Regione lombardia sta valutando una svolta sulle regole che fino a oggi hanno vietato ai dipendenti delle imprese funebri di partecipare come volontari ai servizi di ambulanza e trasporto sanitario. Questo cambiamento arriva in un contesto dove, da oltre quindici anni, il divieto mirava a evitare possibili conflitti di interesse legati al contesto delicato della gestione dei decessi. Le nuove norme, in corso di discussione in consiglio regionale nel 2025, potrebbero modificare profondamente questo scenario.
Il divieto storico e le motivazioni dietro la legge regionale 33 del 2009
La legge regionale 33 del 2009 vieta espressamente alle imprese funebri di svolgere servizi di ambulanza e qualsiasi tipo di trasporto sanitario, compresi quelli extraospedalieri. Anche ai soccorritori che lavorano nelle ambulanze è proibito operare nel settore funebre, almeno come soci o collaboratori di imprese operanti in quel campo. La norma nasce per contrastare rischi legati a possibili abusi informativi, prevenendo che alcune pompe funebri entrino in possesso di informazioni sui decessi prima di altri operatori. In effetti, chi fosse presente negli ospedali o ai servizi di emergenza potrebbe contattare anticipatamente le famiglie dei defunti, influenzandone le scelte in modo non trasparente.
Doppia tutela tra soccorso sanitario e servizio funebre
Questa doppia tutela mira a mantenere separate due attività – il soccorso sanitario e il servizio funebre – che toccano aspetti sensibili e confidano su una gestione etica e trasparente. La norma si riferisce perciò non solo al personale direttamente impiegato ma anche a collaboratori e soci, evitando così che le imprese possano aggirare i divieti affidandosi a dipendenti incrociati tra i due ambiti.
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Il progetto di modifica nella legge di semplificazione 2025 e le proposte di fratelli d’Italia
Nel 2025, in sede di approvazione della legge di semplificazione regionale, fratelli d’Italia ha avanzato una proposta per rivedere questo divieto. In particolare, patrizia baffi, presidente della commissione sanità , sostiene che il personale delle imprese funebri potrebbe essere autorizzato a svolgere attività di volontariato nei servizi di ambulanza e trasporto sanitario, mantenendo però un ambito strettamente “mera attività volontaria”.
La proposta intende concedere un’apertura limitata, permettendo a questi operatori di agire solo in qualità di volontari senza aggirare la tutela originaria contro conflitti di interesse o situazioni di sfruttamento informativo. Nonostante la novità , il testo mantiene con chiarezza i limiti al campo di azione, specificando chiaramente che il divieto resta per l’esercizio professionale all’interno delle attività sanitarie o di trasporto emergenziale.
Richiesta di flessibilità e aumento dei volontari
L’iniziativa sembra rispondere a una crescente richiesta di flessibilità nei ruoli all’interno dei servizi sanitari e di emergenza, soprattutto nelle zone dove i volontari scarseggiano. Permettere l’ingresso regolamentato di personale funebre in servizi di ambulanze potrebbe allargare la disponibilità di soccorritori volontari, migliorando le coperture sul territorio.
Le implicazioni pratiche per imprese funebri, volontariato e servizi di emergenza in lombardia
Se la modifica passerà , l’esperienza pratica potrebbe cambiare per diverse migliaia di operatori. Le imprese funebri, fino ad oggi escluse dall’attività diretta nei soccorsi, potrebbero vedersi trasformare alcune risorse in volontari per il trasporto sanitario semplice o altre azioni di supporto. Questo potrebbe ampliare la platea di persone coinvolte nelle emergenze sanitarie senza però consentire che queste attività diventino professionali o influenzate da interessi commerciali.
Opportunità e rischi per il volontariato sanitario
Dal punto di vista del volontariato, la presenza di personale già formato e con esperienza nelle dinamiche sanitarie o di gestione di eventi critici rappresenterebbe un’opportunità . Serve però una chiara distinzione tra lavoro e volontariato, con regole precise per evitare abusi o situazioni di conflitto. In aggiunta, le organizzazioni di soccorso e le realtà ospedaliere dovranno definire meccanismi di controllo e trasparenza per mantenere intatte le garanzie di correttezza.
L’aspetto più delicato resta la tutela delle famiglie e dei defunti. Il divieto originario puntava sulla delicatezza e riservatezza di questi momenti per evitare condizionamenti e pressioni indebite. Ogni modifica quindi dovrà prevedere un apparato di garanzia che blocchi qualsiasi tentativo di sfruttamento informativo da parte di imprese funebri coinvolte anche nel volontariato sanitario.
Questa fase di transizione segna un passaggio significativo nel modo in cui lombardia si rapporta alla gestione delle emergenze, cercando un equilibrio tra necessità operative e sensibilità sociale. L’esito della modifica sarà un dato da seguire da vicino nei prossimi mesi.