A Cerignola, in provincia di Foggia, la cooperativa Pietra di Scarto organizza ogni anno una pastasciutta antifascista in uno dei beni confiscati alla mafia. L’evento richiama un momento storico del 25 luglio 1943, quando la famiglia Cervi a Campegine festeggiò la caduta di Mussolini offrendo pasta a tutto il paese. Non solo Cerignola: in molte città italiane si moltiplicano iniziative simili per ricordare quella giornata e i valori antifascisti. Nel 2025, l’attenzione è tutta sul caporalato e sulle condizioni dei lavoratori sfruttati nelle campagne del territorio.
La pastasciutta antifascista, una memoria che parla ancora
Dal 2022 Pietra di Scarto tiene viva questa tradizione a Cerignola, legandola a quel 25 luglio 1943. Quel giorno, in Emilia Romagna, la famiglia Cervi preparò e offrì la pastasciutta per celebrare la fine del regime di Mussolini. La scelta della pasta, cibo semplice e alla portata di tutti, diventò un simbolo di liberazione e speranza.
La festa si svolge in un bene confiscato alla mafia, un luogo che parla di lotta contro l’oppressione criminale e di rinascita. Distribuire pasta diventa così un gesto carico di significato civile e politico, che rievoca quel primo segnale di libertà. La rete delle Pastasciutte Antifasciste ha fatto crescere questa tradizione, coinvolgendo tante comunità italiane in una manifestazione che guarda al passato ma non dimentica il presente.
Caporalato sotto i riflettori: la voce di Balbir Singh
Per il 2025, la cooperativa ha deciso di mettere al centro della giornata il tema dello sfruttamento sul lavoro, un problema ancora molto presente a Cerignola e in tutta la Puglia, dove il caporalato continua a fare vittime. L’idea è chiara: collegare la memoria antifascista alle battaglie sociali di oggi, perché ogni forma di oppressione va combattuta.
La serata si apre con la presentazione del libro “Il mio nome è Balbir”, scritto da Marco Omizzolo insieme a Balbir Singh. Racconta la storia vera di Balbir, un lavoratore straniero che ha resistito al caporale che lo costringeva in condizioni disumane. La sua denuncia ha portato anche a un permesso di soggiorno. Omizzolo, attivista noto per le sue battaglie contro il caporalato, sottolinea quanto sia importante tenere alta l’attenzione su questi temi.
Pasta, prodotti locali e legalità: un pasto contro le mafie
La tradizionale distribuzione della pastasciutta parte alle 20, con la pasta condita da una passata di pomodoro prodotta dalla stessa cooperativa. Il pomodoro è raccolto senza alcun coinvolgimento di caporali, una scelta concreta per dire no allo sfruttamento nelle campagne. Oltre alla pasta, si possono gustare altri prodotti del Laboratorio di Legalità Francesco Marcone, nato sui terreni sottratti alle mafie e dedicato alla produzione di beni legali.
Il momento della cena vuole essere un’occasione di condivisione e liberazione. Per Pietro Fragasso, presidente della cooperativa, questa giornata ricorda l’origine della Costituzione italiana e il valore della libertà come resistenza a ogni forma di oppressione, sia fascista sia mafiosa. L’iniziativa rafforza il legame tra storia e presente, invitando ciascuno a prendersi la responsabilità di combattere le ingiustizie ogni giorno.
Cerignola conferma così un appuntamento che unisce storia, lotta sociale e tradizione culinaria, mettendo in luce come un gesto semplice e collettivo come la pastasciutta antifascista possa diventare uno strumento di resistenza civile e di impegno per un futuro libero dallo sfruttamento.
Ultimo aggiornamento il 22 Luglio 2025 da Andrea Ricci