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Taranto dichiara lo stato di emergenza sanitaria e ambientale per rischio legato all’ex Ilva

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Taranto in stato di emergenza per rischio ambientale legato all’ex Ilva. - Unita.tv
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Il territorio di Taranto e dei Comuni vicini si trova al centro di una protesta collettiva che sfocia nella proclamazione di uno stato di emergenza sanitaria e ambientale. L’iniziativa nasce a seguito della decisione del governo di rinnovare l’Autorizzazione Integrata Ambientale per l’ex stabilimento Ilva, ora Acciaierie d’Italia, nonostante il dissenso delle istituzioni locali. Comitati, associazioni e cittadini hanno preso posizione attraverso una mobilitazione pubblica vicino alla prefettura, denunciando i rischi per salute e ambiente.

La mobilitazione dei comitati civici contro il rinnovo dell’AIA all’ex Ilva

La decisione di rinnovare l’AIA ha scatenato una reazione forte da parte delle rappresentanze territoriali e della popolazione tarantina. Durante il sit-in vicino alla prefettura, i promotori hanno annunciato lo stato di emergenza come forma di autodifesa civica, segnalando i danni già accertati dalle autorità sanitarie e ambientali.

Queste organizzazioni considerano il rinnovo una violazione dei diritti civili fondamentali, basandosi su studi scientifici e dossier ufficiali che indicano una condizione di grave rischio per chi vive nelle aree circostanti l’ex Ilva. I comitati lamentano un procedimento decisionale che esclude completamente il coinvolgimento diretto delle comunità locali, accusato di ignorare le esigenze di tutela sanitaria e ambientale.

L’azione assume carattere permanente e si accompagna a una richiesta di attenzione rivolta alle massime istituzioni nazionali e sovranazionali. Il documento trasmesso a organismi come la Commissione Europea e l’ONU punta a sollecitare un’indagine indipendente e un controllo più rigoroso delle attività industriali inquinanti.

Rischi sanitari ed effetti ambientali riconosciuti da studi e autorità

Nel comunicato diffuso durante la manifestazione, si evidenziano dati già raccolti da ARPA, ISPRA e magistratura che confermano come l’attuale assetto dell’impianto siderurgico generi pericoli concreti per la salute pubblica e per la qualità ambientale. Tra questi figurano livelli elevati di sostanze tossiche nell’aria, contaminazioni del suolo e acque, oltre a danni agli ecosistemi circostanti.

I cittadini segnalano un aumento di patologie respiratorie, tumorali e altri disturbi correlati all’inquinamento, con particolare attenzione ai bambini e alle categorie più vulnerabili. L’esposizione continua a sostanze nocive viene descritta come un’aggressione ingiustificata ai diritti alla vita e all’ambiente, che deve essere riconosciuta come emergenza pubblica di ampia portata.

Le conclusioni dei report scientifici trovano conferma anche in sentenze giudiziarie recenti che hanno sottolineato la responsabilità delle attività industriali nel determinare queste condizioni di rischio sanitario. Le comunità colpite chiedono pertanto un cambio radicale nelle politiche di gestione dello stabilimento e nella valutazione dei rischi ambientali.

Richieste di intervento internazionale e strategie di mobilitazione civica

Il documento firmato dai comitati e associazioni non si limita a denunciare lo stato di fatto. Richiede chiaramente l’apertura di una verifica internazionale, con un’indagine indipendente capace di valutare senza condizionamenti le conseguenze delle attività industriali sull’area. Questo passaggio è visto come indispensabile per ottenere una validazione scientifica e giuridica a livello globale.

Parallelamente, si annuncia una mobilitazione civica continua, che comprende azioni di monitoraggio dal basso, denunce regolari e forme di disobbedienza civile non violenta. Si punta a mantenere alta l’attenzione pubblica con iniziative che coinvolgano cittadini, esperti e istituzioni in difesa dell’ambiente e della salute.

La protesta assume così carattere strutturato e permanente: non si ferma alla singola manifestazione, ma si trasforma in un impegno quotidiano per costringere le autorità a ripensare la compatibilità dello stabilimento con la sicurezza dell’area. Resta aperto il confronto sul bilanciamento tra attività industriali e diritti fondamentali, con Taranto che si posiziona come caso emblematico a livello nazionale e internazionale.

Ultimo aggiornamento il 21 Luglio 2025 da Serena Fontana

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Serena Fontana

Serena Fontana è una blogger e redattrice digitale specializzata in cronaca, attualità, spettacolo, politica, cultura e salute. Con uno sguardo attento e una scrittura diretta, racconta ogni giorno ciò che accade in Italia e nel mondo, offrendo contenuti informativi pensati per chi vuole capire davvero ciò che succede.

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