La morte di tre ciclisti a Terlizzi ha riportato al centro dell’attenzione il pericolo che corre chi pedala sulle strade italiane. Il presidente della Federazione Ciclismo, Cordiano Dagnoni, ha annunciato un pacchetto di misure pensate per ridurre gli incidenti e tutelare i ciclisti. Il piano sarà consegnato ai parlamentari per spingere su interventi legislativi e programmi di formazione mirati.
Terlizzi sotto choc: il dolore della Federazione Ciclismo
Il 2025 si conferma un anno tragico per il ciclismo in Italia. A Terlizzi, in provincia di Bari, hanno perso la vita Sandro Abruzzese, Vincenzo Mantovani e Antonio Porro, tre ciclisti del gruppo sportivo Ciclo Avis Andria, coinvolti in un incidente stradale. La Federazione Ciclismo Italiana ha espresso profondo cordoglio alle famiglie e a tutto il gruppo. Questi fatti hanno messo in luce quanto siano fragili e a rischio gli sportivi che si muovono sulle strade pubbliche, spesso condivise con traffico e infrastrutture non adeguate.
Cordiano Dagnoni ha sottolineato la necessità di una reazione urgente. Dal primo gennaio, in Italia sono già morti 130 ciclisti su strada. Un dato che non lascia spazio a indugi. La tragedia di Terlizzi ha fatto scattare una mobilitazione forte da parte della Federazione.
Il gruppo sicurezza: le proposte per cambiare marcia
Da aprile 2025 la Federazione ha messo in piedi un gruppo di lavoro dedicato alla sicurezza dei ciclisti. Il team ha elaborato un pacchetto di proposte per migliorare regole, infrastrutture e formazione. L’obiettivo è spingere per interventi normativi e modifiche nelle regole già esistenti. Tra le misure più importanti ci sono l’educazione alla convivenza tra ciclisti e altri utenti della strada, regole più severe e controlli più efficaci per aumentare la sicurezza attiva e passiva.
Dagnoni ha annunciato che a settembre, con la ripresa dei lavori in Parlamento, il pacchetto sarà presentato a tutti i partiti. Vuole trasformare questa emergenza in una priorità condivisa, al di là degli schieramenti politici. L’idea è diffondere una cultura di rispetto e consapevolezza, sia tra automobilisti che ciclisti, per ridurre gli incidenti e salvare vite. La formazione sarà al centro di questo cambio di passo.
L’appello al governo e l’impegno della Federazione
Il presidente della Federazione ha lanciato un appello chiaro ai ministri competenti, chiedendo un lavoro congiunto e coordinato. Non è la prima volta che la Federazione sollecita azioni concrete, dopo altri incidenti gravi come quello di Sara Piffer. Ma ora la pressione cresce, perché la sicurezza riguarda tutti, non solo i ciclisti o gli organizzatori di gare. È un tema che tocca lo sport come fenomeno sociale diffuso.
La Federazione non vuole più stare a guardare mentre i ciclisti continuano a morire sulle strade italiane. Il tragico bilancio di 130 morti da inizio anno è un segnale chiaro: serve una risposta veloce e concreta. Per questo ha deciso di indire un minuto di silenzio in tutta Italia, durante le manifestazioni ciclistiche della settimana dopo il fatto di Terlizzi. Un gesto per ricordare le vittime e sensibilizzare l’opinione pubblica.
Le prossime settimane saranno decisive. Si capirà se le proposte della Federazione troveranno ascolto e diventeranno misure reali, in grado di ridurre la conta dei morti e garantire ai ciclisti più sicurezza sulle strade del nostro Paese.
Ultimo aggiornamento il 3 Agosto 2025 da Elisa Romano