La corte d’assise di Modena ha ascoltato la requisitoria dei pubblici ministeri Giuseppe Amara e Claudia Natalini nel procedimento contro Mohamed Gaaloul, accusato dell’omicidio di Alice Neri. I pm hanno chiesto una condanna a 30 anni di reclusione per l’uomo, imputato anche per soppressione di cadavere. La donna, assassinata in novembre 2022, è stata trovata in auto carbonizzata nelle campagne di Fossa di Concordia.
Requisitoria della pubblica accusa e dettagli sul delitto
Davanti alla corte guidata dalla giudice Ester Russo, i pubblici ministeri hanno ricostruito con precisione la dinamica dell’omicidio. La vittima, Alice Neri, è stata accoltellata almeno sette volte, secondo quanto confermato dalle relazioni dei medici legali presentate in aula. La scena del crimine, un’auto data alle fiamme in una zona isolata tra i campi di Fossa di Concordia, ha reso più complesso il lavoro degli investigatori.
L’accusa punta a dimostrare che l’imputato, il trentenne tunisino Mohamed Gaaloul, abbia volontariamente ucciso la donna. Oltre all’omicidio, è imputato anche per la soppressione del cadavere, cioè per aver tentato di nascondere le tracce del delitto. Gaaloul, fin dall’inizio del processo, ha sempre negato ogni responsabilità, respingeva le accuse formulate nei suoi confronti.
L’attività investigativa ha fatto emergere prove giudicate solide dall’accusa, ma durante l’udienza è emerso anche il clima di forte tensione e il controllo meticoloso della scena del crimine da parte degli inquirenti. Le testimonianze, le analisi tragici e il dettaglio delle ferite sono stati messi in rilievo per sostenere la conclusione dei pm.
Critica della difesa e posizione dell’avvocato di parte civile
Subito dopo la requisitoria, ha parlato Antonio Ingroia, ex pubblico ministero e oggi avvocato che rappresenta la parte civile, ovvero il marito di Alice Neri. Ingroia ha sollevato dubbi significativi sulla ricostruzione dell’accusa, sostenendo che manchino elementi certi a collegare direttamente Gaaloul al delitto in modo esclusivo.
L’avvocato ha dichiarato in aula che, nel corso delle indagini, non sono state esplorate adeguatamente altre piste investigative. Questo, secondo lui, ha indebolito l’accertamento della verità sull’omicidio e potrebbe aver compromesso la possibilità di arrivare a una soluzione definitiva del caso. Ingroia ha suggerito quindi che la dinamica dell’omicidio potrebbe riguardare più persone o elementi non ancora chiariti.
Il contesto processuale e le prossime tappe
Il processo si svolge in un clima di forte attenzione mediatica e sociale. La morte di Alice Neri aveva suscitato reazioni intense, anche per le modalità drammatiche del ritrovamento del corpo e la gravità delle ferite riportate. L’istanza dei pm di infliggere una pena severa mira a sottolineare il carattere grave delle azioni contestate all’imputato.
Il sistema giudiziario modenese segue con attenzione le udienze, che devono valutare prove scientifiche, testimonianze e ricostruzioni degli eventi. Sarà compito della corte d’assise pronunciarsi tenendo conto di tutti gli elementi raccolti. La sentenza prevista nella prossima estate dovrà appurare la responsabilità di Gaaloul, stabilendo anche l’entità della pena.
Nel frattempo, la discussione ha posto l’attenzione sull’importanza di indagare ogni possibile sviluppo, dal momento che emerge una divergenza significativa sulla completezza dell’indagine iniziale. La vicenda resta al centro del dibattito pubblico in città, mettendo in luce anche le difficoltà di arrivare a una verità chiara nei casi che coinvolgono omicidi e soppressione di prove.
L’impatto sulla famiglia della vittima, rappresentata in aula, e sulla comunità di Modena è evidente. Il processo continua a scandire i giorni degli addetti ai lavori e di chi segue la vicenda con interesse, in attesa del verdetto che arriverà nei mesi a venire.