Quindicenne arrestato al Beccaria per l’omicidio dell’anziana vicina a Milano in via Verro
Un quindicenne di Milano è accusato dell’omicidio di Emma Teresa Meneghetti, pensionata ottantaduenne. Il tribunale dei minori ha confermato la custodia cautelare in carcere per garantire la sicurezza pubblica.

Un quindicenne di Milano è stato arrestato per l’omicidio della vicina pensionata ottantaduenne, con il tribunale dei minori che ha confermato la custodia cautelare in carcere, mentre si indaga sulle motivazioni e sul suo stato psicologico. - Unita.tv
Il caso del quindicenne fermato a Milano scuote la cronaca locale. Il ragazzo è accusato dell’omicidio di Emma Teresa Meneghetti, pensionata ottantaduenne e sua vicina di casa. Il tribunale dei minori ha confermato la misura cautelare in carcere per il ragazzo, ormai sotto stretta sorveglianza. La vicenda fa emergere aspetti delicati relative alla giovane età dell’indagato e a precedenti difficoltà psichiche.
Arresto e misura cautelare confermata dal tribunale dei minori
Mercoledì pomeriggio, gli agenti delle Volanti hanno fermato il quindicenne milanese, identificato con le iniziali M.S., con l’accusa di aver ucciso la ex vicina di casa, Emma Teresa Meneghetti, che abitava in via Verro 46, zona Vigentino. La notizia dell’arresto arriva subito dopo che il giudice per le indagini preliminari del tribunale per i minorenni ha convalidato la custodia cautelare in carcere richiesta dal pubblico ministero Pietro Moscianese Santori. La decisione è stata presa nonostante l’età giovane dell’indagato, perché ritenuto necessario garantire la sicurezza pubblica e lo svolgimento delle indagini senza rischio di inquinamento delle prove.
Il quindicenne è ora detenuto presso il carcere minorile Beccaria di Milano. Il centro dispone di strutture adatte a ospitare giovani in situazioni delicate come questa. Qui verrà tenuto sotto stretta osservazione psicologica e sanitaria. Il pubblico ministero ha infatti evidenziato che, seppur non riconosciuto come malato psichiatrico, il giovane aveva manifestato in passato segnali di una condizione depressiva, collegata a episodi di bullismo subiti a scuola. Questo elemento ha assunto rilievo nell’esame della sua personalità e nella valutazione del pericolo concreto rappresentato.
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Il profilo del quindicenne e le dinamiche dell’omicidio
M.S., adolescente con padre di origine domenicana residente all’estero, e madre venezuelana, vive a Milano nel quartiere Vigentino, vicino alla vittima. Mercoledì mattina ha saltato la scuola. Le telecamere di un bar vicino a casa sua hanno ripreso l’ingresso del ragazzo nel palazzo dove abitava la signora Meneghetti alle 9 in punto, poche ore prima del delitto.
Le indagini chiariscono che il giovane ha aspettato ore nell’edificio, fermo e a osservare. L’anziana è rientrata intorno a mezzogiorno. Conosceva bene la pensionata, che era sua vicina da almeno due anni. A quel punto è entrato in casa con lei. Secondo gli investigatori, M.S. l’ha strangolata, poi ha infierito colpendola con una lampada di pietra presente nell’appartamento. L’episodio si è consumato nel silenzio del palazzo, senza che nessuno intervenisse.
Dopo aver commesso l’atto, il ragazzo è uscito dall’abitazione attorno alle 13 per tornare a casa sua, distante circa un chilometro. A quel punto ha confessato quanto accaduto alla madre, che ha allertato le autorità. Il fascicolo aperto dalla procura dei minorenni di Milano prosegue per chiarire le ragioni precise dietro questo gesto.
Motivazioni fornite dal quindicenne e contesto familiare
L’adolescente ha detto agli inquirenti di aver ucciso la pensionata perché lei non avrebbe accettato il suo desiderio di andarsene da casa. Tale spiegazione sembra indicare tensioni preesistenti tra i due. Il ragazzo, che ha mostrato in passato segnali di disagio mentale fra cui la depressione giovanile, avrebbe vissuto momenti di difficoltà, aggravati da episodi di bullismo nella scuola che frequentava.
La famiglia, formata da madre venezuelana e padre dominicano che risiede all’estero, si trova ora ad affrontare una situazione molto complessa. La confessione del ragazzo ha spinto le autorità ad attivare un percorso di accertamenti complementari, per valutare lo stato psichico del minorenne e verificare eventuali responsabilità penali.
Lo stato del ragazzo, che non risulta ufficialmente paziente psichiatrico ma ha seguito terapie per la depressione, rappresenta un elemento cruciale perché indica problemi di natura emotiva che vanno approfonditi nelle sedi giudiziarie e sanitarie. Nel frattempo, la città di Milano segue l’evoluzione di questo caso con attenzione, dato che coinvolge un giovane e una vittima anziana, rimasta senza scampo nella sua abitazione.
Il ruolo del tribunale e il contesto urbano
Il destino del quindicenne si intreccia all’attività delicata del tribunale dei minori, dove si bilanceranno giustizia ed esigenze di tutela dell’adolescente. La vicenda testimonia anche i problemi che emergono in contesti urbani come il Vigentino, dove convivenze spesso difficili possono sfociare in episodi tragici.