L’attore e intellettuale Moni Ovadia ha espresso una posizione netta sulla situazione di Gaza durante l’evento conclusivo della prima giornata del festival Il libro possibile, a Polignano a Mare. Ovadia ha ribadito la necessità di un cambiamento radicale nel modo in cui si affronta il conflitto israelo-palestinese, sottolineando che solo un riconoscimento pieno della dignità umana può portare a una pace reale. Lo spettacolo, nato dall’ultimo libro del giornalista Aldo Cazzullo, Il romanzo della Bibbia, è stato occasione per riflettere su temi sociali ed etici legati alla convivenza tra popoli.
Il monito contro il sionismo e la richiesta di uguaglianza tra gli abitanti della terra di palestina
Moni Ovadia ha definito il sionismo come un’ideologia che ha alimentato discriminazioni profonde nei confronti dei palestinesi. Secondo lui i sionisti non hanno mai riconosciuto i palestinesi come loro pari; questo atteggiamento avrebbe generato una deriva fatta di esclusione e violenza difficile da superare senza un cambio radicale. L’artista ha indicato che ogni speranza oggi può nascere soltanto dal riconoscimento dell’uguaglianza fondamentale tra gli esseri umani: non esistono razze diverse ma solo persone con pari dignità. Senza questo passaggio non sarà possibile costruire alcuna forma duratura di pace.
La critica ai progetti politici attuali: «due stati sono solo chiacchiere»
Ovadia si è mostrato molto scettico sulle soluzioni politiche finora proposte dalle grandi potenze mondiali per risolvere il conflitto israelo-palestinese. Ha liquidato l’idea dei due stati come «solo chiacchiere», sostenendo invece che sia necessario creare uno stato unico dove tutti abbiano gli stessi diritti indipendentemente dalla loro origine o religione: palestinesi, ebrei, drusi o beduini. Questa proposta rifiuta le divisioni etniche o religiose imposte dall’esterno ed invita a immaginare una convivenza basata sul rispetto reciproco all’interno dello stesso territorio.
La visione dello spettacolo ispirato alla bibbia come strumento contro odio e fanatismi
Durante lo spettacolo con Aldo Cazzullo Moni Ovadia ha apprezzato il modo in cui viene restituita alla Bibbia la sua natura narrativa complessa ma accessibile al pubblico contemporaneo. La sacra scrittura viene presentata come fonte di messaggi spirituali ed etici importanti riguardo al rapporto dell’uomo con Dio ma anche alle relazioni tra esseri umani nella società. Per Ovadia questa lettura serve anche ad opporsi all’uso distorto della Bibbia da parte dei fanatici che cercano giustificazioni religiose per la violenza o l’esclusione sociale; piuttosto dovrebbe essere vista come un testo capace di promuovere fratellanza universale.
Una denuncia dura sull’offensiva militare a gaza definita genocidio
Il giudizio più severo espresso da Moni Ovadia riguarda le azioni militari condotte nella Striscia di Gaza negli ultimi tempi; egli parla apertamente di genocidio senza attenuanti né mezzi termini politici conciliatori. Dal suo punto di vista personale sostiene inoltre una posizione antisionista forte mettendo sotto accusa quella ideologia perché coloniale, segregazionista e razzista verso i palestinesi. La sua dichiarazione esplicita rompe con molti silenzi nel dibattito pubblico italiano sul tema mediorientale.