L’incontro tenutosi l’11 dicembre 2024 a Milano ha raccolto studenti e esperti con l’obiettivo di approfondire le conseguenze della guerra sulle popolazioni civili, soprattutto sui più piccoli. Diversi interventi si sono concentrati sul dramma vissuto dai bambini nei conflitti armati, mettendo in luce sia esperienze personali sia fatti storici. Un’occasione per dialogare su un tema delicato che ancora oggi tocca milioni di vite.
L’esperienza di marco rodari, il pagliaccio che porta sorrisi nelle zone di guerra
Marco Rodari, conosciuto come il Pimpa, è un animatore che lavora da quindici anni con i bambini colpiti dalla guerra. Si definisce “pagliaccio” perché, con giochi e spettacoli di magia, cerca di ridare un senso di meraviglia a chi ha perso la spensieratezza. Durante il suo racconto ha ripercorso un episodio drammatico: un bombardamento che colpì una scuola dove stava intrattenendo i piccoli. Marco riuscì a salvarsi per un soffio, ma quell’esperienza gli ha segnato per sempre la vita.
Parole di speranza e resistenza
Nel suo intervento, Rodari ha sottolineato che “la guerra non sbaglia”: chi soffre non ha scampo e l’unica via per contrastarla è mettere al primo posto il bene dei bambini. Ha invitato i ragazzi presenti a usare la loro intelligenza e talenti per costruire un mondo dove la guerra non possa più esistere. Secondo lui, il sorriso dei bambini rappresenta una luce potente capace di spegnere le tenebre generate dai conflitti. Per questo, mantenere viva la gioia anche nei momenti più bui diventa un atto di resistenza e speranza.
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Guerre ingiuste e vittime innocenti: la storia raccontata da marco cuzzi
Lo storico marco cuzzi, esperto del Novecento, ha affrontato il tema della guerra senza filtri. Ha spiegato che i bambini non conoscono divisioni di razza o politica e che la guerra li colpisce indiscriminatamente. La sua riflessione si è concentrata su un concetto chiave: non esiste una guerra giusta. La guerra, ha detto, trasforma il mondo in un inferno e ogni sforzo di giustificarla svanisce di fronte alla sofferenza delle vittime innocenti.
La strage della scuola francesco crispi nel quartiere gorla
Cuzzi ha descritto la strage della scuola Francesco Crispi, nel quartiere Gorla di Milano, colpita da un bombardamento il 20 ottobre 1944. Quel giorno morirono 184 bambini. Il video proiettato durante il suo intervento raccoglie testimonianze toccanti, tra cui quella di Ugo Zamboni, che perse il fratello in quell’attacco. È stato ricordato che l’errore fu causato da un calcolo sbagliato dei piloti angloamericani, che colpirono abitazioni anziché le fabbriche di armi.
Memoria e impegno digitale
Allo stesso tempo, cuzzi ha segnalato un ossario nel quartiere Gorla, eretto in memoria dei piccoli martiri di quella tragedia. Ha invitato i giovani a sfruttare gli strumenti digitali per diffondere la memoria e il messaggio che tutti i popoli meritano pace e libertà, senza distinzioni di nazionalità o credo.
Il punto di vista del giornalista raffaele crocco sulle guerre contemporanee
Raffaele Crocco, giornalista di Rai e inviato di guerra, ha portato la sua esperienza sul campo, raccontando come i conflitti attuali si riflettano sulle vite quotidiane delle popolazioni colpite. Crocco è anche direttore di due progetti divulgativi, Unimondo e Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, che danno voce a temi legati alla nonviolenza e agli sviluppi dei conflitti moderni.
Sfide attuali e informazione senza censure
Le sue parole hanno evidenziato le nuove sfide legate ai conflitti odierni, la complessità degli interessi in gioco e il peso che la guerra continua ad avere sulle famiglie, soprattutto sulle nuove generazioni. Crocco ha ribadito l’importanza di informare senza censure, per costruire consapevolezza sul dramma della guerra e favorire una cultura della pace.
L’incontro ha offerto un quadro ampio e problematico del ruolo della guerra ieri e oggi, con testimonianze concrete e memorie preziose per non dimenticare le vittime, soprattutto i bambini. I presenti hanno potuto ascoltare storie dirette, capire l’entità delle ferite causate dal conflitto, e riflettere sul valore della pace.