Provvedimenti disciplinari contro lavoratori in sciopero tra pioltello e brescia: il caso amazon e le contestazioni ai driver

La Filt-Cgil denuncia provvedimenti disciplinari contro driver di Pioltello e Brescia per la partecipazione a uno sciopero, rivendicando il diritto costituzionale allo sciopero nel settore delle consegne per Amazon.
La Filt-Cgil denuncia provvedimenti disciplinari contro driver Amazon a Pioltello e Brescia per lo sciopero del 17 aprile, ritenuti illegittimi perché violano il diritto costituzionale allo sciopero nel settore della logistica. - Unita.tv

La Filt-Cgil ha denunciato una serie di provvedimenti disciplinari e sospensioni ai danni di lavoratori impegnati in scioperi e azioni sindacali nel settore delle consegne per Amazon. Tra Pioltello e la provincia di Brescia, diversi driver hanno ricevuto contestazioni aziendali dopo aver partecipato allo sciopero del 17 aprile, una mobilitazione legittima secondo il sindacato. Le lettere disciplinari contestano l’assenza ingiustificata e la mancanza di comunicazioni preventive, ma vengono messe in discussione perché ignorano il diritto costituzionale allo sciopero, in particolare in settori non classificati come servizi essenziali.

Contestazioni disciplinari ai driver di pioltello: le motivazioni dell’azienda e la risposta della cgil

Il nucleo di questa vicenda riguarda nove lavoratori a Pioltello, che non si sono presentati al lavoro durante lo sciopero del 17 aprile e sono stati sanzionati con contestazioni ufficiali. L’azienda imputava ai dipendenti di aver abbandonato il turno senza fornire alcuna giustificazione o comunicazione preventiva, con un comportamento che avrebbe compromesso l’organizzazione interna. La Filt-Cgil, invece, ha segnalato che la mobilitazione era stata comunicata all’azienda stessa, ribadendo che lo sciopero è un diritto costituzionalmente tutelato. Nel settore della logistica, considerato non essenziale, non è previsto alcun obbligo di preavviso vincolante, perciò le contestazioni risultano infondate secondo il sindacato. L’accusa che le lettere disciplinari ledano il diritto allo sciopero si basa anche su questa differenza normativa, che protegge i lavoratori da richieste di preavvisi ingiustificati.

I casi simili nella provincia di brescia: ritardi e mancate consegne al centro della controversia

Anche in provincia di Brescia si sono registrate contestazioni simili, rivolte a lavoratori coinvolti nella stessa mobilitazione sindacale. L’azienda ha sottolineato i danni causati da ritardi o mancate consegne, attribuendo ai driver un “disagio ingiusto” per il regolare svolgimento delle attività. Ciò ha alimentato le contestazioni disciplinari, che il sindacato considera un modo per intimidire i dipendenti e scoraggiarli dal partecipare a future iniziative collettive. Nel contesto delle vertenze in corso, le lettere assumevano un peso particolare, mettendo in evidenza un contrasto tra le esigenze operative delle società di consegna e il diritto dei lavoratori di scioperare senza subire ritorsioni. La disputa riguarda aziende che operano nel perimetro dei servizi collegati a Amazon, noto per la forte pressione su tempi e performance logistiche.

La strategia sindacale contro le lettere di contestazione: la lotta per i diritti dei corrieri

La Filt-Cgil ha annunciato che impugnerà in tribunale le contestazioni disciplinari, qualora non vengano ritirate spontaneamente dalle aziende coinvolte. Gli episodi sono parte di una battaglia sindacale più ampia per migliorare le condizioni lavorative dei corrieri, una categoria spesso esposta a situazioni di precarietà e pressione. William Leoni, rappresentante della Filt-Cgil di Milano, ha dichiarato che queste pratiche minano il diritto fondamentale allo sciopero e sembrano indicare una strategia pianificata per colpire la struttura sindacale nel suo complesso. Lo scopo sarebbe verificare la capacità di reazione del sindacato e, se possibile, creare un precedente che scoraggi future proteste. Questa situazione si inserisce in un quadro di tensioni acuite nel settore delle consegne, dove le mobilitazioni sono frequenti e la risposta delle aziende talvolta si traduce in misure disciplinari pesanti.