Proroga dell’ordinanza cenerentola a pescara vieta somministrazione all’aperto dopo la mezzanotte nei weekend estivi
A Pescara, prorogata l’ordinanza “cenerentola” che limita la somministrazione all’aperto nei weekend per ridurre il disturbo acustico, creando tensioni tra residenti e locali durante la stagione estiva.

A Pescara è stata prorogata per due mesi l’ordinanza “Cenerentola” che limita la somministrazione all’aperto dopo la mezzanotte nei weekend nel centro storico, per ridurre il disturbo acustico e tutelare i residenti, suscitando preoccupazioni tra i locali e l’impatto sul turismo estivo. - Unita.tv
A pescara è stata confermata la proroga dell’ordinanza chiamata “cenerentola” che limita la somministrazione ai tavoli all’aperto nel centro storico nelle notti del venerdì, sabato e domenica. La misura entrerà in vigore dal primo giugno e durerà due mesi, con l’obiettivo di contenere il disturbo acustico nei quartieri più frequentati della città. La decisione tiene banco soprattutto tra i locali che si preparano alla stagione estiva, davanti a una potenziale riduzione degli orari di servizio all’esterno.
I dettagli dell’ordinanza prorogata e le aree interessate
La nuova ordinanza, valida per sessanta giorni a partire dal giugno 2025, vieta la somministrazione di cibo e bevande all’esterno dopo la mezzanotte nei giorni di venerdì, sabato e domenica. La normativa copre sia spazi pubblici che privati concessi per la somministrazione nel cuore di pescara, inclusa piazza Muzii, zona considerata la principale area dedicata al food e beverage in abruzzo.
Oltre al divieto di somministrazione all’aperto oltre l’orario stabilito, il provvedimento impedisce la vendita di alcolici da asporto in quelle fasce orarie. La somministrazione all’interno dei locali è invece permessa senza limiti di orario. L’obiettivo dell’ordinanza resta quello di contenere i rumori di disturbo nelle ore notturne, a tutela dei residenti coinvolti in una lunga disputa sul tema del rumore antropico in città.
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Recentemente il comune di pescara ha pagato un risarcimento di 450 mila euro proprio ai cittadini che avevano denunciato il disturbo causato dai locali notturni. Il provvedimento risulta quindi un tentativo di ridurre ulteriori tensioni con le abitazioni limitrofe, tematizzando la convivenza tra movida e quiete notturna.
L’impatto della restrizione sul tessuto commerciale e turistico del centro
Con l’arrivo della stagione estiva, i ristoranti e i locali di pescara puntano sulla presenza dei tavoli all’aperto per attrarre clienti nelle serate di bella stagione. L’ordinanza rischia di compromettere proprio questa opportunità, in particolare per chi opera nelle zone più frequentate, dove spesso la cena si protrae oltre la mezzanotte soprattutto nei weekend, dopo le giornate di mare.
Confartigianato pescara ha evidenziato come questa limitazione possa penalizzare pesantemente gli esercenti, soprattutto in un momento in cui la città punta a sviluppare il turismo legato al suo affaccio sul mare e all’offerta gastronomica. La necessità di sgomberare i tavoli all’aperto o di spostare i clienti all’interno delle strutture in piena notte rappresenta una frenata per l’attività dei locali, ma nasce dalla volontà delle autorità di rispondere alle lamentele dei residenti.
Il direttore di Confartigianato pescara, fabrizio vianale, ha sottolineato che “la vera prova si vedrà nelle prossime settimane, quando entrerà a regime il provvedimento. A quel punto si capirà quanti locali saranno costretti a chiudere anticipatamente o a rinunciare all’ultima fascia di clientela, con possibili ripercussioni sull’andamento economico delle attività nel centro cittadino.”
Il contesto storico e sociale alla base del piano di risanamento acustico
L’ordinanza “cenerentola” si inserisce all’interno di un piano di risanamento acustico promosso dal comune di pescara da diversi anni per affrontare i problemi legati al rumore notturno. Nei quartieri centrali la convivenza tra locali con musica e clienti all’aperto e residenti non è mai stata facile.
Il fenomeno dei rumori antropici ha alimentato uno scontro continuo, culminato con la sentenza che ha obbligato l’amministrazione locale a risarcire con mezzo milione di euro i cittadini esasperati dai decibel. La quantità di rumore generata dai locali soprattutto nei weekend estivi aveva superato i limiti accettati, provocando malumori e continue segnalazioni.
Il piano di risanamento non si limita a questa ordinanza ma prevede anche altri interventi volti a monitorare i livelli sonori e a imporre limiti più rigorosi. L’idea è quella di garantire un equilibrio tra la vivacità notturna di pescara e il diritto al riposo degli abitanti. Questa situazione rappresenta uno degli aspetti più delicati della gestione della città, soprattutto nel periodo in cui la stagione turistica raggiunge il picco.
Conseguenze per residenti e città: un equilibrio difficile da trovare
L’ordinanza prorogata dimostra che la questione rumore rimane centrale nelle politiche urbane di pescara. I residenti nei quartieri centrali continuano a chiedere condizioni di vivibilità accettabili, dopo anni di protesta e denunce. Il risarcimento da parte del comune è stato un segnale chiaro dei limiti superati negli anni passati.
Allo stesso tempo, la città cerca di mantenere viva la sua attrattiva turistica ed economica, in particolare d’estate, quando il centro si anima di visitatori e cittadini interessati ai locali all’aperto. La restrizione sui tavoli all’esterno dopo la mezzanotte impone un compromesso non facile tra esigenze opposte.
La rinuncia ai servizi all’aperto nelle ore notturne nelle giornate clou dei fine settimana cambia la fisionomia della principale area food and beverage, con effetti immediati sul flusso di persone e sulle abitudini di consumo. Le attività dovranno adattare il proprio modello di lavoro, considerando sia gli obblighi normativi sia le aspettative della clientela.
pescara si trova quindi davanti a una sfida complessa: mantenere la tranquillità dei residenti senza impoverire l’offerta serale. La proroga dell’ordinanza ne è un segnale chiaro, che racconta delle difficoltà nel costruire una convivenza quotidiana sostenibile nel cuore della città più turistica dell’abruzzo.