residenti di vaprio in campo contro il magazzino merci di lidl, raccolte oltre 700 firme in un mese

A Vaprio, i cittadini protestano contro il progetto di un magazzino Lidl, temendo impatti ambientali e aumento del traffico. Richiedono alla Città Metropolitana di bloccare l’insediamento logistico.
A Vaprio (Milano) cresce la protesta dei cittadini contro un grande magazzino Lidl, per l’impatto ambientale, il traffico e il consumo di suolo agricolo; un comitato ha raccolto oltre 700 firme chiedendo alla Città Metropolitana di bloccare il progetto. - Unita.tv

A Vaprio, in provincia di Milano, cresce la protesta contro un progetto di magazzino merci promosso da Lidl. Un gruppo spontaneo di cittadini ha lanciato una petizione online per chiedere che la Città Metropolitana blocchi il via libera a un capannone di grandi dimensioni destinato a trasformare una vasta area di territorio agricolo in zona industriale. La preoccupazione riguarda l’impatto ambientale, il traffico e la qualità della vita nel borgo.

La mobilitazione dei cittadini e la nascita del comitato no logistica vaprio

La vicenda ha preso il via con l’attivismo di Legambiente Martesana e del gruppo locale Vaprio in Movimento. Da allora, si è formato un comitato indipendente di cittadini contrari, definiti “senza partito”, che in circa un mese ha raccolto oltre 700 firme sulla piattaforma Change.org. L’impegno si è concretizzato nei primi banchetti pubblici per raccogliere adesioni, con il debutto avvenuto venerdì, quando nonostante la pioggia intensa, una cinquantina di persone hanno firmato in sostegno della causa.

Opposizione al progetto e dimensioni del magazzino

Il comitato si oppone soprattutto alla dimensione e alla posizione del capannone, alto 18 metri, con una facciata lunga 230 metri che si affaccia sulla strada principale. L’arrivo quotidiano e la partenza di 150 camion rappresenta per molti un problema serio, senza contare che l’area di suolo consumato dall’edificio corrisponde a quella di 31 campi da calcio, una cifra che per i residenti è inaccettabile.

Il quadro amministrativo e la richiesta di blocco a città metropolitana

L’attenzione è rivolta ora alla Città Metropolitana, l’ente incaricato di valutare e autorizzare il progetto. Attualmente è in corso una verifica sull’impatto ambientale, legata a una lacuna procedurale emersa in passato a seguito dei ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato promossi da ambientalisti e agricoltori. Le corti amministrative avevano contestato proprio l’assenza di una valutazione ambientale approfondita, necessaria per tutelare il territorio.

Il comitato chiede esplicitamente che la Città Metropolitana neghi il consenso definitivo all’insediamento logistico, sottolineando la necessità di evitare danni al verde e alla qualità dell’aria, oltre agli effetti negativi sul traffico. Al momento l’Amministrazione comunale non ha ancora preso una posizione ufficiale, ma la richiesta dei cittadini è quella di un intervento netto in difesa degli interessi locali.

Dubbi sui posti di lavoro promessi e sulle tecnologie

Uno dei punti contestati riguarda i posti di lavoro, uno degli argomenti usati in passato dall’ex giunta di centrodestra per giustificare il progetto. Il comitato mette in dubbio quei numeri, specificando che Lidl non ha mai confermato ufficialmente le cifre sulle nuove assunzioni e sottolineando che le tecnologie come l’automazione, l’internet delle cose e l’intelligenza artificiale riducono drasticamente il bisogno di manodopera.

La prospettiva di un aumento permanente del traffico pesante nel borgo fa paura. Il rumore dei camion, le emissioni e il consumo di suolo alimentano la resistenza dei cittadini, preoccupati anche per eventuali conseguenze irreversibili sull’ambiente e sul tessuto sociale di Vaprio. La richiesta è chiara: proteggere il verde e la vivibilità del luogo, opponendosi al progetto nella sua forma attuale.

Criticità normative e la mancata consultazione dei residenti

Il comitato evidenzia anche una presunta violazione della normativa regionale che privilegia il riuso di strutture già esistenti rispetto alla costruzione di nuovi edifici che consumano territorio. Il magazzino di Lidl non rispetterebbe queste indicazioni, aggravando la perdita di superfici verdi in un’area già sotto pressione per l’espansione edilizia.

Un altro motivo di malcontento è la mancanza di coinvolgimento diretto della popolazione. I residenti denunciano che il loro parere non è mai stato richiesto né ascoltato in modo adeguato durante le fasi della progettazione. La protesta, insomma, nasce anche da una frustrazione diffusa per l’assenza di partecipazione alle decisioni che riguardano il futuro della loro città.

Il dibattito a Vaprio resta aperto con il comitato che continua a raccogliere firme e sostegno. Le prossime settimane saranno decisive per capire se Città Metropolitana accoglierà le osservazioni sul progetto o lascerà strada libera all’insediamento logistico.