Un centinaio di manifestanti si sono radunati oggi a largo Donegani, Milano, per esprimere il loro dissenso contro il recente bombardamento americano in Iran e la politica di Israele nella regione mediorientale. La protesta, organizzata da diverse sigle tra cui gli studenti di Cambiare rotta e l’Unione sindacale di base, ha visto una forte partecipazione con striscioni e slogan contro la guerra.
La manifestazione davanti al consolato usa
I manifestanti si sono concentrati in un’area transennata proprio davanti al consolato degli Stati Uniti a Milano. La zona è stata presidiata dalle forze dell’ordine con camionette della polizia e agenti in tenuta antisommossa che hanno bloccato l’accesso alla via Turati all’altezza del consolato. Lo scopo era evitare disordini o tentativi d’intrusione durante la protesta pacifica.
Scritte e bandiere in piazza
Tra i presenti c’erano persone con bandiere palestinesi e iraniane che hanno esposto striscioni recanti scritte come “Fermiamo la guerra in Medioriente”, “Usa e Israele pericolo per il mondo” e “Contro Nato, Ue e governo Meloni. Fuori dalla guerra”. Le urla dei manifestanti hanno scandito messaggi netti: “Fuori l’Italia dalla Nato”, “Assassini” o ancora “Fascismo, sionismo nessuna differenza”.
I motivi della protesta: opposizione all’intervento militare occidentale
Una delle voci più ascoltate durante l’iniziativa è stata quella di una manifestante che ha denunciato apertamente quello che definisce un attacco colonialista da parte dell’occidente nei confronti dei popoli mediorientali. Ha ricordato le conseguenze drammatiche degli interventi militari precedenti in Siria, Iraq e Libia sottolineando come questi episodi abbiano prodotto solo distruzione.
Conseguenze economiche e ripercussioni del conflitto
Il discorso ha evidenziato anche le ripercussioni economiche del conflitto: ogni aumento delle spese richieste dall’Alleanza Atlantica servirà secondo lei a finanziare ulteriori violenze ai danni delle popolazioni locali. L’attacco all’Iran è stato indicato come prova concreta della volontà occidentale di continuare questa linea aggressiva senza alcuna giustificazione difensiva.
L’impatto sulla città tra sicurezza pubblica ed emozioni sociali
La presenza massiccia delle forze dell’ordine ha limitato ogni possibilità d’acceso non autorizzata nelle vicinanze del consolato Usa ma non ha fermato lo spirito combattivo dei partecipanti. I passanti hanno potuto assistere alle tensioni accumulate intorno ai temi internazionali più caldi del momento attraverso cori intensi ed esposizioni simboliche.
Milano come palcoscenico delle proteste globali
Milano si è così trasformata temporaneamente nel palcoscenico dove confluiscono proteste globalizzate sul ruolo italiano nelle dinamiche geopolitiche mondiali; un segnale chiaro verso chi governa ma anche verso chi decide le strategie militari internazionali. Le ragioni profonde della mobilitazione restano legate ai timori crescenti sulla stabilità regionale nel Medio Oriente provocati dai recentissimi eventi bellici.
Questa giornata testimonia quanto sia sentita la questione mediorientale anche lontano dal luogo diretto del conflitto; dimostra inoltre come certuni settori sociali scelgono ancora oggi piazze pubbliche per far sentire forte il loro dissenso contro azioni militari considerate ingannevoli o dannose su scala globale.