Riaperta l’inchiesta sulla morte di manuela murgia: ex fidanzato indagato per omicidio volontario dopo 30 anni
La scomparsa di Manuela Murgia nel 1995 a Cagliari riapre il caso con l’indagine su Enrico Astero, ex fidanzato, accusato di omicidio volontario dopo decenni di attesa per giustizia.

La riapertura del caso della scomparsa di Manuela Murgia, ragazza cagliaritana morta nel 1995, vede ora un nuovo indagato per omicidio volontario: il suo ex fidanzato Enrico Astero. - Unita.tv
La vicenda di manuela murgia, ragazza cagliaritana scomparsa nel 1995, entra in una nuova fase dopo decenni di attesa da parte della famiglia. Il caso, archiviato inizialmente come suicidio, adesso vede un nuovo sospettato indagato per omicidio volontario. L’allora fidanzato di manuela è stato ufficialmente iscritto nel registro degli indagati, un passo che apre un capitolo cruciale in questa vicenda che ha segnato la città di cagliari e che torna a far parlare di sé.
I fatti: cosa è accaduto a manuela murgia nel 1995 a cagliari
La sera del 5 febbraio 1995, manuela murgia, una ragazza di 16 anni residente a cagliari, fu trovata senza vita nel canyon della necropoli di tuvixeddu. Le circostanze del ritrovamento portarono le autorità ad ipotizzare un suicidio, una tesi definitiva che, da subito, non convinse i familiari. Manuela era una giovane ragazza molto conosciuta nella sua comunità e la sua morte improvvisa generò un impatto profondo in città. Il luogo del ritrovamento, una zona archeologica caratteristica, aggiunse un alone di mistero alla vicenda. I dettagli raccolti all’epoca dall’inchiesta furono insufficienti a chiarire appieno le cause del decesso, ma la procura preferì allora chiudere il caso senza ulteriori approfondimenti.
Come si è arrivati alla riapertura del caso dopo tre decenni
Per trent’anni, la famiglia di manuela non ha smesso di lottare per ottenere una revisione delle indagini. I loro dubbi sulla dinamica della morte non si sono mai sopiti, anche a causa di testimonianze e ricostruzioni emerse successivamente. L’azione dei parenti ha mantenuto vivo l’interesse delle autorità e dell’opinione pubblica, spingendo la procura di cagliari a riaprire il fascicolo. Solo recentemente, dopo un’attenta rivalutazione degli elementi e indagini supplementari, è stato notificato un avviso di garanzia all’allora fidanzato di manuela, Enrico Astero. A quel punto, l’ipotesi di suicidio è stata sostituita dall’accusa ben più grave di omicidio volontario.
Leggi anche:
Il ruolo di enrico astero nell’inchiesta attuale e la posizione della difesa
Enrico Astero, oggi 54 anni, è la persona indagata dalla procura. Nel 1995 era il fidanzato di manuela murgia e da allora è rimasto al centro delle attenzioni investigative. L’avviso di garanzia, notificato dalle forze dell’ordine nel pomeriggio, segna un passaggio fondamentale nel procedimento. Astero è assistito dall’avvocato Marco Fausto Piras, che ha già annunciato di voler collaborare con la giustizia per chiarire i fatti. La posizione di Astero è al momento quella di indagato, senza altre accuse specifiche aperte. Sarà fondamentale il lavoro degli inquirenti nel ricostruire la dinamica degli eventi di quella sera di febbraio di trent’anni fa, sia attraverso nuove testimonianze che accertamenti tecnici.
L’impatto del caso sulla comunità di cagliari e le prospettive future
La riapertura di un’indagine così vecchia scuote la comunità di cagliari, ancora segnata da quelle tragiche giornate. Manuela Murgia è rimasta un simbolo di una morte irrisolta che ha generato dolore e rabbia in amici e parenti. L’attesa di giustizia è forte, così come la speranza che questa nuova fase porti a una verità più concreta e definitiva. La riapertura del caso potrebbe spingere altre persone a farsi avanti con informazioni finora rimaste nascoste. Le forze dell’ordine mantengono massima riservatezza sulle indagini, ma si prevede che i prossimi mesi saranno decisivi per accertare le responsabilità. Nel frattempo, la città guarda con attenzione a ogni sviluppo, consapevole che storie come questa influiscono non solo sulle singole famiglie, ma sull’intero tessuto sociale.