Il progetto Co-Smart ha unito università e centri di ricerca italiani ed europei per sviluppare soluzioni concrete sul riuso di biomasse di scarto e rifiuti inquinanti. Tra i protagonisti ci sono il Politecnico di Bari, l’Università di Pisa, quella di Bologna e la Politecnica delle Marche. L’obiettivo è trasformare materiali di scarto in prodotti utili, riducendo le emissioni nocive e spingendo verso un’economia circolare.
Sintesi delle sperimentazioni e presentazione a Roma
Lo scorso 17 luglio, presso la sede del Senato a Roma, sono stati presentati i risultati di cinque progetti che ruotano attorno a Co-Smart: Eco-Friend, Reobtain, Booster, Sustained e Amatevi. Le professoresse Maria Michela Dell’Anna ed Ester D’Accardi hanno rappresentato il Poliba durante l’evento, illustrando gli avanzamenti ottenuti e gli impatti attesi sull’ambiente e sull’industria. Questi progetti si concentrano soprattutto sul recupero e la trasformazione di materiali che, altrimenti, finirebbero in discarica o inquinerebbero l’ambiente, offrendo alternative concrete ai prodotti tradizionali.
Eco-friend: riconvertire l’olio alimentare esausto in polimeri per l’industria automobilistica
Con Eco-Friend, il focus è stato sull’olio alimentare vegetale usato in cucina, un rifiuto spesso difficile da smaltire correttamente. I ricercatori hanno messo a punto un processo per trasformare questo olio in polioli, sostanze che diventano la base per polimeri flessibili. Questi polimeri sono composti per l’80% da materiali ricavati da piante e riciclati, capaci di resistere alla pressione e di riacquistare la forma originaria dopo deformazioni. Il risultato è un materiale che può sostituire i tradizionali poliuretani usati per le imbottiture dei sedili, i cruscotti e i pannelli isolanti delle portiere nelle automobili. Si tratta di un esempio tangibile di come un rifiuto possa diventare un prodotto utile e meno impattante dal punto di vista ambientale.
Reobtain: produzione di biolubrificanti dall’olio di scarto per motori e macchinari
Il progetto Reobtain trasforma l’olio vegetale esausto in diversi tipi di biolubrificanti. Questi prodotti mostrano una grande stabilità termica e capacità di mantenere la performance anche sotto carichi elevati. I biolubrificanti ottenuti sono pensati per sostituire quelli di origine fossile usati nei motori, aumentando la sostenibilità delle attività industriali. In particolare si dimostrano efficaci nei serraggi dei bulloni nei macchinari, dove è richiesta resistenza e affidabilità. L’utilizzo di questi lubrificanti riduce i rischi ambientali legati allo smaltimento degli oli tradizionali e l’impatto delle estrazioni petrolifere.
Sustained e Amatevi: riciclo delle reti da pesca per componenti e tessuti per auto
Sustained ha come obiettivo il recupero delle reti da pesca dismesse, considerati rifiuti difficili da trattare per via della loro composizione in plastica resistente. I ricercatori hanno sintetizzato materiali utili per la realizzazione di componenti automobilistici, in particolare gli agganci per le cinture di sicurezza che devono garantire solidità e sicurezza. Parallelamente, il progetto Amatevi ha utilizzato le stesse reti per creare tessuti tecnici innovativi destinati ai rivestimenti delle auto. Questi tessuti mantengono elevati standard di resistenza e durabilità, offrendo un’alternativa alla produzione tessile tradizionale basata su materiali vergini.
Queste iniziative rappresentano un passo concreto verso il riuso di materiali difficili da smaltire, trasformandoli in prodotti utilizzabili in ambito industriale. In un momento in cui la tutela ambientale richiede soluzioni pratiche e veloci, il lavoro delle università italiane evidenzia il ruolo della ricerca applicata nel supportare la transizione verso un modello più sostenibile.
Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2025 da Davide Galli