Nobel per la pace ai bambini di Gaza: striscioni in Puglia e appelli al Vaticano

Appelli e striscioni in Puglia per il Nobel ai bambini di Gaza. - Unita.tv

Davide Galli

2 Settembre 2025

La fondazione “L’Isola che non c’è” ha lanciato una mobilitazione per assegnare il Premio Nobel per la Pace ai bambini di Gaza. L’idea è mettere sotto i riflettori la sofferenza dei più piccoli in una terra dilaniata dal conflitto, coinvolgendo istituzioni locali e internazionali. In Puglia già si vedono striscioni a sostegno della proposta, con l’obiettivo di allargare la campagna ad altre regioni d’Italia e di ottenere un segnale forte anche dalla Santa Sede.

A Bari il primo striscione, la campagna si allarga in Puglia

Questa mattina è comparso un grande striscione sulla facciata del Comune di Bari, il primo di una serie che la fondazione vuole affiggere in vari edifici pubblici della Puglia. L’obiettivo è chiaro: far sentire il sostegno alla candidatura del Nobel per la Pace ai bambini di Gaza, simbolo di una sofferenza che dura da troppo tempo. Franco Giuliano, presidente onorario della fondazione, ha spiegato che vogliono coprire più città possibili, aumentando così la pressione politica e sociale attorno alla causa.

Striscioni sono già stati messi al Policlinico di Bari, all’ospedale Perrino di Brindisi, ai castelli Imperiali di Latiano e Francavilla Fontana e al municipio di San Vito dei Normanni. Questi spazi pubblici diventano così punti di sensibilizzazione, rivolti sia ai cittadini sia ai rappresentanti delle istituzioni. Intanto, alcune amministrazioni hanno preso posizione con delibere ufficiali, riconoscendo lo Stato di Palestina o chiedendo la fine immediata delle ostilità nella Striscia di Gaza.

Adesioni crescono, dal Molise un appoggio importante

La campagna sta raccogliendo sempre più consensi da esponenti istituzionali in tutta Italia. Tra questi, il presidente della Regione Molise, Francesco Roberti, ha espresso il suo sostegno a titolo personale, ampliando il raggio d’azione oltre la Puglia. Un segnale che il dibattito sulla questione palestinese si sta facendo sempre più presente nelle istituzioni locali e regionali, con un’attenzione particolare al destino dei bambini coinvolti nel conflitto.

Anche altre città, come Conversano, si sono mosse con atti ufficiali dei consigli comunali. Oltre a sostenere la candidatura al Nobel, chiedono la cessazione del fuoco. Sono segnali concreti di un impegno condiviso per portare la questione nei luoghi decisionali più ampi, mettendo in primo piano il valore umanitario e morale. La proposta della fondazione si conferma così un gesto simbolico, ma con effetti reali sul dibattito pubblico e istituzionale in Italia.

Il Vaticano nel mirino della campagna, il legame con Sarajevo

Un altro fronte importante è il tentativo di coinvolgere il Vaticano. La fondazione sta cercando un contatto ufficiale con la Segreteria di Stato, con la speranza di un’udienza privata con Papa Leone XIV. L’idea è consegnargli una maglietta della campagna, ricamata a mano dalle Suore dell’ordine delle Ancelle del Bambino Gesù di Sarajevo. Un richiamo forte, che lega la tragedia dei bambini di Gaza a quella vissuta da quelli di Sarajevo, durante il più lungo assedio della storia recente. Nel 2025 ricorrono i 30 anni dagli Accordi di Dayton, che misero fine a quella guerra.

Con questo gesto, gli organizzatori vogliono sottolineare il parallelo tra le sofferenze dei bambini di Sarajevo e quelle di Gaza, nella speranza che la Striscia non superi quel triste record di durata. Il coinvolgimento del Vaticano servirebbe a dare più peso internazionale alla campagna, aumentando la pressione morale sui leader politici e spingendo i riflettori dei media su questa causa. Potrebbe essere un’occasione per rilanciare un appello urgente alla pace e alla protezione dei diritti dei bambini nelle zone di guerra.

Un gesto simbolico che parla al cuore

L’idea di assegnare il Nobel per la Pace ai bambini di Gaza non è solo un atto simbolico. Per la fondazione “L’Isola che non c’è” è un modo per riconoscere la sofferenza innocente di chi non ha colpa nelle guerre. Dare loro questo premio significherebbe affermare un principio fondamentale: ogni bambino, ovunque nel mondo, ha diritto a vivere in pace e senza paura.

L’appello si basa su questo diritto elementare e vuole mobilitare opinione pubblica, istituzioni e organizzazioni internazionali. La candidatura deve essere presentata entro gennaio 2026 al comitato per il Nobel. Nel frattempo, la diffusione degli striscioni e il coinvolgimento di amministratori e figure pubbliche aiutano a tenere alta l’attenzione su una realtà spesso ignorata o sottovalutata.

La visibilità mediatica sulla candidatura dei bambini di Gaza è un momento importante tra le iniziative per la pace e i diritti umani, in un mondo ancora segnato da tensioni e conflitti.

Ultimo aggiornamento il 2 Settembre 2025 da Davide Galli