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Taranto respinge l’accordo governo-ex Ilva: opposizione sulla firma e richiesta di decarbonizzazione entro 5 anni

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Taranto critica l’accordo governo-Ilva e chiede decarbonizzazione rapida. - Unita.tv
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Il sindaco di Taranto Piero Bitetti ha preso posizione contro l’accordo di programma proposto dal governo riguardo allo stabilimento ex Ilva, dopo il confronto con i capigruppo di maggioranza del consiglio comunale. La città si trova ancora al centro di un dibattito acceso sulle prospettive industriali e ambientali legate all’impianto siderurgico, con forti preoccupazioni sul suo impatto a lungo termine. L’amministrazione locale sollecita un impegno più incisivo verso la tutela dell’ambiente e la salute pubblica attraverso una radicale trasformazione dell’area industriale.

Posizione del sindaco e della maggioranza sul documento governativo

Il sindaco Bitetti, dopo aver ascoltato i rappresentanti della maggioranza consiliare, ha manifestato chiaramente la propria contrarietà alla firma del documento presentato dall’esecutivo nazionale per gestire la questione ex Ilva. La nota ufficiale riporta che i capigruppo considerano l’accordo “lacunoso e privo di garanzie per Taranto“, un giudizio che riflette la diffusa insoddisfazione rispetto agli impegni presi dal governo. L’intesa così come proposta, a loro avviso, non garantisce rimedi concreti ai problemi legati all’inquinamento e alle condizioni di vita dei cittadini.

Nello specifico, i rappresentanti politici locali ritengono inutile convocare un consiglio comunale nei prossimi giorni per discutere questo testo, in quanto la loro posizione è già netta e condivisa: non si deve procedere con la sottoscrizione di un accordo che non risponda in modo adeguato alle necessità ambientali ed economiche di Taranto. Questo rifiuto indica un tentativo deciso di spingere su una linea di intervento più rigida e vincolante rispetto al modello attuale.

Sostegno alla richiesta di un nuovo accordo con obiettivi concreti

Oltre a opporsi all’attuale proposta, i capigruppo di maggioranza hanno avanzato una richiesta specifica al sindaco: rifiutare la firma dell’accordo esistente e proporre al governo un nuovo testo di programma che preveda la completa decarbonizzazione dello stabilimento entro un periodo massimo di cinque anni. Un traguardo ambizioso ma ritenuto necessario per salvaguardare la salute pubblica e ridurre drasticamente l’emissione di sostanze inquinanti.

Questa richiesta riflette una pressione crescente verso una conversione energetica accelerata, che potrebbe comportare modifiche strutturali importanti nell’attività produttiva. Inoltre, la proposta punta a superare le criticità ambientali che hanno segnato negli ultimi anni il dibattito su Taranto, luogo simbolo delle tensioni fra industria e ambiente. La comunità politica locale chiede inoltre che ogni nuovo accordo abbia garanzie precise, strumenti di controllo più efficaci e un coinvolgimento più diretto della cittadinanza nelle decisioni.

La richiesta di un decreto-legge speciale per la città di Taranto

Parallelamente alla proposta di un nuovo accordo, il sindaco Bitetti ha avanzato l’ipotesi di un intervento normativo specifico attraverso un decreto-legge speciale dedicato a Taranto. Questo strumento sarebbe pensato per affrontare in modo straordinario e urgente la situazione complessa che coinvolge l’ex Ilva e le condizioni ambientali della città. L’obiettivo sarebbe quello di accelerare i tempi delle riforme e di tutelare con misure più forti la salute dei residenti, a fronte di un contesto industriale particolarmente delicato.

Un decreto-legge ad hoc potrebbe stabilire regole eccezionali, monitoraggi puntuali e responsabilità precise per tutti gli attori coinvolti, bypassando i normali tempi della legislazione ordinaria. Questa richiesta segna un passo politico importante, che vuole indirizzare il confronto nazionale verso un’attenzione specifica e prioritaria sulle esigenze di Taranto. È un tentativo di mettere in sicurezza la città con normative più severe e un maggior controllo pubblico sull’attività industriale.

Tra le varie ipotesi sul tavolo, quella del decreto-legge rappresenta quindi una risposta diretta alle difficoltà del territorio, con l’intento di evitare che la situazione resti bloccata in trattative lente o poco vincolanti. La proposta è al momento oggetto di discussione politica, ma testimonia la volontà di accelerare le decisioni per liberare Taranto da una crisi che dura da troppo tempo.

Ultimo aggiornamento il 6 Agosto 2025 da Davide Galli

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Davide Galli

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