuove tappe in un processo che riguarda gesti commessi oltre trent’anni fa e che tiene ancora alta la tensione nella cronaca italiana.
La decisione della corte di appello di genova e lo stato del procedimento
L’udienza per valutare l’ammissione della richiesta di revisione della condanna è stata fissata originariamente nei giorni scorsi, ma si è subito reso necessario posticiparla al 13 giugno. Lo ha stabilito il collegio presieduto da vincenzo papillo, proprio perché il pm alessandro bogliolo non aveva ultimato lo studio dei 34 faldoni ricevuti dalla procura di firenze. L’enormità del materiale rende complesso il lavoro della pubblica accusa, che deve assicurare un approfondito controllo prima della discussione in aula.
L’istanza è stata presentata dagli avvocati antonio mazzeo e valter biscotti su delega del nipote di paolo vanni, il postino di san casciano ritenuto uno degli esecutori nei delitti riconducibili al mostro di firenze. Il contenuto dell’istanza, lunga circa 400 pagine più alcune integrazioni successive, è riuscito a superare il primo filtro di ammissibilità indicato dalla legge come “non manifesta infondatezza”. Questo permette dunque di proseguire con la trattazione della richiesta.
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I dettagli della nuova consulenza entomologica e la tesi dei legali
Il cuore della revisione si fonda su una nuova perizia entomologica che cambia la data della morte delle vittime dell’ultimo omicidio della serie, quello avvenuto nella zona degli scopeti nel settembre 1985. Tradizionalmente si considerava la sera dell’8 settembre come il momento dell’aggressione e successivo ritrovamento dei corpi, ma a questo punto la consulenza presentata muta quei riferimenti.
giancarlo lotti, testimone all’epoca, aveva dichiarato di aver visto mario vanni e pietro pacciani aggredire la tenda dove si trovavano i francesi nadine mauriot e jean michel kraveichvili. Secondo la nuova perizia dei consulenti fabiola giusti e stefano vanin, le larve delle mosche lucilia presenti sulle immagini delle salme avevano raggiunto il terzo stadio di sviluppo, cosa che fa retrodatare la morte alle ore tra venerdì 6 e sabato 7 settembre. Il rapporto specifica che l’inizio della colonizzazione da parte dei ditteri sarebbe avvenuto la mattina del 7 settembre.
Questa nuova datazione impatta direttamente sulla ricostruzione del fatto, mettendo in discussione la dinamica che aveva orientato la condanna di vanni. Gli avvocati insistono che tale elemento rientri nella categoria di “nuove prove” secondo i parametri stabiliti dalla corte di cassazione, aprendo così la possibilità di un esame più attento della condanna inflitta.
Il contesto storico e l’importanza del processo di revisione
Il caso del mostro di firenze è ancora oggetto di attenzione mediatica e giudiziaria dopo decenni. Mario vanni era stato condannato all’ergastolo per la sua presunta partecipazione a quattro omicidi, parte di una lunga sequenza di delitti avvenuti tra gli anni ’70 e ’80 nella provincia di firenze. Le indagini erano orientate verso un gruppo che includeva anche pietro pacciani.
La richiesta di revisione, sulla base di nuove testimonianze e perizie, si inserisce in una tradizione di ricorsi e rivalutazioni che accompagnano processi complessi e controversi. L’esame della corte di appello dovrà stabilire se le modifiche indicate tramite le nuove analisi forensi sono sufficienti ad aprire un nuovo giudizio oppure se la sentenza definitiva resisterà.
Il rinvio allunga i tempi, ma testimonia la complessità della materia e la necessità di un approfondimento rigoroso. In questo momento cruciale, la politica giudiziaria mostra la sua responsabilità nel garantire un equo processo anche a fronte di indagini e condanne molto datate. Il 13 giugno sarà la prossima pagina di questa vicenda che, in più di 40 anni, ha segnato la cronaca e la giustizia italiana.