Riccardo Chailly resta direttore musicale della scala fino al 2026, confermato prolungamento contratto

Riccardo Chailly prolunga il suo incarico come direttore musicale del Teatro alla Scala di Milano fino al 2026, consolidando un legame duraturo e pianificando nuovi progetti musicali.
Riccardo Chailly ha rinnovato fino al 2026 il suo incarico di direttore musicale al Teatro alla Scala di Milano, proseguendo un rapporto decennale caratterizzato da progetti innovativi e un forte legame con l’orchestra e la città. - Unita.tv

Riccardo Chailly ha deciso di prolungare di un anno il suo incarico come direttore musicale del Teatro alla Scala di Milano. Un annuncio arrivato il 6 maggio 2025, in occasione della conferenza stampa dedicata alla presentazione di un trittico di Kurt Weill che il maestro dirigerà a partire dal 14 maggio. Il rinnovo del contratto fino al 2026 vuole consolidare un percorso durato quasi un decennio e stabilire nuove tappe per la stagione musicale del celebre teatro milanese.

Il proseguimento naturale di un rapporto quasi decennale con la scala

Chailly ha definito la sua continuazione alla guida musicale della Scala come un “proseguimento naturale”. Questa scelta segna un’estensione del suo impegno, iniziato quasi dieci anni fa, che conferma la fiducia e l’intesa con il teatro milanese. Il direttore ha sottolineato di avere già in programma diversi progetti con la Filarmonica della Scala estesi fino a oltre due anni e mezzo. Tra questi si distingue un concerto gratuito previsto in piazza Duomo il 5 giugno, un evento di grande richiamo per la città e per gli appassionati di musica.

L’annuncio arriva in un momento di grande fermento per la Scala, che continua ad attrarre pubblico e attenzione internazionale anche grazie alla direzione artistica di Chailly. La sua presenza ha consolidato un legame forte con l’orchestra e con la città di Milano, favorendo esperienze musicali che spaziano dal repertorio classico a quello contemporaneo, come testimoniano le produzioni in programma.

Il percorso formativo e i primi passi nel mondo della musica

Riccardo Chailly nasce a Milano nel 1953 in una famiglia dedita alla musica, che lo stimola fin da giovanissimo. La sua formazione si svolge nei conservatori di Perugia, Roma e Milano, dove affina le sue competenze. Completa la sua preparazione studiando direzione d’orchestra con Franco Ferrara a Siena, un punto di riferimento per molti giovani musicisti dell’epoca.

A soli venti anni, Chailly inizia a lavorare come assistente di Claudio Abbado, allora alla Scala, esperienza che rappresenta una preziosa palestra per avvicinarsi al podio. A 21 anni debutta come direttore d’orchestra con Madama Butterfly presso il Lyric Opera di Chicago, evento che segna l’inizio della sua carriera internazionale. Nel 1977 guida la ripresa di Simon Boccanegra al Teatro Regio di Parma, collaborando con il baritono Leo Nucci. Il debutto come direttore alla Scala risale al 1978, alla ripresa dell’opera I Masnadieri.

Una carriera internazionale tra i teatri e le orchestre più prestigiose

Riccardo Chailly si impone rapidamente come uno dei maestri più ricercati nel circuito operistico e sinfonico internazionale. I suoi incarichi includono la direzione di prestigiosi teatri come la Staatsoper di Vienna, il Metropolitan Opera di New York e il Royal Opera House di Londra, senza dimenticare i festival di Salisburgo e le principali istituzioni europee come l’Opera di Zurigo e il Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera.

Collaborazioni con orchestre sinfoniche di rilievo mondiale

Non solo teatro d’opera, Chailly ha collaborato con orchestre sinfoniche molto rinomate a livello mondiale. Tra queste figurano i Berliner Philharmoniker, i Wiener Philharmoniker, la London Symphony Orchestra e la New York Philharmonic Orchestra. Ha guidato anche l’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia, l’Orchestra di Cleveland, la Philadelphia Orchestra, la Chicago Symphony Orchestra e l’Orchestre de Paris.

Dal 2015, ha assunto il ruolo di direttore musicale della Scala, succedendo a Daniel Barenboim e consolidando la tradizione artistica del teatro milanese. La sua permanenza si connota per un equilibrio tra rispetto del repertorio storico e attenzione verso le nuove produzioni, tenendo saldo il rapporto con la città di Milano e il suo pubblico.