Il processo per stupro di gruppo che si sta svolgendo a Tempio Pausania coinvolge quattro giovani accusati da una studentessa italo-norvegese. Dopo la richiesta di condanna avanzata dall’accusa, è intervenuta in aula l’avvocata Giulia Bongiorno, legale della parte civile, con parole dure sul trattamento riservato alla vittima e sulla questione del consenso.
Le accuse e la richiesta di pena nel processo a ciro grillo e amici
Il procedimento giudiziario vede imputati Ciro Grillo insieme ai suoi tre amici: Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta. L’accusa ha chiesto una condanna a nove anni per ciascuno dei quattro giovani. La vicenda ruota attorno all’aggressione sessuale denunciata dalla studentessa italo-norvegese che li accusa di averla violentata in gruppo.
Dopo le richieste dell’accusa si è aperto il momento delle parti civili. L’intervento dell’avvocata Bongiorno si è concentrato soprattutto sulla figura della vittima e sul modo in cui viene percepito il suo racconto durante l’istruttoria.
L’intervento dell’avvocata giulia bongiorno in aula
Davanti al collegio presieduto dal giudice Marco Contu, Bongiorno ha sottolineato come nel corso del processo sia emersa una visione preoccupante della donna coinvolta nella vicenda: «in questo processo emerge una concezione della donna il cui consenso vale zero». Ha ricordato che la sua assistita viene descritta negli atti come “tr…”, non perché lo fosse all’inizio della serata ma perché tale sarebbe diventata dopo aver bevuto vodka.
L’avvocata ha evidenziato anche la mole delle domande rivolte alla ragazza durante l’esame testimoniale: ben 1.675 quesiti ai quali la studentessa ha risposto mantenendo coerenza nonostante lo stress evidente del procedimento.
Un passaggio molto forte è stato dedicato alla foto scattata dagli imputati dove sono ritratti nudi vicino al volto dell’amica dormiente sul divano; questa immagine dimostrerebbe secondo Bongiorno come i ragazzi abbiano ignorato completamente il fatto che lei non volesse alcun tipo di rapporto sessuale quella notte.
Le dichiarazioni fuori aula sull’impatto emotivo del processo
Parlando con i giornalisti dopo l’udienza, Giulia Bongiorno ha spiegato quanto sia stato difficile questo percorso per la giovane assistita. Ha detto chiaramente che pur seguendo da lontano ogni fase processuale continua a soffrire profondamente ed è costantemente in attesa del verdetto finale.
Ha inoltre precisato che le parti civili evitano sempre commenti sulle pene richieste o eventuali sentenze; ciò che conta davvero per loro è vedere riconosciuta la verità dei fatti raccontati dalla ragazza e stabilire responsabilità precise degli imputati nell’ambito delle accuse mosse contro di loro.
La requisitoria lucida presentata dal pubblico ministero rappresenta un passaggio decisivo verso questa direzione secondo gli avvocati difensori delle parti lese nel procedimento ancora aperto davanti al tribunale sardo.