Protesta sotto il municipio di sesto san giovanni per il diritto alla casa, presidio in piazza della Resistenza
A Sesto San Giovanni, l’Unione Inquilini mobilita i cittadini contro la crisi abitativa e gli sfratti, chiedendo l’assegnazione immediata degli alloggi pubblici e un cambio nelle politiche abitative comunali.

A Sesto San Giovanni cresce la crisi abitativa con molti sfratti e alloggi popolari vuoti non assegnati. L’Unione Inquilini organizza un presidio per chiedere all’amministrazione risposte concrete e un cambio di rotta nelle politiche abitative. - Unita.tv
A Sesto San Giovanni torna la mobilitazione pubblica contro la crisi abitativa che attanaglia molte famiglie della città. Le situazioni di sfratto crescono senza sosta, mentre le risposte istituzionali restano assenti. L’appello dell’Unione Inquilini incrocia il voto del Consiglio Comunale per sollecitare l’assegnazione degli alloggi popolari rimasti vuoti. Il presidio convocato in piazza della Resistenza è la voce delle migliaia di cittadini che si confrontano ogni giorno con il problema di una casa da poter chiamare propria.
La situazione degli sfratti e l’emergenza abitativa a sesto san giovanni
Nel comune di Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, il numero degli sfratti è arrivato a livelli preoccupanti. Sono molte le famiglie che rischiano di perdere la casa e si trovano senza alternative concrete. Nonostante esista un sistema di alloggi pubblici gestito dal municipio, questi non vengono assegnati nei tempi necessari, causando un blocco importante per chi è in graduatoria e aspetta da anni una sistemazione. Unione Inquilini e Comitato Diritto alla Casa segnalano che, sul territorio, almeno 100 appartamenti pubblici risultano dismessi, senza aver ricevuto assegnatari.
Le stesse organizzazioni denunciano che nel 2025 non è stato pubblicato alcun bando per nuove assegnazioni di case popolari. Nel frattempo oltre 300 famiglie hanno fatto richiesta negli ultimi mesi, ma la mancanza di una lista aggiornata e le lunghe attese alimentano la frustrazione di chi cerca una soluzione. La situazione si aggrava soprattutto per le persone più fragili, che vedono poche opportunità di accesso a un’abitazione a prezzo calmierato e devono affrontare una crescita costante dei costi degli affitti privati.
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Il presidio di giovedì in piazza della Resistenza e le richieste all’amministrazione comunale
Il prossimo giovedì sera, a partire dalle 19.30, l’Unione Inquilini insieme a tutte le forze di centrosinistra locali si riunirà in un presidio in piazza della Resistenza. Questa iniziativa avviene poco prima dell’inizio della seduta consiliare, come momento di pressione per chiedere risposte concrete sul tema degli alloggi pubblici. I manifestanti solleciteranno in particolare l’assegnazione immediata di tutti i locali sfitti, segnalando una crisi abitativa che “non può più essere ignorata dall’amministrazione”.
Il sindacato degli inquilini parla di una richiesta chiara: il sindaco e la giunta devono intervenire in modo deciso per sostenere le famiglie in difficoltà e contrastare la povertà abitativa. La richiesta di mettere in campo un bando aggiornato e di procedere con la consegna delle case popolari fermenta da tempo. Le forze di centrosinistra presenti al presidio puntano a rappresentare una posizione comune da sottoporre alla discussione pubblica e istituzionale.
La gestione delle proprietà pubbliche e la vendita di alloggi comunali: le critiche dell’unione inquilini
Nel dibattito attorno alla situazione abitativa di Sesto San Giovanni emerge un nodo importante: la gestione delle proprietà pubbliche. L’amministrazione locale ha messo all’asta alcune abitazioni di proprietà comunale nel corso del 2024, decisione contestata dalle associazioni che vedono in questa scelta un modo per ridurre il patrimonio destinato alle famiglie a basso reddito. Oltre alla vendita, è stata chiusa la casa albergo, una struttura che ospitava circa cento persone fragili garantendo loro un riparo.
Questi interventi vengono interpretati dall’Unione Inquilini come segnali che privilegiano le logiche del mercato immobiliare, piuttosto che la tutela delle fasce più vulnerabili della popolazione. Non a caso, mentre si vende il patrimonio pubblico, si continuano a realizzare nuove costruzioni di tipo privato, con prezzi fuori dalla portata della maggioranza delle famiglie cittadine. Questa dinamica contribuisce a far aumentare la pressione abitativa senza offrire soluzioni concrete per chi ha bisogno di un alloggio a prezzi accessibili.
La richiesta di un cambiamento nelle politiche abitative del comune
Le organizzazioni che si occupano del diritto alla casa rilanciano una richiesta precisa: l’amministrazione deve schierarsi dalla parte dei cittadini e non delle società immobiliari o finanziarie. Serve un cambio di rotta nelle politiche abitative, per fermare la vendita indiscriminata degli spazi pubblici e rilanciare i bandi di assegnazione dei locali sfitti. In questo modo si potrebbe alleggerire la lunga lista di famiglie che aspettano una sistemazione dignitosa.
Un passaggio chiave è anche la riapertura e la gestione di strutture come la casa albergo, che rappresentano un riparo essenziale per chi si trova in condizioni vulnerabili. Tra pochi giorni, la piazza si vestirà di voci che chiedono spazi più giusti e accessibili, per rispondere a un bisogno che pesa sulla vita di molte persone nella città. Lo sguardo è rivolto a come il Consiglio Comunale affronterà un tema che rischia di trascinare nel disagio intere comunità urbane.