Da luglio 2024, la legge che porta il nome dell’onorevole Michela Vittoria Brambilla ha dato il via a una serie di interventi contro il maltrattamento degli animali. L’ultimo episodio riguarda otto cani salvati a Martina Franca, in provincia di Taranto, dopo alcune segnalazioni sulle condizioni in cui vivevano. Un caso che conferma come questa normativa stia davvero cambiando le cose.
Martina Franca, il dramma degli otto cani: come li hanno trovati
Le guardie zoofile Endas, coordinate da Arcangelo Caressa, insieme alla Polizia Locale e a un veterinario dell’Asl, sono intervenute sul posto e hanno trovato otto cani in condizioni disperate. Alcuni erano legati con catene cortissime, poco più di un metro, che li costringevano a muoversi a stento. Mancava l’acqua e i rifugi erano fatiscenti, senza alcuna protezione o comfort. Nessuno di quei cani era microchippato o vaccinato, una violazione evidente delle norme.
Subito dopo la scoperta, gli animali sono stati sequestrati e il proprietario denunciato per maltrattamento. Dietro questa operazione c’è il lavoro di chi, dall’entrata in vigore della legge Brambilla, ha intensificato controlli e segnalazioni in tutta Italia. La collaborazione tra associazioni, forze dell’ordine e veterinari si conferma decisiva per intervenire in fretta e salvare vite.
Legge Brambilla: cosa cambia davvero per i maltrattamenti e le catene
La legge, attiva dal primo luglio, porta il nome di Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente. Introduce pene più severe per chi maltratta o uccide animali, con carcere fino a due anni e multe che arrivano a 30mila euro. C’è poi un divieto nazionale che vieta di tenere gli animali legati con catene, con sanzioni fino a 5mila euro per chi trasgredisce.
La norma punta a responsabilizzare i proprietari e rafforza il ruolo delle forze dell’ordine nel prevenire gli abusi. Fondamentale anche l’obbligo di microchip e vaccinazioni, strumenti essenziali per la salute e la sicurezza degli animali. Nel caso di Martina Franca, la mancanza di questi requisiti ha aggravato la posizione del proprietario.
Guardie zoofile e associazioni: la rete che difende gli animali
L’intervento a Martina Franca è stato guidato dalle guardie zoofile Endas, figure chiave nella vigilanza quotidiana sul benessere degli animali. Questi operatori lavorano a stretto contatto con polizia e veterinari, pronti a intervenire appena arriva una segnalazione.
Il lavoro delle associazioni come Endas, insieme all’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, crea una rete di controllo sul territorio. Sequestri e denunce diventano così strumenti essenziali per spezzare il ciclo degli abusi e assicurare agli animali una nuova vita in strutture adeguate. La collaborazione tra pubblico e privato resta un punto fondamentale per far rispettare la legge e prevenire nuovi casi.
Martina Franca: cosa rischia il proprietario denunciato
Il proprietario degli otto cani rischia una condanna pesante, prevista dalla legge Brambilla. Può andare incontro a una pena fino a due anni di carcere e a multe che raggiungono i 30mila euro. A questo si aggiunge la sanzione per aver tenuto gli animali legati con catene corte, che può costargli altri 5mila euro.
Ora spetta alla magistratura valutare il caso e applicare le misure previste, anche su richiesta della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente. L’obiettivo è mandare un messaggio chiaro: chi maltratta gli animali non è tollerato. Serve un cambio di passo nella cultura del rispetto verso gli animali domestici. Seguire da vicino casi come questo sarà fondamentale per capire l’impatto reale della nuova legge.
L’operazione di Martina Franca è tra le più importanti fatte finora con le nuove regole. Dimostra che la legge Brambilla non è solo carta, ma uno strumento concreto per prevenire abusi e migliorare la vita degli animali. Un passo avanti verso un’Italia più attenta e rispettosa.
Ultimo aggiornamento il 29 Luglio 2025 da Rosanna Ricci