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Export Agroalimentare Pugliese: la crescita si frena nel primo trimestre 2025, pesa l’ombra dei dazi

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Export agroalimentare pugliese rallenta nel primo trimestre 2025, pesa l’incertezza dei dazi. - Unita.tv
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Le esportazioni agroalimentari della Puglia partono con il freno a mano tirato nel primo trimestre del 2025. A pesare sono le tensioni commerciali internazionali e l’incertezza sulle nuove tariffe doganali. I dati ufficiali mostrano andamenti contrastanti nei vari settori della regione, con l’olio e la pasta che fanno fatica, mentre solo il vino riesce a tenere il passo.

Primo trimestre 2025, l’export pugliese rallenta davvero

Secondo le rilevazioni di Coldiretti Puglia su dati Coeweb, l’export agroalimentare della regione segna un rallentamento evidente all’inizio dell’anno. L’olio extravergine d’oliva, vero fiore all’occhiello locale, cresce appena del 2,4%, molto meno di quanto ci si sarebbe aspettati in questa stagione.

La pasta, simbolo del Made in Italy e della tradizione pugliese, perde terreno all’estero, con un calo dell’1,6%. Peggio va alla lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi, che scendono del 4,7%, segno di una domanda in calo o di problemi logistici nei mercati internazionali. In questo quadro incerto, solo il vino si distingue, con un aumento robusto del 9,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Questi numeri raccontano come la minaccia dei dazi e l’instabilità economica globale inizino a pesare sul commercio estero della Puglia, colpendo in modo diverso i vari settori.

Dazi Usa, cosa cambia e quali rischi per il Made in Italy

La questione dei dazi imposti dagli Stati Uniti tocca da vicino l’export pugliese, soprattutto per le materie prime alimentari. Washington ha deciso di applicare un dazio del 15%, dimezzando l’ipotesi iniziale del 30%. Un sollievo, certo, ma il rischio di colpi duri resta per molte filiere italiane.

Coldiretti sottolinea che rispetto al piano originale la situazione è meno grave, evitando potenziali perdite fino a 2,3 miliardi di euro per consumatori americani e produttori italiani. Ma il nuovo livello tariffario crea regole diverse per ogni settore: alcuni ne usciranno più penalizzati, altri meno.

Per compensare i danni, Coldiretti chiede all’Unione Europea interventi mirati a supporto delle filiere più colpite. A complicare il quadro ci sono anche le oscillazioni del cambio dollaro/euro, che influenzano vendite e competitività dei prodotti pugliesi e italiani.

Difendere le produzioni locali: stop alla concorrenza sleale

Oltre ai dazi, Coldiretti punta il dito contro le importazioni che non rispettano standard sanitari e ambientali. L’associazione chiede regole più rigide per evitare che arrivino in Italia prodotti senza controlli adeguati, che potrebbero danneggiare i produttori locali e creare squilibri sul mercato.

La tutela riguarda tutta la filiera, dalla coltivazione fino alla trasformazione industriale. L’obiettivo è garantire la sicurezza alimentare e condizioni di lavoro dignitose, elementi fondamentali per la qualità dei prodotti pugliesi esportati.

Questi controlli fanno parte di una strategia più ampia per salvaguardare la reputazione del Made in Italy agroalimentare e per contrastare una concorrenza vista come scorretta o dannosa per l’economia regionale.

In un mondo sempre più incerto, mantenere alta la qualità e restare competitivi è la sfida più urgente per la Puglia e per l’intero settore agroalimentare italiano.

Ultimo aggiornamento il 30 Luglio 2025 da Luca Moretti

Written by
Luca Moretti

Luca Moretti è un blogger e analista indipendente con un forte focus su politica e cronaca. Con uno stile incisivo e documentato, approfondisce temi di attualità nazionale e internazionale, offrendo ai lettori chiavi di lettura chiare e puntuali. Il suo lavoro è guidato da una costante ricerca della verità e da un impegno verso l’informazione libera e consapevole.

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