Taranto torna a scendere in strada contro il rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale per l’ex Ilva. La decisione del governo di autorizzare la prosecuzione delle attività ha acceso tensioni tra cittadini, associazioni e istituzioni locali, che si oppongono con forza. I sindaci di Taranto e Statte, il presidente della Provincia e quello della Regione Puglia hanno espresso un netto dissenso. Il futuro ambientale e sanitario dell’area è al centro di un acceso dibattito.
Sit-In A Piazzetta Gandhi: cittadini e comitati contro il rinnovo dell’Aia
Mercoledì sera a Taranto un gruppo folto di cittadini, comitati e forze politiche si è radunato a piazzetta Gandhi, proprio davanti alla Prefettura. L’obiettivo era chiaro: dire no al rinnovo dell’Aia per l’ex Ilva, ritenuto da molti una minaccia continua per la salute pubblica. A guidare la protesta il movimento Giustizia per Taranto, che ha sottolineato come mantenere questo modello produttivo significhi continuare a infliggere un danno ambientale e sanitario che la popolazione non è più disposta a tollerare.
Durante il sit-in è emersa la frustrazione crescente nei confronti delle istituzioni, accusate di ignorare le richieste di tutela ambientale. I manifestanti hanno respinto qualsiasi ipotesi di “compensazioni” che possano giustificare il proseguimento delle attività inquinanti. Il messaggio è stato forte e chiaro: la salute e la dignità della città devono venire prima di qualunque interesse industriale.
Le istituzioni locali contro il rinnovo dell’Aia: sindaci e Regione Uniti
A livello centrale la decisione è stata diversa, ma a Taranto e dintorni la voce è univoca. Il sindaco di Taranto, insieme a quello di Statte, ha espresso un netto no al rinnovo dell’Aia, definendolo un errore grave per la salute dei cittadini. Anche il presidente della Provincia e quello della Regione Puglia si sono schierati contro, sostenendo che autorizzare l’ex Ilva significa accettare una situazione di emergenza ambientale e sanitaria.
Le autorità locali chiedono un cambio di rotta, puntando a un futuro senza impianti inquinanti. È in programma un dibattito importante in consiglio comunale sull’accordo di programma che riguarda proprio la gestione dello stabilimento. L’atmosfera è tesa, con forti pressioni perché non si firmi alcun patto che non preveda la chiusura definitiva delle attività pericolose per la salute pubblica e l’ambiente.
Taranto a un bivio: il futuro della città e degli impianti industriali
L’associazione Taranto parla di un momento storico per la città, paragonando la situazione attuale a quella vissuta sessant’anni fa, quando fu deciso di costruire l’impianto siderurgico. Il messaggio è netto: non si possono più accettare compromessi o accordi superficiali. Si chiede responsabilità e scelte decise, che tengano conto del bene comune.
Secondo il gruppo, chi sostiene il mantenimento delle attività industriali diventa complice di un danno non solo ambientale, ma anche morale. La città vuole un cambiamento vero, lontano dalla retorica, con una nuova politica industriale e ambientale che metta al primo posto chi vive a Taranto. La posta in gioco è alta: diritto a respirare aria pulita, vivere senza malattie legate all’inquinamento e proteggere il territorio per le generazioni a venire.
Ultimo aggiornamento il 21 Luglio 2025 da Rosanna Ricci