La vicenda giudiziaria legata alla demolizione del complesso di Punta Perotti, sul lungomare Sud di Bari, si è conclusa con una sentenza definitiva della Corte di Cassazione. Il massimo organo giudiziario ha rigettato i ricorsi presentati dalle società Sudfondi e Mabar, negando ulteriori risarcimenti oltre quelli già riconosciuti dalla Corte europea dei diritti dell’uomo . Questa decisione chiude una lunga disputa economica che ha coinvolto vari livelli della magistratura italiana e ha avuto un impatto significativo sul bilancio comunale.
La sentenza della corte di cassazione sulla controversia economica di punta perotti
La Corte di Cassazione ha revocato la decisione della Corte di Appello di Bari, che in precedenza aveva concesso risarcimenti per circa dieci milioni di euro a Sudfondi e due milioni a Mabar. In cassazione, entrambe le società avevano chiesto somme molto più alte: circa 400 milioni la Sudfondi e 30 milioni la Mabar. Tuttavia, i giudici supremi hanno stabilito che questi importi eccedessero quanto dovuto.
Le società in questione avevano già ottenuto importanti risarcimenti riconosciuti dalla Cedu, pari a 40 milioni per Sudfondi e nove milioni per Mabar. I risarcimenti erano stati concessi a seguito del riconoscimento dell’illegittimità della confisca disposta dalla Cassazione penale, giudicata incompatibile con termini dello Statuto europeo sui diritti umani. La Corte di Cassazione ha confermato che nessuna somma aggiuntiva può essere erogata. In questo modo, la giustizia italiana ha chiarito come gli indennizzi già versati siano da considerarsi completi e sufficienti in questa fase della controversia.
Il contesto della controversia e le motivazioni delle società ricorrenti
Le società Sudfondi e Mabar avevano avanzato la richiesta di nuovi risarcimenti sostenendo che i danni subiti andassero oltre quelli già compensati dalla Cedu. Secondo loro, ulteriore responsabilità sarebbe stata imputabile al Comune di Bari, al ministero competente e alla Regione Puglia, per aver concesso autorizzazioni poi ritenute illegittime.
Questa posizione attribuiva all’ente pubblico una parte rilevante della responsabilità sui danni patrimoniali subiti dalle due imprese. Le richieste di risarcimento aggiuntivo miravano quindi a ristabilire un equilibrio economico più vantaggioso rispetto a quanto già ottenuto. La vicenda giudiziaria si è trascinata per anni e ha generato un alto livello di incertezza, con possibili ripercussioni pesanti sulle casse comunali.
Riflessi per il comune di Bari e prospettive di sviluppo dell’area costiera
Il sindaco di Bari, Vito Leccese, ha commentato la sentenza sottolineando l’importanza di questa decisione per il bilancio pubblico. Infatti, la lunga sequenza di contenziosi sul caso Punta Perotti rischiava di compromettere fortemente le risorse comunali.
Leccese ha inoltre evidenziato il ruolo del Piano paesaggistico regionale e del progetto di rigenerazione urbana per la costa sud della città. Questi interventi sono stati progettati per valorizzare il territorio, migliorare la qualità ambientale e promuovere uno sviluppo sostenibile dell’area interessata dalla demolizione e delle zone limitrofe. La chiusura della disputa economica consente dunque di avanzare verso una riqualificazione concreta, a cui la comunità barese guarda con attenzione.
Le scelte pianificatorie adottate intendono trasformare spazi occupati da lottizzazioni abusive in nuove aree di fruizione naturalistica e paesaggistica, offrendo un’opportunità di rigenerazione per il litorale sud. Oltre al ripristino ambientale, queste iniziative possono contribuire a rilanciare l’immagine cittadina e a migliorare la qualità della vita degli abitanti.
Ultimo aggiornamento il 29 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi