Negli ultimi giorni l’area naturale di Orte, in provincia di Lecce, è stata colpita da diversi incendi che hanno devastato ettari di macchia mediterranea. Il parco naturale regionale Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase ha annunciato l’ipotesi di offrire una somma in denaro a chi fornirà informazioni utili per individuare gli autori dei roghi. La decisione arriva dopo una serie di episodi sospetti che le autorità ritengono dolosi.
La gravità degli incendi nel territorio del parco otranto – santa maria di leuca
Gli incendi che hanno interessato l’area protetta sono stati particolarmente estesi e distruttivi. In pochi giorni vaste porzioni della macchia mediterranea sono state ridotte in cenere, con danni rilevanti all’ambiente e alla biodiversità locale. L’evento più recente, avvenuto mercoledì scorso nella zona naturalistica di Orte, presenta evidenti segni riconducibili ad un’origine dolosa.
Il presidente del parco Michele Tenore ha sottolineato come questo non sia un episodio isolato ma parte di un attacco deliberato al territorio. Gli incendi mettono a rischio non solo il patrimonio naturale ma anche la storia e l’identità culturale legata al paesaggio salentino. La perdita riguarda anche le generazioni future, privandole della possibilità di godere delle risorse ambientali oggi minacciate.
Indagini e impegno per individuare i responsabili
Le indagini sono affidate alle forze dell’ordine locali che stanno cercando prove concrete per risalire agli autori dei roghi. La complessità dell’attività investigativa deriva dalla natura intenzionale degli eventi: si tratta infatti molto probabilmente di azioni criminali organizzate o condotte con consapevolezza.
La proposta della ricompensa come strumento contro l’omertà
In risposta alla situazione critica il parco sta valutando misure straordinarie per contrastare i responsabili degli incendi. Tra queste emerge la proposta – ancora da definire nei dettagli – d’introdurre una ricompensa economica rivolta a chiunque fornisca informazioni utili all’identificazione dei colpevoli.
Michele Tenore ha spiegato chiaramente che si tratta dello strumento pensato per rompere il muro del silenzio e dell’omertà spesso presente nelle comunità locali quando si verificano episodi simili. Secondo lui se offrire un incentivo può spingere qualcuno a parlare o collaborare con gli investigatori allora questa strada va considerata seriamente.
L’obiettivo è creare un clima meno tollerante verso questi crimini ambientali così gravi da mettere sotto assedio vaste aree naturali protette come quelle del Salento. Il presidente insiste sul fatto che servono misure eccezionali perché la situazione lo richiede: non si tratta più soltanto della tutela del verde ma della difesa stessa del territorio contro attacchi mirati.
Coordinamento e prevenzione sul territorio
Le attività investigative sulle cause precise degli incendi proseguono senza sosta sotto la supervisione delle forze dell’ordine competenti nel lecchese. Gli accertamenti includono sopralluoghi sul terreno dove sono divampati i roghi, raccolta testimonianze ed esami tecnici volti ad individuare eventuali tracce lasciate dagli autori.
Il lavoro richiede tempi precisi perché deve garantire elementi concreti su cui basarsi nelle eventuali azioni penali future contro i responsabili dei danni ambientali provocati dai fuochi appiccati volontariamente.
La collaborazione tra enti pubblici locali, corpo forestale e polizia rappresenta uno sforzo coordinato volto ad arginare questo fenomeno criminoso ormai troppo frequente nella regione pugliese durante i mesi caldi dell’anno.
La sensibilizzazione verso cittadini ed escursionisti resta alta proprio per prevenire nuovi casi simili ed evitare conseguenze irreversibili sull’habitat naturale salentino.