
A sei anni dalla firma del documento sulla fratellanza umana ad Abu Dhabi, l’Università di Trieste ha ospitato un incontro sul dialogo interreligioso, sottolineando l’importanza della collaborazione concreta tra comunità cristiana e musulmana per promuovere pace e convivenza. - Unita.tv
A sei anni dalla firma del documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato ad Abu Dhabi da papa francesco e dal grande imam di Al-Azhar ahmad al-tayyeb, l’università degli studi di trieste ha ospitato un incontro dedicato al dialogo interreligioso e ai temi legati alla fratellanza. L’appuntamento ha visto la partecipazione di mons. enrico trevisi, vescovo di trieste, e di akram omar, presidente della comunità islamica locale, che hanno discusso l’importanza del confronto e della collaborazione tra comunità cristiana e musulmana nel contesto cittadino.
Il valore della fraternità in un mondo segnato dalle divisioni
Mons. enrico trevisi ha aperto il dibattito richiamando l’urgenza di coltivare fraternità in tempi segnati da tensioni e incomprensioni. Ha sottolineato che educare all’incontro e al dialogo resta una responsabilità collettiva. Anche quando le differenze permangono, lo scambio di idee consente di superare paure e malintesi. Proprio attraverso la parola e il confronto rispettoso si possono affrontare questioni delicate e aprire la strada a una convivenza più giusta e pacifica. Il vescovo ha rimarcato che è compito di tutti costruire una società in cui si riescano a mettere da parte i conflitti e dove prevalga una solidarietà che vada oltre le differenze culturali e religiose, in cui “tacciano le armi”.
Una visione concreta a trieste
La riflessione di trevisi parte da una visione concreta: il dialogo non è un’astrazione ma uno strumento necessario per affrontare i problemi attuali, a partire proprio dalla città di trieste, crocevia di culture e tradizioni. La pace è intesa come risultato di un impegno condiviso, non come assenza passiva di ostilità. Per il vescovo, ogni individuo ha un ruolo attivo nel promuovere il rispetto reciproco e la giustizia sociale, un passaggio essenziale per evitare che i conflitti tornino a emergere.
L’evoluzione del dialogo interreligioso a trieste e il ruolo della comunità islamica
Akram omar ha descritto l’incontro come una tappa di un percorso iniziato molto prima del 2019, anno della firma del documento sulla fratellanza umana. Ha ricordato che la comunità islamica di trieste ha avviato rapporti di dialogo con le realtà cristiane del territorio diversi anni addietro. Il documento firmato ad Abu Dhabi ha, però, fornito una spinta significativa, offrendo una base comune a un impegno già esistente e consolidato.
Il contributo di mons. enrico trevisi
Omar ha posto l’accento sul rafforzamento dei legami interculturali e interreligiosi a seguito dell’arrivo di mons. enrico trevisi come vescovo di trieste. Secondo lui, la presenza di trevisi ha rappresentato un momento di crescita e consolidamento di quella collaborazione fra comunità che si traduce in progetti condivisi e incontri frequenti. La comunità islamica, rappresentata in questa sede dalla moschea ar-rayan, si è mostrata disponibile a continuare su questa strada, mantenendo aperto il dialogo e cercando punti di contatto concreti nel quotidiano.
L’interlocuzione fra istituzioni religiose di diverse fedi in città ha portato alla creazione di spazi di confronto pacifico e di collaborazione concreta attorno a temi sociali, culturali ed educativi. In particolare, si è messo in evidenza come la presenza di dialoghi regolari aiuti a superare stereotipi e diffidenze, radicando una cultura di convivenza che risponde alle necessità di una società plurale come quella di trieste.
Il significato del documento sulla fratellanza umana dopo sei anni dalla firma
Il documento sulla fratellanza umana, firmato il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi, è stato un passo simbolico e pratico importante per la promozione della pace e della convivenza fra religioni diverse. Papa francesco e il grande imam ahmad al-tayyeb hanno sottoscritto un documento che invita a un dialogo rispettoso e alla costruzione di relazioni basate sulla fiducia e sulla cooperazione.
A distanza di sei anni, il documento rappresenta un riferimento per molte iniziative sul territorio nazionale e internazionale. L’incontro organizzato dall’università di trieste ne è un esempio, mostrando come le dichiarazioni ufficiali possano tradursi poi in momenti di confronto reale e in azioni concrete. Il testo ha avuto un impatto anche nel promuovere una narrazione alternativa rispetto a quella dominante in molte aree, orientata al conflitto e alla chiusura verso “l’altro”.
Una risonanza ancora attuale
La risonanza che il documento continua ad avere spinge istituzioni, comunità religiose e società civile a riflettere su temi come la giustizia, la pace e l’inclusione. In città come trieste, caratterizzate da una composizione sociale ampia e variegata, questi insegnamenti assumono un carattere quotidiano. Anche per questo il dialogo interreligioso assume una dimensione pratica, finalizzato alla soluzione di contrasti locali e alla promozione di iniziative comuni nel campo educativo e sociale.