La firma al ministero delle Imprese ha segnato un passo formale verso la decarbonizzazione degli impianti dell’ex Ilva di Taranto. L’intesa coinvolge tutte le amministrazioni nazionali e locali, con l’obiettivo di eliminare l’uso del carbone nelle aree a caldo. Non sono però ancora definiti i tempi per il passaggio ai forni elettrici, né è stata scelta la sede del polo Dri, indispensabile per la produzione del preridotto necessario agli impianti elettrici.
La firma dell’intesa al ministero delle imprese e l’impegno delle amministrazioni
La mattina del 4 giugno 2025 ha visto la firma di un’intesa da parte di tutte le amministrazioni coinvolte, sia nazionali che locali, presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy . Questo documento, come riportato da fonti ufficiali del ministero, stabilisce l’impegno comune per accelerare il processo di decarbonizzazione degli impianti ex Ilva a Taranto, uno dei più grandi siti siderurgici europei.
Il testo della bozza non prevede ancora un calendario definito per il passaggio alla produzione con forni elettrici, né fissa la collocazione del polo Dri , fondamentale per ottenere il preridotto da usare negli impianti a basso impatto ambientale. Il ministero, insieme alle parti coinvolte, ha previsto una nuova riunione del tavolo tecnico dopo il 15 settembre 2025. Questa data coincide con la scadenza per presentare le offerte vincolanti relative alla nuova gara d’appalto per la fornitura delle tecnologie.
L’intesa formalizza dunque un quadro di intenti comuni, puntando a definire in maniera più precisa i passaggi successivi solo dopo la raccolta delle prime offerte e valutazioni tecniche. Il documento non ha però carattere vincolante sulla tempistica, elemento che crea attesa e incertezza tra gli stakeholder e i lavoratori, in attesa di capire come si evolverà il progetto.
I punti fondamentali dell’intesa e le dichiarazioni del sindaco di Taranto
Il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, ha chiarito che il documento firmato non rappresenta un vero e proprio accordo di programma, ma è una dichiarazione d’intenti che recepisce alcune delle richieste avanzate dal Comune di Taranto. Tra i punti chiave spicca l’obbligo vincolante di eliminare completamente le produzioni nelle aree a caldo alimentate a carbone, un passo decisivo verso la decarbonizzazione dell’intero sito industriale.
Il testo esclude espressamente la possibilità di utilizzare navi gasiere per l’approvvigionamento energetico, ribadendo invece la necessità di trovare soluzioni alternative per la produzione sostenibile dell’acciaio. Nei suoi interventi, Bitetti ha sottolineato il rispetto della tutela occupazionale, definita come un principio inderogabile per tutte le parti coinvolte, a garanzia dei lavoratori del sito.
Oltre all’attenzione per l’occupazione, il documento rimarca la centralità della salute pubblica, includendo un chiaro impegno a potenziare la rete sanitaria locale di Taranto. Questa specifica è fondamentale, considerando le criticità ambientali e sanitarie storiche legate allo stabilimento siderurgico.
Il sindaco ha evidenziato che la vera verifica dell’intesa dipenderà dagli impegni assunti e dai risultati concreti che seguiranno nei mesi a venire, lasciando intendere che l’amministrazione terrà alta la guardia sulle azioni attuative.
I passi successivi: focus sulla nuova gara e valutazione della localizzazione del polo dri
L’intesa suggella un primo passo formale, ma rimane ancora molto da definire sul percorso tecnico e industriale per la trasformazione degli impianti. Un punto cruciale riguarda la gara per l’installazione delle tecnologie più pulite, la cui scadenza per la presentazione delle offerte vincolanti è fissata al 15 settembre 2025.
Dopo quella data, il tavolo di coordinamento si riunirà di nuovo per esaminare le offerte e iniziare a valutare la localizzazione del polo Dri. Questo stabilimento sarà fondamentale per produrre il preridotto essenziale al funzionamento dei nuovi forni elettrici, passaggio decisivo per abbandonare il carbone.
La scelta della sede avrà un impatto significativo sulla strategia industriale e logistica del sito, coinvolgendo vari attori, dai fornitori alle istituzioni locali. La discussione sulla localizzazione sarà complessa, poiché dovrà tenere conto di costi, tempi di realizzazione, impatto ambientale e ricadute sul territorio.
L’assenza di riferimenti chiari nel testo firmato rende però il processo ancora aperto, con i rappresentanti delle amministrazioni e le industrie in attesa di dati e proposte più dettagliate prima di procedere alle scelte operative.
Un impegno senza tempi certi: la complessità del processo di decarbonizzazione a Taranto
Il passaggio a una produzione siderurgica a basso impatto ambientale rappresenta una sfida tecnica, economica e sociale notevole. L’intesa firmata evidenzia la volontà politica di muoversi verso la decarbonizzazione, ma le questioni aperte sui tempi e sulle modalità confermano la complessità del percorso.
Mentre il carbone viene definitivamente escluso come fonte per le aree a caldo, il futuro dei forni elettrici e del polo Dri resta incerto. Il percorso richiede la collaborazione di molte parti, dai fornitori di tecnologie alle amministrazioni, fino ai sindacati e alle comunità locali.
Il monitoraggio degli effetti sull’occupazione e sulla salute rimane centrale, come sottolineato dal sindaco di Taranto. La trasformazione del sito industriale dovrà conciliarsi con le condizioni di lavoro e la salvaguardia della popolazione, in un contesto dove ambiente e sviluppo economico si intrecciano in modo stretto.
L’incontro previsto dopo metà settembre sarà l’occasione per fare ulteriori passi in avanti, sulla base delle offerte tecniche e sulle scelte di localizzazione. Nel frattempo, la firma dell’intesa segna un momento importante di impegno pubblico e condivisione istituzionale sul futuro dello stabilimento.
Ultimo aggiornamento il 12 Agosto 2025 da Serena Fontana