
Il voto referendario a Milano riapre il dibattito sul quorum: l’assessora Gaia Romani propone di abbassarlo per aumentare la partecipazione politica e rafforzare il rapporto tra cittadini e istituzioni. - Unita.tv
Il recente voto sui referendum a Milano ha rimesso al centro la questione della partecipazione politica e del quorum, tema cruciale per la democrazia locale. L’assessora ai Servizi civici del Comune, Gaia Romani, ha commentato i risultati sottolineando la necessità di abbassare il quorum per avvicinare i cittadini alle istituzioni e rendere più efficace il legame tra politica e società. Il dibattito si concentra su come trasformare la partecipazione da un obbligo a un processo più spontaneo, espressione di fiducia e interesse.
La sfida del quorum: abbassarlo per cambiare il rapporto con la politica
Gaia Romani ha definito il quorum come un “granello di cambiamento” indispensabile per modificare la visione che le persone hanno della politica. Il quorum alto, infatti, spesso blocca i processi referendari, contribuendo a una percezione negativa della partecipazione come inutile o lontana dai reali problemi. L’obiettivo è invece far tornare la politica uno strumento concreto attraverso cui migliorare la vita quotidiana dei cittadini.
Il quorum, attualmente fissato su percentuali che non riflettono più il coinvolgimento reale, rischia di scoraggiare coloro che, pur interessati, non si sentono coinvolti pienamente nei temi proposti. Un numero più basso potrebbe permettere di considerare valide anche partecipazioni meno massive, rendendo la protesta o il consenso più rappresentativi. In questo modo, la politica si avvicinerebbe di più alle esigenze della popolazione e sarebbe stimolata a coinvolgerla attivamente, senza farlo sembrare un obbligo pesante.
Partecipazione e rapporto con le istituzioni: un equilibrio da costruire
L’assessora Romani evidenzia che la partecipazione deriva dalla qualità del relazione tra cittadini e istituzioni. Nei mesi recenti, il Comune di Milano ha incontrato spesso una scarsa risposta da parte dei residenti, segno di un distacco difficilmente superabile solo con richieste standard. Se si vogliono risultati migliori, le istituzioni devono cambiare marcia: bisogna offrire un dialogo più semplice, diretto, che tenga conto dei bisogni reali.
Questo significa superare la burocrazia lenta e complicata e presidiare uno spazio di comunicazione più orizzontale. Le istituzioni devono diventare più accessibili e comprensibili per chiunque voglia informarsi o prendere parte alle decisioni pubbliche. Solo così si potrà costruire una base di fiducia che spinga le persone a sentirsi parte attiva e non semplici spettatori o critici esterni.
Le esperienze di partecipazione ripetuta presso il Comune hanno evidenziato che quando gli interlocutori si sentono davvero ascoltati e rispettati cambia anche la loro disponibilità a impegnarsi. Più trasparenza e meno distanza producono, in sintesi, più coinvolgimento.
L’investimento mancato sulla partecipazione politica in italia
Romani ha infine puntato il dito contro la classe politica italiana che, secondo lei, non dedica risorse né attenzione al coinvolgimento dei cittadini. La politica sembra concentrata solo sulla rielezione senza considerare come rispondere alle richieste di un elettorato sempre più distante. Questo atteggiamento contribuisce ad alimentare la crisi di consenso che ha penalizzato tanti partiti negli ultimi anni.
La mancanza di un serio esame di coscienza da parte dei leader e la scarsa apertura a nuovi metodi di coinvolgimento rendono il sistema politico meno efficace e più lontano dalle persone reali. I cittadini sono chiamati a esprimersi su questioni decise spesso in un modo poco trasparente e non sempre legate alle loro priorità quotidiane.
La partecipazione come processo duraturo
Per cambiare questa dinamica non basta ridurre il quorum, serve un impegno concreto per costruire spazi di confronto con la cittadinanza che siano duraturi, frequenti e percepiti come utili. Senza questo passo, la partecipazione rischia di rimanere un tema di facciata, incapace di incidere davvero sulla realtà cittadina.