Nel mare davanti a Malta, una nave umanitaria ha recuperato 45 migranti, tutti uomini, che saranno sbarcati lunedì mattina nel porto di Bari. Le autorità sanitarie italiane stanno monitorando le loro condizioni di salute. Ancora una volta, questa vicenda mette in luce l’emergenza continua legata ai pericolosi viaggi attraverso il Mediterraneo centrale.
Salvataggio in mare aperto: la nave Humanity One interviene
I 45 migranti sono stati tratti in salvo ieri mattina dalla nave Humanity One. Erano in mare aperto, a circa 800 chilometri da Bari, dopo aver passato cinque giorni su un’imbarcazione in difficoltà, senza carburante e alla deriva. Al momento del salvataggio, molti mostravano segni di forte stress psicologico, dovuto all’isolamento e alla lunga permanenza in mare. Alcuni soffrivano di mal di mare e disidratazione, altri avevano ustioni causate dal contatto con residui di combustibile. Ora saranno sottoposti a controlli medici approfonditi dagli operatori sanitari di Sos Humanity, l’Ong che ha coordinato il recupero.
Non è ancora chiaro se tra loro ci siano minori, ma si sa con certezza che si tratta di uomini adulti. La nave, impegnata da tempo nelle operazioni di soccorso nel Mediterraneo centrale, ha lavorato in stretto contatto con le autorità marittime italiane, che hanno scelto Bari come porto sicuro per lo sbarco. Il trasporto verso la costa pugliese segna la fase finale di un intervento complesso, che ha richiesto diversi giorni di attesa prima di ottenere un approdo.
Bari si prepara ad accogliere i migranti
Il porto di Bari è pronto a ricevere la nave Humanity One lunedì mattina, intorno alle 8. Autorità portuali e sanitarie sono mobilitate per accogliere i migranti, garantendo accertamenti medici e monitoraggio delle loro condizioni di salute. La struttura dispone di spazi dedicati all’accoglienza temporanea, utili per gestire velocemente l’arrivo e evitare assembramenti o disagi. Questi aspetti sono fondamentali quando si tratta di persone vulnerabili, spesso segnate da traumi fisici e psicologici.
Le operazioni di identificazione e visite cliniche saranno decisive per capire se qualcuno ha bisogno di cure immediate o di supporto psicologico. Anche l’assenza di minori, se confermata, semplifica alcune procedure, ma non riduce l’attenzione verso le necessità di ogni singolo individuo. Le autorità locali lavorano a stretto contatto con le organizzazioni umanitarie per rispettare le norme nazionali e internazionali. Lo sbarco si svolgerà in condizioni di massima sicurezza, sia per i migranti che per la comunità locale.
Mediterraneo centrale, un’area ancora ad alto rischio
Questo salvataggio conferma la gravità della situazione nel Mediterraneo centrale, una rotta molto battuta da migranti in cerca di un futuro in Europa. Le imbarcazioni usate sono spesso inadatte e prive di sicurezza, esponendo chi viaggia a pericoli seri come quelli emersi in questo caso: disidratazione, ustioni da combustibile, traumi psicologici.
La scelta di Bari come porto sicuro fa parte di un sistema di coordinamento pensato per evitare che le persone restino giorni in mare, mettendo a rischio la loro vita. Le autorità italiane devono trovare un equilibrio tra ordine pubblico, assistenza sanitaria e rispetto delle leggi internazionali che tutelano i diritti dei migranti recuperati. Spesso, la scelta del porto genera tensioni politiche e diplomatiche.
Le Ong come Sos Humanity continuano a operare in condizioni difficili, portando in salvo chi si trova in grave pericolo. Ogni salvataggio è importante, ma racconta anche le difficoltà di gestire una rotta migratoria ancora molto usata e pericolosa.
Ultimo aggiornamento il 19 Luglio 2025 da Luca Moretti