Il 2024 porta qualche novità nel mondo del lavoro femminile in Puglia, con dati che raccontano un quadro a tratti incoraggiante ma ancora pieno di sfide. Dal tasso di occupazione alla violenza di genere, passando per istruzione e imprese, la seconda edizione del bilancio di genere regionale fa il punto sulla condizione delle donne nel tessuto sociale ed economico della regione.
Lavoro: un piccolo passo in più, ma la strada è lunga
Nel 2024 il tasso di occupazione femminile in Puglia sale al 40,5%, poco sopra il 40,1% dell’anno precedente. Un aumento lieve, certo, e ancora sotto la media nazionale, che mostra quanto ci sia ancora da fare per migliorare la presenza delle donne nel mercato del lavoro locale. Nel frattempo, scende anche il tasso di donne fuori dal mondo del lavoro: dal 30,6% al 27,9%. Segno che più donne tornano a lavorare o a studiare.
Questi numeri arrivano dalla seconda edizione del bilancio di genere regionale, presentata a Bari nella sede del Consiglio regionale, con la presenza di Loredana Capone, presidente del Consiglio regionale, l’assessora alle Politiche di genere Serena Triggiani e la consigliera politica per l’Agenda di genere Titti De Simone. Il documento offre un quadro aggiornato su lavoro, istruzione e temi sociali, utile per capire l’efficacia delle politiche messe in campo.
Imprese al femminile, part time e digitale: i dati da non sottovalutare
Al 31 dicembre 2024 le imprese pugliesi con titolare donna sono 77.183, in leggero calo rispetto alle oltre 78mila dell’anno precedente. Nonostante questo, diminuisce il lavoro part time involontario tra le donne, passato dal 20,3% al 17,2%. Meno donne quindi costrette ad accettare un impiego a orario ridotto per mancanza di alternative.
Sul fronte digitale, il 37% delle donne in Puglia ha competenze base nel settore. Un dato importante, ma che lascia ancora molto spazio per migliorare, soprattutto per favorire l’occupazione. Riguardo all’istruzione, il tasso di abbandono precoce è al 7,9%, sotto la media nazionale, segno che le ragazze restano più a lungo nei percorsi scolastici.
Infine, la percentuale di giovani donne “neet” — quelle che non studiano e non lavorano — scende dal 24,8% al 23,4%, indicando qualche progresso nel coinvolgimento delle nuove generazioni.
Università e politica: donne pugliesi che puntano in alto, ma non basta
Tra le donne tra i 25 e i 34 anni, il 30,3% ha una laurea, un buon risultato che però resta ancora lontano dalla media nazionale e da altre regioni. Le laureate nelle materie STEM sono 1.475: numeri bassi, che confermano come questi settori rimangano ancora a prevalenza maschile.
Sul fronte politico e civico, la partecipazione femminile si attesta al 47,4%. Un dato in crescita, ma che non arriva ancora alla parità. Dall’altra parte, il divario salariale resta evidente: le donne guadagnano in media 11,76 euro lordi all’ora, contro i 15,40 euro degli uomini per lo stesso tipo di lavoro.
Violenza Di Genere: un’emergenza che non si ferma
Il bilancio regionale racconta anche una realtà dolorosa. Nel 2024, in Puglia, sono state nove le donne uccise, mentre le denunce per percosse arrivano a 330. Lo stalking ha colpito 1.147 donne, e le violenze sessuali denunciate sono state 203. Numeri che chiedono risposte concrete e costanti.
Sul fronte degli investimenti, la Regione ha destinato oltre 325 milioni di euro per ridurre le disuguaglianze di genere e migliorare la vita delle donne. Oltre 39 milioni sono andati all’empowerment femminile nei settori chiave per lo sviluppo, quasi 60 milioni hanno sostenuto iniziative legate a competitività, sostenibilità e innovazione, mentre più di sette milioni sono stati dedicati al contrasto della violenza.
Questi dati serviranno a guidare le politiche regionali nel 2025, con l’obiettivo di ridurre le disparità e assicurare condizioni migliori alle donne pugliesi.
Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Elisa Romano