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Sit – in a Taranto contro la firma dell’ accordo sull’ ex Ilva: cittadini e associazioni in piazza castello

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Un gruppo di cittadini e associazioni si è radunato questa sera in piazza Castello, sotto il palazzo di città a Taranto, per manifestare contro la possibile firma da parte del sindaco Piero Bitetti dell’accordo di programma sull’ex Ilva. L’incontro previsto domani a Roma tra il primo cittadino e il ministro Urso ha acceso le preoccupazioni della comunità locale, che chiede un passo indietro rispetto all’intesa.

Protesta in piazza castello contro Ilva: Giustizia per Taranto chiede interventi al sindaco bitetti

La manifestazione si è svolta nel cuore della città con l’obiettivo preciso di chiedere al sindaco Piero Bitetti di non sottoscrivere alcun accordo legato all’ex Ilva. Gli attivisti del movimento Giustizia per Taranto hanno ribadito con forza questa posizione, ricordando gli impegni presi durante la campagna elettorale. Secondo loro, firmare l’intesa significherebbe tradire le aspettative dei cittadini che vivono quotidianamente gli effetti delle attività industriali sul territorio.

Fonte articolo: ansa.it.

Il presidio ha visto una partecipazione variegata tra residenti e rappresentanti delle associazioni ambientaliste locali. La richiesta principale è stata quella che il primo cittadino difenda concretamente i suoi concittadini dall’impatto ambientale e sanitario derivante dalle scelte industriali future. La piazza ha espresso un chiaro messaggio politico: nessuna concessione senza garanzie reali sulla salute pubblica.

Criticità dell’ autorizzazione integrata ambientale proposta per l’ Ilva di Taranto discussa da Giustizia per Taranto e Piero Bitetti

Al centro delle contestazioni c’è anche la nuova Autorizzazione integrata ambientale prevista per l’area ex Ilva. Questo documento autorizzerebbe lo stabilimento a operare per altri dodici anni con modalità che secondo i manifestanti aggraverebbero ulteriormente l’inquinamento locale. In particolare viene denunciata la riaccensione di tre altiforni alimentati a carbone, portando così a sei milioni di tonnellate annue di produzione.

Gli oppositori sottolineano come tale scenario sia incompatibile con le evidenze scientifiche disponibili sui rischi sanitari provocati dagli impatti atmosferici prodotti dall’acciaieria. L’aumento della produzione tramite fonti fossili come il carbone risulta quindi un elemento inaccettabile agli occhi degli attivisti, soprattutto perché contraddice quanto promesso dal sindaco riguardo alla chiusura dell’area a caldo durante la sua campagna elettorale.

Dubbi sull’ accordo di programma tra il Comune di Taranto e Ilva: incertezze su decarbonizzazione e garanzie economiche

Il testo dell’accordo oggetto del contendere prevede diversi interventi tecnologici come forni elettrici, impianti Dri , una nave rigassificatrice e un desalinizzatore d’acqua marina. Tuttavia questi elementi non convincono chi manifesta sul fatto che si tratti davvero di decarbonizzazione dello stabilimento ex Ilva.

In effetti usare gas naturale rimane comunque legato alle fonti fossili; quindi non può essere considerato un passaggio verso energie pulite o rinnovabili vere e proprie. Inoltre manca qualsiasi clausola penale nel caso in cui gli impegni previsti dall’accordo non vengano rispettati da parte degli investitori o gestori futuri dello stabilimento.

Gli oneri finanziari ricadrebbero invece sui nuovi acquirenti senza tutele sufficientemente chiare sulle responsabilità economiche future legate alle eventuali mancanze nell’attuazione del piano industriale ed ambientale concordato nella capitale domani mattina.

Occupazione e impatti sociali dell’ Ilva secondo giustizia per Taranto a Roma e Taranto

Tra i punti più delicati sollevati dal movimento Giustizia per Taranto c’è quello relativo all’occupazione nello stabilimento siderurgico dopo le modifiche previste dai nuovi impianti tecnologici indicati nell’accordo. Secondo quanto riferito dagli attivisti, i forni elettrici comporteranno una riduzione significativa dei posti lavoro, stimata addirittura in migliaia.

Questa prospettiva alimenta fortemente malumore tra lavoratori, famiglie ed esponenti della società civile locale. Viene inoltre rimarcato come ogni decisione debba coinvolgere direttamente chi vive quotidianamente le conseguenze sociali ed economiche prodotte dalla siderurgia.

Per questo motivo Giustizia per Taranto ha concluso lo sciopero civico chiedendo innanzitutto il ritiro immediato dell’accordo di programma. Inoltre sollecita una valutazione approfondita del Piano Integrato Ambientale Comune prima d’ogni scelta definitiva inerente allo sviluppo futuro dello storico sito produttivo pugliese.

Ultimo aggiornamento il 14 Luglio 2025 da Rosanna Ricci

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Rosanna Ricci

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