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Giorgia Meloni sotto accusa per i costi elevati dell’operazione migranti in Albania, spesi 114mila euro al giorno per ogni persona detenuta

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Costi elevati per migranti in Albania, Meloni nel mirino. - Unita.tv
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Il tema della gestione dei migranti continua a generare dibattito in Italia. Un recente rapporto dell’Università di Bari e di ActionAid mette in luce spese molto alte legate all’operazione italiana in Albania, dove migranti vengono trattenuti in centri di detenzione. Questi numeri sollevano critiche da parte dell’opposizione, che denuncia un uso dispendioso di risorse pubbliche, soprattutto in un momento di difficoltà economica per molti cittadini.

I costi dell’Operazione Albania, fra spese e rapporti universitari

Secondo un documento preparato dall’Università di Bari in collaborazione con ActionAid, l’Italia sostiene una spesa giornaliera per persona migrante detenuta nei centri in Albania pari a 114mila euro. Questa cifra, molto superiore rispetto a quanto previsto per l’accoglienza in Italia, rappresenta un punto di confronto critico con i costi abituali del sistema di ricezione interno. Se in Italia l’accoglienza si attesta attorno ai 35 euro al giorno a persona, in Albania si parla di costi quasi 3.300 volte superiori.

Una voce importante in questo dibattito è quella di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, che giudica questi numeri un vero insulto per gli italiani che stanno affrontando difficoltà economiche. Schlein fa riferimento anche al fatto che, malgrado le spese elevate, i centri albanesi sono rimasti quasi vuoti, rappresentando quindi un ulteriore spreco di risorse pubbliche italiane.

Confronto tra costi italiani e le spese per i posti nei centri albanesi

Il report non si limita ai costi giornalieri, ma parla anche del prezzo sostenuto dagli italiani per la realizzazione di ogni singolo posto all’interno dei centri di detenzione in Albania. Si parla di 153mila euro a posto, una somma che supera di gran lunga il costo di 21mila euro necessario in Italia per lo stesso tipo di struttura.

Le critiche si concentrano sulla differenza abissale tra queste due cifre. È evidente come si tratti di un investimento molto oneroso, che solleva dubbi sull’efficacia e la sostenibilità di questa operazione. Vano appare il giustificativo di una gestione più sicura o più efficace, considerato anche il fatto che i centri albanesi non ospitano un numero significativo di migranti.

Aspetti legali e umanitari dell’operazione migranti in Albania

Oltre ai costi materiali, la gestione dei migranti in Albania ha suscitato polemiche riguardo i diritti fondamentali di queste persone. I centri di detenzione sono stati infatti contestati sul piano della legalità. Fonti dell’opposizione sottolineano come questa operazione violi norme e diritti delle persone migranti, che dovrebbero avere accesso a procedure trasparenti e a condizioni minime di accoglienza dignitosa.

Le strutture di detenzione, in effetti, sono state accusate di non rispettare standard internazionali sul trattamento dei migranti, fatto che ha provocato proteste e richieste di intervento da parte di associazioni e ONG. Il fatto che i centri siano rimasti in gran parte vuoti fa anche pensare a problemi legati all’effettivo utilizzo e alla reale necessità di queste strutture, rafforzando le perplessità sulle scelte politiche e amministrative.

Il dibattito politico italiano e le reazioni alle cifre emerse

I dati resi noti non sono rimasti senza risposta nel panorama politico italiano. La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha dichiarato che Giorgia Meloni e il suo governo devono rivolgere scuse agli italiani per come sono stati spesi soldi pubblici in questa operazione, paragonando la spesa a un insulto nei confronti di chi si trova in difficoltà economica. L’opposizione chiede spiegazioni e trasparenza su queste spese elevate.

Dal punto di vista del governo, non sono mancate difese che giustificano l’operazione come intervento necessario per gestire il fenomeno migratorio in modo efficace e sicuro fuori dai confini nazionali, ma la mancanza di dati sugli effettivi risultati e i costi così alti complicano la posizione politica dell’esecutivo.

In attesa di ulteriori chiarimenti, i dati dell’Università di Bari e ActionAid rappresentano un elemento di forte critica verso la gestione attuale dell’immigrazione, soprattutto sul piano economico e dei diritti umani.

Ultimo aggiornamento il 24 Luglio 2025 da Serena Fontana

Written by
Serena Fontana

Serena Fontana è una blogger e redattrice digitale specializzata in cronaca, attualità, spettacolo, politica, cultura e salute. Con uno sguardo attento e una scrittura diretta, racconta ogni giorno ciò che accade in Italia e nel mondo, offrendo contenuti informativi pensati per chi vuole capire davvero ciò che succede.

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