Lo scrittore britannico Jonathan Coe è stato ospite del festival Il Libro Possibile, che nel 2025 ha toccato diverse città italiane e ha fatto tappa anche a Londra. Durante l’incontro ha parlato dei suoi progetti letterari, delle ambientazioni degli ultimi romanzi e del suo rapporto con la Puglia, svelando dettagli interessanti sul suo modo di scrivere e di trovare ispirazione.
Il sogno di romanzi brevi: un progetto ancora lontano
Coe ha ammesso al pubblico di desiderare di scrivere romanzi brevi, “semplici e brevi”, come li ha definiti lui stesso. Ma ha chiarito che per ora questo rimane un progetto ancora lontano dal realizzarsi. Spesso parte da un’idea che apre la strada a molte altre, fino a trasformarsi in un romanzo corposo. I suoi libri arrivano spesso a superare le quattrocento pagine. Lo scrittore ha raccontato che le sue storie nascono quasi per caso, senza una pianificazione precisa, seguendo una logica che si costruisce strada facendo. La scrittura, quindi, è un flusso di idee che si intrecciano spontaneamente mentre lui scrive. Questa natura “casuale” del processo rende difficile applicare formule rigide o piani precisi ai suoi libri.
Questa apertura al flusso creativo è una scelta personale. Coe parte spesso da un’intuizione vaga che poi si espande in tante direzioni. Il risultato sono racconti articolati e ricchi di dettagli, con trame e personaggi che si intrecciano continuamente. La difficoltà a limitare la lunghezza nasce proprio dall’abbondanza di spunti che lo spingono a continuare la narrazione, anziché a contenerla in poche pagine. L’autore è consapevole di questo limite ma preferisce non imporre regole rigide alle sue storie.
“La Prova Della Mia Innocenza”: un thriller ai margini di Londra
Il suo ultimo romanzo, La prova della mia innocenza, pubblicato da Feltrinelli, abbandona le classiche ambientazioni centrali di Londra per spostarsi nelle zone periferiche vicino all’aeroporto di Heathrow. Coe ha spiegato che ha scelto di uscire dal centro per evitare di raccontare luoghi già visti e raccontati molte volte. La vicinanza a uno degli aeroporti più trafficati del mondo crea un ambiente quasi di confine, dove si incrociano diverse realtà sociali e culturali, spesso fuori dai riflettori. Questa scelta dà al romanzo un’atmosfera particolare, lontana dai quartieri noti della capitale.
Con questa ambientazione, Coe vuole dare voce a luoghi meno esplorati dalla letteratura mainstream, mettendo in luce una dimensione più periferica della metropoli. Vuole raccontare storie nuove, meno scontate, con uno sguardo più attento alla marginalità e ai luoghi di passaggio. L’aeroporto diventa così un simbolo di movimento, confine e cambiamento, elementi che sono al cuore della trama.
Venezia, un richiamo per il finale
Il legame di Coe con l’Italia si vede anche nella scelta di Venezia come luogo centrale per la conclusione del suo ultimo romanzo. L’autore ha passato alcune settimane nella città lagunare per un incarico universitario, due anni fa, e da quell’esperienza è nata l’idea di inserire Venezia più volte nel racconto. La città non è solo un’ambientazione, ma anche un omaggio diretto, che aggiunge atmosfere e riferimenti precisi al testo.
La scena finale del libro si svolge proprio a Venezia, scelta che aggiunge suspense e fascino. I canali, le piazze e le calli fanno da cornice a un momento cruciale della storia, rendendo il contesto italiano parte integrante del mistero narrativo. Questa presenza dimostra quanto la geografia possa influenzare la storia, non solo come sfondo ma come elemento che dà forma alla trama. Venezia si conferma così un luogo che ispira Coe e aiuta a definire il finale.
Vieste e la Puglia: un incontro che lascia il segno
Non è la prima volta che Coe visita la Puglia, ma nel 2025 è stata la sua prima volta a Vieste, una delle tappe del festival Il Libro Possibile che si è concluso il 26 luglio. Lo scrittore ha mostrato grande ammirazione per la bellezza della città e del paesaggio intorno. Ha parlato del fascino del luogo e dell’atmosfera che lo ha colpito profondamente. Questo incontro con la Puglia rappresenta per lui un’occasione importante, anche sul piano culturale, che potrebbe influenzare le sue future esperienze o magari nuovi libri.
La tappa di Vieste fa parte di un percorso che ha visto il festival muoversi tra diverse città italiane e anche all’estero. Coe è stato un ospite apprezzato e un punto di riferimento per un pubblico variegato. La sua apertura verso luoghi meno familiari mostra la voglia di confrontarsi con ambientazioni diverse, dando spazio non solo alle grandi città ma anche a territori meno raccontati nella letteratura contemporanea. Il legame con la Puglia, nato in questa primavera-estate 2025, potrebbe continuare a svilupparsi, come ha lasciato intendere lo stesso autore, che spera di tornare presto.
Le parole di Jonathan Coe hanno offerto uno sguardo concreto sulla scrittura come un percorso imprevedibile, legato a esperienze dirette, luoghi e culture. Le sue scelte narrative mostrano un occhio attento ai dettagli e alla geografia. Il festival Il Libro Possibile, con le sue tappe in Italia e all’estero, resta una vetrina importante per incontrare autori e pubblico.
Ultimo aggiornamento il 24 Luglio 2025 da Davide Galli