Home Procura di milano indaga su de maria e il lavoro esterno dopo l’omicidio all’hotel berna e la tragedia al duomo

Procura di milano indaga su de maria e il lavoro esterno dopo l’omicidio all’hotel berna e la tragedia al duomo

La procura di Milano indaga sul percorso di reinserimento di Emanuele De Maria, detenuto che ha commesso un omicidio e un tentato omicidio prima del suicidio, per verificare eventuali omissioni nel trattamento carcerario.

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La procura di Milano indaga sul percorso di lavoro esterno di Emanuele De Maria, detenuto autore di un omicidio e un tentato omicidio prima del suicidio, per verificare eventuali omissioni nel suo trattamento e reinserimento. - Unita.tv

La vicenda di Emanuele De Maria, il detenuto che ha compiuto un omicidio e un tentato omicidio nell’arco di 48 ore prima di suicidarsi gettandosi dalle terrazze del Duomo di Milano, ha acceso i riflettori sulle modalità del suo percorso di lavoro esterno. La procura di Milano ha avviato accertamenti per stabilire se nel suo trattamento carcerario e nelle fasi di reinserimento vi siano state omissioni o segnalazioni trascurate, che avrebbero potuto evitare la tragedia.

Verifiche della procura sui documenti e il percorso trattamentale di emanuele de maria

Gli investigatori milanesi hanno già raccolto tutte le relazioni presenti nel fascicolo “trattamentale” relativo al carcere di Bollate, dove De Maria era detenuto. Questi documenti raccontano un quadro nel quale il 35enne viene indicato come un detenuto modello, capace di affrontare il percorso di lavoro esterno. I magistrati, coordinati dal pm Francesco De Tommasi, stanno analizzando se questa immagine corrisponda alla realtà o se siano emersi segnali di pericolosità sottovalutati.

L’inchiesta, aperta per omicidio e tentato omicidio premeditati ma destinata ad essere archiviata per la morte del reo, procede con l’ascolto di testimoni, a partire dai colleghi e dal datore di lavoro in hotel. Vanno ricostruite nel dettaglio le ore trascorse da De Maria durante il lavoro esterno e se in quei momenti siano state notate anomalie nel suo comportamento.

Sospetti sulle segnalazioni e sul comportamento di de maria durante il lavoro esterno

Particolare attenzione è posta nel verificare se De Maria abbia manifestato atteggiamenti sospetti o violenti nel corso del suo impiego all’hotel Berna. Alcune testimonianze raccolte indicano l’esistenza di lite o tensioni tra lui e il barista poi ferito, episodi di cui si sta cercando conferma. Si sta anche accertando se in passato fossero state segnalate assenze ingiustificate o altre anomalie lavorative.

La procura vuole inoltre comprendere se il datore di lavoro sia stato informato di comportamenti problematici e se, in tal caso, li abbia comunicati alle autorità carcerarie. Resta un nodo da sciogliere la provenienza dell’arma del delitto: ancora non è chiaro se il coltello sia stato preso all’interno dell’albergo o portato da De Maria stesso. Del telefono del detenuto, scomparso in quelle ore, non si ha ancora traccia.

Il profilo giudiziario del pm de tommasi e il collegamento con casi di cronaca simili

Francesco De Tommasi guida le indagini sulla tragedia con esperienza e rigore. È lo stesso pm che ha seguito casi di rilievo come l’inchiesta ‘Pifferi bis’, riguardo alla morte di una bambina per stenti e le presunte condotte di psicologhe e consulenti coinvolte per falsificare report medici. Il nome di De Tommasi conferma la serietà con cui la procura affronta questa nuova vicenda.

La centralità delle relazioni psichiatriche e degli attestati di comportamento di De Maria acquista così un peso ancora maggiore. L’ultima relazione acquisita in procura, datata 12 maggio, descrive De Maria come controllato e collaborativo. I pm però vogliono andare oltre questo quadro per scoprire se prima degli eventi tragici qualcosa è passato inosservato.

Gli elementi ancora oscuri sulle 48 ore culminate nella doppia violenza e nel suicidio

Le 48 ore che hanno visto De Maria uccidere la collega Chamila Wijesuriye, ferire il barista e infine togliersi la vita sono oggetto di un’indagine serrata. Alcune parti di questo lasso di tempo risultano ancora poco chiare. Non si esclude quindi alcuna ipotesi su come si sia mosso il detenuto in città e se qualcuno abbia incrociato il suo percorso.

Al momento non emergono prove di complici o aiuti esterni. De Maria sembra aver agito da solo, affrontando la crisi senza appoggi. La procura continua a raccogliere dichiarazioni da coloro che lo hanno incontrato o noto in quei giorni.

Il caso, che ha sconvolto Milano, rimane sotto osservazione per far luce sui passaggi che hanno portato a una tragedia così rapida e devastante, con l’obiettivo di accertare le responsabilità e capire se il sistema di sorveglianza e reinserimento ha funzionato come doveva.