Riapertura del caso Costanza e Ragone: la difesa di Ruotolo chiede una revisione del processo

A dieci anni dall’omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone a Pordenone, la difesa di Giosuè Ruotolo chiede la revisione del processo, sostenendo l’emergere di nuovi elementi.
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Riapertura del caso Costanza e Ragone: la difesa di Ruotolo chiede una revisione del processo - unita.tv

L’omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone, avvenuto a Pordenone dieci anni fa, continua a suscitare interesse e dolore nella comunità. La difesa di Giosuè Ruotolo, condannato per il delitto, sta cercando di riaprire il caso, sostenendo che ci siano nuovi elementi che potrebbero portare a una revisione del processo. Questo articolo esplorerà i dettagli del crimine, le indagini e le recenti richieste della difesa.

L’omicidio che ha scosso Pordenone

Il 17 marzo 2015, intorno alle 19.47, Teresa Costanza e Trifone Ragone, entrambi trentenni, furono uccisi a Pordenone con colpi di pistola. La notizia dell’omicidio colpì profondamente la comunità locale, che si unì nel dolore per la perdita di due giovani vite. Ancora oggi, il luogo del delitto è contrassegnato da fiori e peluche, simboli del ricordo e della sofferenza delle famiglie coinvolte. Nonostante la condanna di Giosuè Ruotolo, l’assenza di risposte definitive ha lasciato una ferita aperta.

Le indagini iniziali rivelarono che il movente dell’omicidio era legato all’invidia. Ruotolo, un amico della coppia, si sentiva minacciato dal successo di Trifone, che era diventato caporalmaggiore dell’esercito. Questo aspetto ha aggiunto una dimensione inquietante al caso, evidenziando come relazioni personali possano sfociare in tragedie.

La condanna di Giosuè Ruotolo

Giosuè Ruotolo, condannato all’ergastolo, ha sempre dichiarato la propria innocenza. La sua condanna si basa su una serie di prove raccolte dal nucleo investigativo provinciale di Pordenone, guidato dal colonnello Pier Luigi Grosseto. Gli inquirenti hanno lavorato per sei mesi, esaminando diverse piste, tra cui collegamenti con la mafia e traffico di sostanze illecite. Tuttavia, è emersa una sola ipotesi credibile, che ha portato all’arresto di Ruotolo.

Un elemento chiave fu la sua auto, avvistata davanti alla palestra frequentata da Trifone e Teresa durante l’orario dell’omicidio. Le telecamere di sorveglianza hanno immortalato la vettura poco prima del crimine, mentre un testimone, Maurizio Marcuzzo, ha confermato di aver visto Ruotolo in quella zona. La scoperta dell’arma del delitto, rinvenuta nel laghetto del parco San Valentino, ha ulteriormente incriminato Ruotolo, il cui comportamento sospetto durante le indagini ha alimentato i sospetti.

La richiesta di revisione del processo

La difesa di Ruotolo, guidata dall’avvocato Danilo Iacobacci, sta ora cercando di riaprire il caso, sostenendo che ci siano nuovi elementi che potrebbero giustificare una revisione del processo. Nonostante i ricorsi presentati alla Corte europea dei diritti dell’uomo e alla Cassazione siano stati respinti, l’avvocato si mostra ottimista riguardo a una possibile revisione.

Un aspetto controverso è la testimonianza di Lorenzo Kari, un uomo che ha affermato di aver ricevuto un’offerta di 100mila euro per assassinare i fidanzati. Questa dichiarazione, presentata dalla difesa, è stata considerata non attendibile e ha portato Kari a essere indagato per calunnia. La difesa di Ruotolo spera di utilizzare questa testimonianza per mettere in discussione la validità delle prove raccolte contro il suo assistito.

La questione rimane aperta e la comunità di Pordenone continua a seguire con attenzione gli sviluppi del caso, sperando che la verità emerga e che le famiglie di Teresa e Trifone possano trovare finalmente pace.